Innanzitutto: chi è lo psicologo dello sport?

Dottoressa Roberta Cappelluti, nata a Roma il 04/05/1989. Laureata dal 2012 in Psicologia dinamico-clinica dell'infanzia, dell'adolescenza e della famiglia, dal 2018 lavora presso il Ministero della S...
psicologo dello sport

Il tema del benessere psicofisico è molto trattato negli ultimi anni e si trova tantissimo in letteratura. Quello che vorrei portare più all’occhio in questo primo articolo è proprio farvi conoscere chi è quella figura che si dedica al benessere non solo di chi pratica lo sport, ma anche di tutte quelle persone che ruotano intorno ad uno sportivo.

Chi è quindi lo psicologo dello sport? E’ un dottore in psicologia che mette a disposizione le sue conoscenze per il settore sportivo. E come lo fa? Dedicandosi alla formazione attraverso interventi ed attività che possono essere sia individuali che di gruppo.

Quali sono gli aspetti che inizialmente uno psicologo dello sport va a valutare quando si scontra con un atleta o con un gruppo sportivo?

Per prima cosa vi è molta differenza tra il lavorare con un singolo atleta e con un gruppo sportivo (che non indica solo un gruppo di atleti ma anche l’allenatore, la società, ed eventualmente i familiari).

Con un singolo atleta l’intervento è richiesto dall’atleta stesso, che per varie cause, spesso a lui sconosciute, non riesce più a rendere come ha sempre prodotto oppure vorrebbe capire come poter aumentare le sue capacità in quel determinato sport.

In un gruppo sportivo l’intervento è molto diverso; innanzitutto viene commissionato dall’ente stesso e per questo motivo alcune volte lo psicologo deve (anche più volte) incontrare i vari componenti per dare un’inquadratura del suo ruolo e far capire che non si è li per qualche “problema psicologico” ma per un intervento a carattere formativo su aspetti psicomotori, relazionali ma anche di attualità.

Perché di attualità? Perché spesso il committente è un ente che commissiona l’intervento per valutare degli aspetti che non derivano dallo sport stesso. Per esempio per un gruppo di giovani atleti nel quale dominano dinamiche a carattere adolescenziale, i problemi spesso riscontrati sono quelli del bullismo, o derivano dal prendere coscienza dell’evoluzione fisica che i loro corpi attraversano in questa specifica età.

Per questo il lavoro dello psicologo dello sport deve essere ben spiegato; perché qualsiasi intervento cambia in base al luogo, all’età, ai componenti, e se svolto sul singolo o sul gruppo.

Capisco anche, per questi motivi esposti, che spesse volte questa specializzazione non è ben chiara rispetto le altre e non viene categorizzata a dovere. Quando incontro persone che mi chiedono che lavoro faccio la prima cosa che mi dicono è “ah quindi sei un mental coach!”. In realtà le figure non sono neanche sovrapponibili ma ad un primo pensiero di chi non mastica la materia sembrano essere la stessa cosa.

 

Bernardi, E., Grauso, A. (2010) “La psicologia dello sport nell’età evolutiva“. Kappa.

Bernardi, E., Grauso, A., Ronchetti, E. (2013) “La guida psicologica del calcio. Come costruire una squadra vincente”. Kappa.

Lucidi, F.(2011) “Sportivamente”. LED.

 

 

 

 

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