Plusdotazione, alto potenziale cognitivo, genialità, gifted: sono diversi i termini utilizzati quando si intende parlare di individui che sono dotati di un’intelligenza molto elevata.
Nel panorama internazionale si tende ad utilizzare il termine “gifted” per indicare il “dono” che questi soggetti possiedono. In Italia invece si parla più frequentemente di plus dotazione cognitiva o alto potenziale cognitivo.
Al di là della terminologia, la plusdotazione è un costrutto molto complesso, che non può essere ricondotto solo ad un’elevata intelligenza, ma ad una vasta gamma di caratteristiche comportamentali e personali che si esprimono attraverso modalità diverse.
Ma vediamo chi sono i bambini plusdotati
Da un punto di vista cognitivo sono considerati plusdotati bambini che ottengono un Quoziente Intellettivo (QI) di Fascia Alta o Molto Alta (uguale o maggiore a 130).
Sono bambini che possiedono competenze cognitive molto elevate e alcune caratteristiche peculiari:
-elevate abilità di ragionamento astratto e problem solving
-maggiore flessibilità e rapidità nella selezione delle informazioni: apprendono infatti molto in fretta e più precocemente rispetto ai coetanei
-capacità mnestica elevata
-alti livelli di motivazione intrinseca all’apprendimento
-curiosità intellettiva
-Interessi specifici e settoriali
-noia per le attività routinarie
Per quel che riguarda lo sviluppo, raggiungono le principali tappe molto più precocemente: camminano intorno ai 12 mesi, sviluppano il linguaggio prima dei 24 mesi, imparano a leggere e scrivere entro i 5 anni (Zanetti, 2017).
Inoltre si riscontrano spesso altre due caratteristiche di cui si trova accordo in letteratura:
–Sviluppo asincrono: ovvero ad abilità cognitive elevate non si osserva una corrispettiva maturità affettivo- relazionale; un gap quindi tra età mentale ed età cronologica, che può comportare vissuti emotivi di stress e ansia. Ad esempio il bambino può sviluppare interesse per tematiche o concetti astratti che però non riesce a gestire emotivamente (es: religione, morte, senso della vita). Oppure difficoltà relazionali poiché possono non condividere gli stessi interessi dei coetanei e prediligere quindi relazioni con gli adulti.
–Ipersensibilità emotiva (sovraeccitabilità) àriguarda la difficoltà di discernere le proprie emozioni relative ad un evento, dovuta ad una profonda comprensione degli eventi connotati emotivamente, per i quali però il bambino non è in grado di regolare ciò che prova. Questa incapacità li porta a vivere le situazioni in modo eccessivo ed estremizzato.
La plusdotazione nei bambini: come riconoscerla?
Per riconoscere la plusdotazione è necessario effettuare un percorso di consulenza psicologica che preveda colloqui con i genitori, con il bambino, e possibilmente con le insegnanti. La valutazione psicodiagnostica deve prevedere la somministrazione di test cognitivi e test psicologici, con la possibilità di analizzare non solo il profilo cognitivo ma anche emotivo-psicologico del bambino.
Infatti la presenza di una elevata variabilità intra e inter individuale pone numerosi problemi nell’identificazione di questa popolazione, per cui non occorre tener conto non solo del profilo cognitivo ottenuto ma anche del profilo emotivo psicologico (Morrone et al., 2019).
Quale Intervento per la plusdotazione?
Dal punto di vista psicologico è importante aiutare il bambino a raggiungere una maggiore consapevolezza di sé e del proprio bagaglio cognitivo ed emozionale. Ad esempio attraverso un approccio metacognitivo si può portare il bambino a conoscere il proprio modo di pensare e ragionare, per trovare delle strategie che consentano di equilibrare pensieri ed emozioni.
A scuola, non è raro che questi bambini affrontino delle difficoltà, soprattutto di tipo relazionale, oppure dovute al forte divario tra didattica proposta e competenze cognitive. È molto importante quindi adottare una didattica che si adatti il più possibile allo stile di apprendimento del bambino e adottare quando possibile una personalizzazione, incentivare attività di lavoro cooperativo e condiviso, coinvolgerlo nelle attività di spiegazione, con l’obiettivo di valorizzare il suo talento (Zanetti, 20017).
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Bibliografia
Morrone C. Pezzuti L. Lang M. Zanetti M.A (2019), “ Analisi del profilo WISC-IV in un campione italiano
di bambini e adolescenti intellettualmente gifted” Psicologia clinica dello sviluppo fascicolo 1.
Zanetti M.A (2017) “Bambini e ragazzi ad alto potenziale. Una guida per educatori e famiglie”. Carocci, Faber.
Cornoldi C. (2019) “Bambini eccezionali: superdotati, talentuosi, creativi o geni”, il Mulino.
0 thoughts on “Plusdotazione cognitiva nei bambini: cos’è e come riconoscerla”
Rossella bucca says:
Buongiorno, noto nella vostra descrizione dei bambini gifted una forte rassomiglianza con molte delle peculiarità dei bambini Asperger, sia per punti di forza che di debolezza. Avete per caso approfondito questo aspetto? I Gifted possono essere spesso Asperger? Grazie mille
Martina Mattei says:
Salve Rossella, un’ottima osservazione poiché è vero che alcuni aspetti, sia in termini di punti di forza che di debolezza possono rimandare ad elementi tipici delle sindromi dello spettro autistico, in particolare l’autismo ad alto funzionamento (Asperger). Tuttavia, la valutazione della plusdotazione, che rappresenta una modalità di funzionamento cognitivo, e non una sindrome o una psicopatologia (tant’è che non si parla di diagnosi di plusdotazione)
deve aver prima escluso la presenza di un disturbo di questo tipo. In sostanza è opportuno effettuare una buona diagnosi differenziale.
Ciò non esclude la presenza in soggetti dello spettro autistico ad alto funzionamento di profili cognitivi elevati, ma appunto risulta fondamentale in sede valutativa una buona diagnosi differenziale in tal senso. Spero di esser stata utile. Per altre informazioni, rimango a disposizione