Le persone con grave insonnia sono esposte a un rischio maggiore di sviluppare molte malattie.
Quando si ha difficoltà a dormire oltre la stanchezza e la fatica spesso emergono irritabilità e difficoltà di concentrazione. Nei i casi più gravi di insonnia, si ha un rischio maggiore di sviluppare malattie cardiache, dolore cronico, ipertensione e disturbi respiratori. Può anche causare un aumento di peso.
L’insonnia può avere un impatto importante, anche sul benessere emotivo.
Un numero crescente di ricerche evidenzia come i disturbi del sonno e la depressione hanno un tasso di sovrapposizione, estremamente elevato, e molti ricercatori sono convinti che siano “bicondizionali”. Studi longitudinale mostrano che nel soggetto con insonnia aumenta il rischio di sviluppare la depressione, mentre se la depressone c’è già l’insonnia agisce da aggravante.
Circa tre quarti dei pazienti depressi presentano sintomi di insonnia, e l’ipersonnia è presente in circa il 40% dei adulti depressi e il 10% dei pazienti più anziani, con una prevalenza nelle donne.
Un articolo pubblicato su Dialogues in Clinical Neuroscience ha concluso:
Il legame tra insonnia e depressione è così sostanziale che alcuni ricercatori hanno suggerito che una diagnosi di depressione in assenza di disturbi del sonno dovrebbe essere fatta con cautela.
Il primo autore dello studio, David Nutt ha scoperto che l’83% dei pazienti depressi ha sperimentato una qualche forma di insonnia, più del doppio del campione (36%) senza depressione.
I meccanismi dietro le due malattie
Il ciclo sonno-veglia è regolato dal cosiddetto processo circadiano, che è collegato al ciclo luce-buio. Ci si stanca quando la luce del giorno svanisce e il corpo si prepara al sonno. Ci si sveglia quando quando torna la luce. L’orologio circadiano nei mammiferi è collocato nel nucleo soprachiasmatico (SCN), un gruppo definito di cellule situato nell’ipotalamo. La distruzione dell’SCN causa la completa assenza di un regolare ritmo sonno/veglia.
La depressione è una condizione medica e un disturbo dell’umore. Mentre ci sono diversi possibili antecedenti alla depressione, poiché fattori genetici e ambientali possono portare ad un episodio depressivo, le cause neurofisiologiche della depressione riguardano una carenza di sostanze chimiche nel cervello che regolano l’umore: serotonina, dopamina e noradrenalina.
Tuttavia, questi neurotrasmettitori fanno molto di più che regolare l’umore, hanno a un ruolo centrale nella regolazione del ritmo sonno-veglia
Interruzioni di queste sostanze chimiche cerebrali possono portare a disturbi del sonno, in particolare il sonno REM, e possono anche portare ad una maggiore inquietudine durante i periodi tipici in cui si dovrebbe essere a letto.
Questo può creare un circolo vizioso in cui più grave diventa la depressione, più grave diventa l’insonnia. Ma anche l’inverso, quanto più grave diventa l’insonnia, tanto più grave diventa la depressione.
Studi epidemiologici hanno evidenziato che l’insonnia nei soggetti non depressi è un fattore di rischio per il successivo sviluppo della depressione.
Vi è quindi la necessità di una gestione più efficace dei disturbi del sonno nella depressione, al fine di migliorare la qualità della vita di questi pazienti e ridurre un importante fattore di ricaduta depressiva e recidiva.
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0 thoughts on “Il legame tra insonnia e depressione”
Carola Nannarelli says:
E’ previsto un corso anche a Roma?
Maria Assunta Giusti says:
Salve Carola
al momento no, ma vi sarà sicuramente l’edizione online il prossimo anno
maria