“Il Perfezionismo è un fattore di rischio nel suicidio più di quanto possiamo pensare“, dice Gordon Flett professore di psicologia dell’università di York.
Il professor Flett chiede di porre maggiore attenzione al suo potenziale distruttivo; aggiungendo che le linee guida cliniche dovrebbero includere il perfezionismo come fattore separato per la valutazione del rischio di suicidio e di intervento.
Il perfezionismo è riconosciuto come un fattore collegato con il suicidio, ma gli autori ne evidenziano il ruolo di amplificatore del rischio di suicidio, che viene sottovalutato a causa di diversi fattori.
“Vi è un urgente bisogno di guardare al perfezionismo con un approccio centrato sulla persona, come un fattore di rischio individuale e sociale. Formulare linee guida cliniche per la valutazione del rischio di suicidio, per l’intervento e per la prevenzione del suicidio“, dice Flett.
Più di un milione di persone in tutto il mondo, si suicidano in un anno, secondo una stima del 2012 del Centro per il Controllo delle Malattie Pervenzione.
Nella ricerca di Flett e co-autori (Paul Hewitt dell’ Universita della British Columbia e Marnin Heisel della Western University), viene fatto notare come per alcune figure professionali, come i medici, gli avvocati e gli architetti, le cui occupazioni sono specificatamente di precisione, e anche in ruoli di leadership, esiste un più alto rischio di suicidio collegato al perfezionismo, e citano recenti casi di perfezionisti importanti che sono morti per suicidio.
L’ articolo, “The Destructiveness of Perfectionism Revisited: Implications for the Assessment of Suicide Risk and the Prevention of Suicide“pubblicato a fine settembre su American Psychological Association, evidenzia diversi problemi, tra cui come i pensieri di suicidio possono essere collegati a pressioni esterne all’essere perfetto.
Essere esposti a incessanti richieste di perfezione, conduce a un legame consistente con aspetti di disperazione e tendenze al suicidio; suicidi che si verificano senza preavviso e che risultano letali.
“I dati mostrano legami coerenti tra perfezionismo e disperazione; si dovrebbe valutare la necessità di un approccio individualizzato che riconosca il rischio maggiore per i perfezionisti,” conclude Flett aggiungendo: “Essi tendono inoltre a sperimentare disperazione, dolore psicologico, stress per la propria vita, generalizzazioni, e una forma di perfezionismo emotivo che limita la volontà a rivelare impulsi suicidi e le intenzioni. ”
L’articolo spiega inoltre perché è essenziale progettare in modo proattivo programmi di prevenzione adeguati per quelle personalità con caratteristiche e componenti specifici, volti a migliorare la resistenza e ridurre i livelli di rischio tra i perfezionisti che si nascondono dietro una maschera di apparente invulnerabilità.
Fonte
Articolo ripreso adattato da psicologi@lavoro dal comunicato stampa originale.