Le carezze materne hanno effetti fisiologici positivi sui neonati

carezze materne

Negli ultimi anni si è andato configurando un ambito di interesse specifico denominato Psicologia Perinatale, che vede il periodo perinatale quello che va dall’inizio della gravidanza fino alla fine del secondo anno di vita del figlio(fine che comunque rimane ancora poco definita).

Sempre maggiore importanza ed interesse, dunque, viene dato alla cura all’infanzia e alla gravidanza, che oramai è vista come periodo fondamentale per la salute psico-fisica di mamma e bambino, e di tutta la famiglia. La salute di mamma e bambino sono interconnesse e la depressione post partum ne è un esempio.

Proprio la scorsa settimana abbiamo pubblicato un articolo su uno studio, che mostrava che i bambini con mamme maggiormente esposte a stress psico-sociali durante la gravidanza presentano maggiori livelli di cortisolo(conosciuto come ormone dello stress) nei capelli e una salute peggiore. La ripercussione della depressione nella salute del bambino rientra tra le richieste maggiori nei centri di neuropsichiatria infantile. Emerge che entro i primi 24 mesi i genitori si ritrovano a richiedere una visita per prevalenti problemi del ritmo sonno-veglia. Dal 2° al 4° anno invece le richieste vertono per lo più su problemi dello sviluppo, quasi esclusivamente di linguaggio, successivamente nel periodo dai 5 ai 7 anni si rende più evidente il disturbo da deficit di attenzione de iperattività (ADHD) e il disturbo di apprendimento. Seguono con il crescere, o disturbo esternalizzato, con disturbo della condotta o disturbo oppositivo-provocatorio, o disturbo internalizzato, con disturbo di tipo depressivo.

Il comune denominatore di queste condizioni è la presenza di depressione nella madre, o, come sta emergendo, anche nel padre, nei primi mesi di vita del bambino.

Un team di ricerca della University of Reading (Regno Unito), guidato da Jonathan Hill, ha indagato sul nesso causale tra depressione pre e post-natale materna, concentrando la sua attenzione sull’accudimento, o forse sarebbe meglio dire la “coccola”, del primo periodo post-natale.

Lo scopo era valutare se le carezze materne, possano mutare l’effetto del promotore 1-F del gene recettore dei glucocorticoidi, ormoni prodotti dal surrene.

Il modello animale aveva già mostrato che un’alterazione di questi geni, recettori dei glucocorticoidi, erano correlati a stress pre e post natale e che la stimolazione tattile postnatale ne produceva una ridotta reattività.

Come previsto, anche con i piccoli di uomo, l’esperienza tattile, nello specifico le carezze mostrano effetti positivi sui neonati, poichè in grado di ridurre la metilazione del promotore 1-F del recettore per i glucocorticoidi (GR).

Questo primo studio sugli esseri umani pubblicato su Translation Psychiatry, mostra come primo effetto l’interazione della depressione prenatale e postnatale, ma soprattutto che nelle madri che non mostravano una depressione prima del parto l’aumento della metilazione nei neonati era associato a una crescente depressione post-natale. E proprio in questo gruppo, un aumento delle carezze materne a 5 settimane dalla nascita, risultava collegato a una riduzione delle metilazione del promotore del recettore dei glucocorticoidi.

Mentre a 9 settimane di vita, non producevano alcun effetto, sottolineando l’importanza del periodo postnatale precoce.

“Il messaggio generale è che le prime esperienze sembrano avere effetti a lungo termine. Abbiamo bisogno di mettere insieme altri dati sul ruolo delle prime esperienze sociali (per esempio, la sensibilità paterna) per concludere che le prime esperienze possono avere effetti in diversi modi. E dobbiamo ancora scoprire se questi sono completamente indipendenti, o se agiscono insieme.”

Ha concluso il dottor Hill.

Fonte:

Translational Psychiatry 2015

www.reuters.com

quadro di Luigi Rossi, Maternità (particolare)

 

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