I social media e l’esperienza alimentare
In un contesto storico così veloce e digitalizzato il web rappresenta una fonte ormai primaria di informazioni sull’alimentazione. Basti pensare ai food blog, ai ricettari di cucina online e ai molteplici usi che si fanno dei social-media per ottenere informazioni, confronti e spunti nella scelta di un proprio stile alimentare. Il 54% dei consumatori utilizza i social per scoprire e condividere esperienze alimentari e il 42% li utilizza per avere consigli sulla preparazione dei piatti e su cosa mangiare.
Anche in questo caso, l’alimentazione e il benessere si pongono in maniera ambivalente rispetto al sistema mediatico: da una parte l’utilizzo del web è funzionale al raccoglimento di svariate informazioni, oltre che fare da grande contenitore in cui vengono promossi comportamenti di prevenzione e sensibilizzazione rispetto ai disturbi alimentari. Dall’altro però diventa trampolino di lancio per modellarsi su stili di vita caotici, disordinati o iper-rigidi e comportamenti alimentari disfunzionali.
L’influenza dei social media sull’immagine corporea: gli studi
Un recente studio ha portato alla luce l’influenza che Facebook può avere nel mantenimento di un disturbo alimentare: maggiore è il tempo passato sul social, maggiore è il rischio di sviluppare e mantenere stati d’ansia sulla percezione che si ha del proprio corpo, adattandosi conseguentemente a comportamenti alimentari rigidi e restrittivi e con alti livelli di insoddisfazione e senso di inadeguatezza.
Altri articoli fanno riferimento alla potenza di Instagram come prima piattaforma di esacerbazione di comportamenti alimentari affini all’anoressia e all’ortoressia nervosa. Il social permette infatti agli utenti di seguire le pagine attraverso gli hashtag, alcuni dei quali sembrerebbero spingere verso l’adozione di comportamenti alimentari restrittivi ed esercizio fisico compulsivo. Come evidenziato nello studio sull’hashtag #fitispiration, l’esposizione continua ad immagini di corpi ipertonici avrebbe conseguenze negative sulla percezione della propria immagine corporea.
L’esperienza alimentare condivisa sui social media
La svalutazione e denigrazione del proprio corpo accompagna in questi contesti il senso di solitudine, bassa autostima, ansia e depressione, tanto da far emergere diverse “comunità virtuali” in cui poter trovare conforto e al tempo stesso conferma del proprio senso di inadeguatezza, favorendo la crescita sempre più dei discorsi legati all’estetica ideale e al cibo salutare e puro.
Una ricerca condotta tra ottobre 2016 e marzo 2017 ha approfondito in modo molto dettagliato quali fossero i contenuti pubblicati maggiormente, attraverso la ricerca per parole chiave. Per la precisione, sono state identificate 25 parole inerenti a condotte alimentari e divise poi per categorie concettuali di riferimento, quali ad esempio “anoressia nervosa”, “bulimia nervosa”, “binge eating disorder”. Lo studio ha rilevato come non solo il numero di post relativi ai disturbi alimentari sia aumentato nell’arco dei mesi, ma anche come nei periodi vicini alle festività si accentuassero le pubblicazioni dei post relativi a condotte di binge eating ed eccesso alimentare nel periodo pre festivo, mentre nel periodo post festivo ci fosse un aumento dei post relativi a condotte eliminatorie e aumento di contenuti potenzialmente salutari.
Gli influencer, l’esperienza alimentare e la costruzione dell’immagine sui social media
Ciò che viene riscontrato attraverso i social è l’esposizione continua a stimoli visivi appetibili e l’affidamento al ruolo degli influencer nella determinazione delle scelte alimentari. Queste persone sono in grado di influenzare fortemente i comportamenti alimentari degli utenti, i quali riconoscono in queste figure capacità e competenze pari ad altri professionisti del settore, oltre che una certa affinità di spirito e valori, tanto da rispecchiarsi e volerne seguire pedissequamente atteggiamenti e comportamenti. Il mondo dei social e in particolare di Instagram è nei fatti un mondo surreale e fittizio, fatto di filtri e ritocchi.
Tuttavia, lo scopo degli influencer e degli utenti è di dare un’immagine quanto più naturale, immediata e normale della loro quotidianità. Questo scopo viene raggiunto proprio grazie al registro di interazione personale ed orizzontale su cui si basa questa piattaforma. Al suo interno, chiunque può decidere di essere ciò che desidera, modificando e ritoccando continuamente ciò che si vuole nascondere, a partire dagli occhi, dal corpo e da tutto ciò che può essere contenuto in un’immagine.
I social offrono la possibilità di estendere il proprio mondo interiore anche fuori di sé, di protrarre schemi di comportamento disfunzionali interni riportandoli fuori, in un contesto accessibile a tutti, con la libertà di poter condividere tutto. Ma solo ciò che si vuole far vedere. Filtrare, ritagliare, modificare se stessi attraverso il mondo digitale è semplice e veloce. Così diventa semplice anche costruirsi una realtà ideale e fittizia in cui immergersi, sostenuta dal consenso, dai “like” e dall’approvazione degli altri.
Prevenzione delle conseguenze pericolose
Le conseguenze che possono derivare da questo mondo sono evidentemente pericolose. Il web ha preso provvedimenti per limitare la promozione di comportamenti alimentari disfunzionali e favorire fenomeni di prevenzione sociale. Tuttavia, sussistono ancora molte realtà in cui la salute fisica e psicologica degli individui è messa continuamente a rischio. Per questo motivo risulta sempre più impellente favorire fenomeni di educazione e sensibilizzazione sulle tematiche alimentari e di sviluppo identitario.
Blogger: Giulia Pelini
Rubrica: Famelicamente. Alimentazione e Psicologia
Dott.ssa Giulia Pelini
Psicologa
Per info e collaborazioni:
info@giuliapelinipsicologa.it
www.giuliapelinipsicologa.it
Bibliografia e sitografia:
- Prosperi E., 2017. Cibo, corpo e disturbi alimentari nell’era 2.0, in Disturbi Alimentari, Psicoclinica.
- Mabe A.G., Forney K.J., Keel P.K. Do you “like” my photo? Facebook use maintains eating disorder risk. Int J Eat Disord.2014 Jul;47(5):516-23.
- Lee E, Lee JA, Moon JH, Sung Y. Pictures Speak Louder than Words: Motivations for Using Instagram. Cyberpsychol Behav Soc Netw. 2015 Sep;18(9):552-6. doi: 10.1089/cyber.2015.0157. PMID: 2634881
- Turner P.G., Lefevre C.E. . Instagram use is linked to increased symptoms of orthorexia nervosa, Eat Weight Disord.2017 Mar 1.
- Parrò E., Corposanto C., Aloi M. (2018), Disturbi del comportamento alimentare e influenza dei social network: il caso Instagram, in Alimentazione, Salute e Dintorni, Franco Angeli, pp. 75-97.
- Galimberti M.G., Corlito G. (2018), Il paragone patologico con il corpo perfetto / immagine perfetta, in L’influenza che i social network (Instagram) hanno sui disturbi del comportamento alimentare.
One thought on “Social media, influenza alimentare e immagine corporea”
Claudia says:
Concordo su tutto, discorso a parer mio giustissimo. Io stessa, quando uso Instagram, mi imbatto sempre in profili di ragazze, perché sono soprattutto ragazze, che sponsorizzano prodotti per dimagrire e per fare attività sportiva e si filmano puntualmente quando fanno attività fisica. La cosa che più mi preoccupa, oltre ai profili dedicati che inneggiano alla “sana alimentazione” e agli “stili di vita sani”, che utilizzano a loro volta hashtag dedicati, è che ci siano tantissimi profili, non oserei quantificarli perché forse sarebbe impossibile, di ragazze, influencer, che nelle loro storie quotidiane, nel corso della narrazione della loro giornata, mentre parlano di quello che hanno fatto, di quello che piace loro, insomma mentre stanno parlando di un qualsiasi argomento random, finiscono con l’inserirci così, totalmente a caso, pubblicità di prodotti utili alla forma fisica, al dimagrimento e simili. Del tipo “stasera devo andare al concerto del mio cantante preferito che ascolto da bambina e porto con me queste pillole (o questo the) che aiuta a snellire questo e quell’altro”. E allora immagino un* ragazz* che magari ha già di per sé un pensiero costante e un’insoddisfazione verso la sua forma fisica, per cui qualsiasi situazione sociale lo fa sentire a disagio, e che pure quando magari è da sol* nella sua stanza, accede su instagram e guarda la storia di qualcuno che segue, si ritrova 3 storie su 6 che parlano di forma fisica e attenzione alla linea. E’ deleterio e frustrante. Ho letto nell’articolo la frase “limitare la promozione di comportamenti alimentari disfunzionali”, e mi chiedo come si potrebbe fare su di un social la cui portata e diffusione dei contenuti è incontrollabile.
Grazie a chi vorrà rispondermi e avere un confronto.