Il narcisismo per Otto Kernberg si inserisce nell’organizzazione Borderline di Personalità, e si delinea lungo un continuum che va da un narcisismo sano a un narcisismo patologico. Cosa distingue il primo dal secondo tipo di narcisismo? Il narcisismo sano è caratterizzato da amor proprio, autostima adeguati e dalla capacità di dare attenzione all’altro, la persona quindi possiede un Sé integrato. Nel narcisismo patologico l’individuo non riesce a vedere l’altro come separato da se stesso, il figlio è un prolungamento della madre, manca la presenza di un Sé coeso, vi è la scissione tra le parti idealizzate e quelle negative che vengono proiettate all’esterno perché troppo dolorose da sopportare.
Il Disturbo Narcisistico di Personalità, più frequente nella popolazione maschile rispetto a quella femminile, secondo il DSM IV – TR, è caratterizzato da un quadro pervasivo di grandiosità, bisogno di ammirazione e mancanza di empatia, compare entro la prima età adulta ed è presente in una varietà di contesti, come indicato da 5 o più dei seguenti elementi:
- Senso grandioso del sé ovvero senso esagerato della propria importanza;
- E’ occupato/a da fantasie di successo illimitato, di potere, effetto sugli altri, bellezza, o di amore ideale;
- Crede di essere “speciale” e unico/a, e di poter essere capito/a solo da persone speciali; o è eccessivamente preoccupato di ricercare vicinanza/essere associato a persone di status (in qualche ambito) molto alto;
- Desidera o richiede un’ammirazione eccessiva rispetto al normale, o al suo reale valore;
- Ha un forte sentimento di propri diritti e facoltà, è irrealisticamente convinto che altri individui/situazioni debbano soddisfare le sue aspettative in maniera immediata;
- Approfitta degli altri per raggiungere i propri scopi, e non ne prova rimorso;
- E’ carente di empatia: non si accorge (non riconosce) o non dà importanza a sentimenti altrui, non desidera identificarsi con i loro desideri;
- Prova spesso invidia ed è generalmente convinto che altri provino invidia per lui/lei;
- Modalità affettiva di tipo predatorio (rapporti di forza sbilanciati, con scarso impegno personale, desidera ricevere più di quello che dà, che altri siano affettivamente coinvolti più di quanto lui/lei lo sia) e comportamenti arroganti e presuntuosi.
All’interno del Disturbo Narcisistico di Personalità è possibile distinguere due principali categorie:
- Narcisismo overt: caratterizzato dalla presenza di elevata autostima, scarsa tolleranza alle critiche, mancanza di ansia
- Narcisismo covert: caratterizzato dalla presenza di ipersensibilità alle critiche, elevata vulnerabilità, ansia, bassa autostima che possono indurre ad evitare il confronto con gli altri.
Il narcisista patologico non ha idea di quale sia la sua autentica immagine, la sua vera personalità, si muove secondo un falso Sé, una immagine ideale che si è costruito per essere accettato dalle figure di accudimento. Pertanto, la personalità autentica della persona narcisista, viene soppressa, perché se emergesse sarebbe ritenuta inaccettabile e non meritevole di attenzione da parte delle figure di attaccamento.
I soggetti con una struttura narcisistica di personalità hanno spesso una sessualità di tipo promiscuo ed una spiccata capacità di eccitazione sessuale, ma non sono in grado di investire dal punto di vista emotivo. Questo perché alla base del disturbo vi è una profonda ferita narcisistica che consiste nel fatto che il bambino futuro narcisista, non è stato rispecchiato durante la sua infanzia dalle figure di attaccamento, pertanto non si è sentito riconosciuto e visto per quelli che erano i suoi reali bisogni e desideri.
Secondo Lowen il tratto fondamentale che caratterizza la personalità narcisista è la negazione dei sentimenti, manca la capacità di porsi dei limiti morali, sia nei confronti degli altri che in particolare nell’ambito della sessualità, manca la capacità di provare rimorso e senso di colpa. Cosa si intende per negazione dei sentimenti? L’anestetizzazione dei sentimenti, come difesa per non sentire il dolore.
Il narcisista quando compie una azione mette anche in atto una dissociazione emotiva, cioè il comportamento è slegato dall’emozione. I narcisisti sono insensibili, privi di empatia, non solo esclusivamente nei confronti dell’altro, ma anche nei riguardi di se stessi, non sono capaci di riconoscere i loro stessi sentimenti e conseguentemente di poterli identificare negli altri, non sono in grado di immedesimarsi.
Ogni individuo da piccolo sperimenta qualche tipo di frustrazione, ma alcuni sono in grado di tollerarla e superarla perché vicino hanno figure di attaccamento adeguate. Il futuro narcisista invece, avendo dei genitori incapaci di sostenerlo nel suo sviluppo, non è in grado di tollerare l’umiliazione e la frustrazione che ne consegue, e sperimenta un forte vissuto di impotenza, una ferita narcisistica. È per questo che i narcisisti utilizzano il controllo sugli altri, per evitare di risperimentare l’umiliazione e il senso di impotenza, che hanno vissuto ripetutamente durante la loro infanzia.
Lowen si differenzia da molti autori che parlano di narcisismo patologico, in quanto discorda sulla ipotesi che questo sia la conseguenza di un mancato superamento del narcisismo primario, mentre ritiene che ogni forma di narcisismo sia la conseguenza di problematiche nella relazione genitori e figli. L’autore classifica il narcisismo secondo cinque tipologie in base alla gravità:
- Carattere fallico-narcisistico: viene esagerata l’immagine sessuale, e si dà molta importanza alla seduzione del partner. Sono quegli individui che collezionano partner per la mera conquista sessuale, con lo scopo di confermare la loro potenza virile. Una volta raggiunto l’obiettivo, la conquista viene rifiutata e si passa a una nuova preda. Gli uomini si identificano fortemente con la figura del padre, mentre le donne hanno una forte identificazione con la sessualità femminile. Entrambi, uomini e donne, si focalizzano sulla loro immagine sessuale, appaiono arroganti e superiori.
- Carattere narcisistico: rispetto alla tipologia appena descritta in questi individui l’aspetto narcisistico è più evidente in quanto c’è un maggior senso di grandiosità e di onnipotenza. Queste persone sono sempre migliori e superiori rispetto agli altri, e si creano delle fantasie di successo di gran lunga superiori rispetto al soggetto con carattere fallico narcisistico, che è più ancorato al senso di realtà.
- Personalità borderline: nella personalità borderline ci possono essere aspetti narcisistici ma ciò non è la regola. Inoltre, se e quando sono presenti tratti narcisistici, è facile che vengano meno nel momento in cui le persone borderline si sentono sotto pressione e vulnerabili, bisognose di un punto di riferimento esterno, cosa inammissibile per un narcisista. Il narcisista non può nemmeno prendere in considerazione l’idea di essere fragile e vulnerabile, significa essere perfettibile e aver bisogno magari anche dell’altro. Pertanto, è più facile, rispetto a un narcisista, che un soggetto con personalità borderline decida di intraprendere un percorso di psicoterapia.
- Personalità psicopatica: l’aspetto di grandiosità aumenta ulteriormente, accompagnato da senso di disprezzo per gli altri in generale. C’è la necessità di soddisfare immediatamente impulsi e desideri perché la frustrazione è insopportabile. Negano i propri sentimenti come gli altri narcisisti e possono sfociare in atteggiamenti fortemente antisociali e delinquenziali; questo quadro è definito da altri autori come narcisismo maligno, dove si diventa incuranti del dolore arrecato alla vittima, che viene oggettivizzata, e sono minimizzate le conseguenze e talvolta negate le azioni crudeli perpetrate ai danni della vittima. Questi individui mancano di una coscienza, non sono in grado di distinguere tra ciò che è giusto e ciò che è sbagliato. Fanno parte dei comportamenti antisociali condotte come l’uso di alcol e sostanze stupefacenti, la sessualità promiscua, i furti, la truffa, il tutto senza provare il minimo rimorso. Questi individui indurranno facilmente nella vittima un trauma da narcisismo, è come se il narcisista con la sua violenza psicologica venisse interiorizzato, generando una vera e propria dipendenza con relativa crisi di astinenza (Brunelli).
- Personalità paranoide: questa è caratterizzata da megalomania, dalla convinzione di essere al centro di ogni cosa, fino a pensare di essere oggetto di cospirazioni. L’esame di realtà è fortemente alterato. Nella personalità paranoide i tratti narcisistici presenti sono quelli della superbia e della freddezza emotiva.
Secondo l’Analisi Transazionale, che utilizza un modello tripartito della personalità, la persona narcisista ha interiorizzato le ingiunzioni non essere intimo psicologicamente e non fidarti, perché le figure genitoriali erano appunto inaffidabili, non disponibili, talvolta imprevedibili, anaffettive, manipolatorie, abusanti; di conseguenza il narcisista si è costruito l’idea che deve fare affidamento solo su se stesso e che avere bisogno degli altri lo può esporre alla minaccia della sua incolumità. Inoltre, presenta uno Stato dell’Io Bambino grandioso, al fine di supplire al senso di inadeguatezza genitoriale, è caratterizzato da un Adulto che minimizza le conseguenze delle proprie azioni e da un Genitore inadeguato nelle funzioni di sostegno, incapace di fornire stima e sicurezza. Nei rari casi in cui un narcisista ricorra ad uno specialista, è fondamentale stimolarlo al riconoscimento delle emozioni represse nell’infanzia verso i genitori e fare in modo che si dia il permesso di esprimerle, gettando la maschera che si è costruito che lo protegge dalla paura di essere e di mostrarsi fragile.
Riferimenti bibliografici:
Brunelli, P.P. (2015). Trauma da Narcisismo nelle relazioni di coppia. Ipotesi per una nuova diagnosi. Ed. a cura dell’Ass.ne Culturale Albedo, Milano.
Kernberg, O. (1995). Relazioni d’amore. Normalità e patologia. Raffaello Cortina Editore, Milano.
Lowen, A. (2013). Il Narcisismo. L’identità rinnegata. Universale Economica Feltrinelli.
Novellino, M. (2014). L’approccio clinico all’analisi transazionale. Epistemologia, metodologia e psicopatologia clinica. Franco Angeli, Milano.