“Flessibilità”, “apertura al cambiamento”, “spirito di iniziativa”, sono caratteristiche sempre più richieste a chi si approccia o si muove nel mercato del lavoro; le aziende cambiano, evolvono e si riorganizzano ad una velocità sempre maggiore e l’emergenza sanitaria da Covid 19 accelererà ulteriormente questo processo di trasformazione delle organizzazioni, richiedendo così alle persone spiccate capacità di adattamento e di proattività per adeguarsi funzionalmente ai mutamenti di contesto.
Ma cosa accade quando i mutamenti delle organizzazioni non coincidono più con i valori, motivazioni e aspettative della persona? Se utilizza tutte le sue capacità e risorse per adattarsi, ma non trova più motivazione in ciò che fa?
Cambiamento professionale: cosa s’intende?
In questi casi la persona entra in una fase critica della sua vita, professionale e personale, spesso vivendo una situazione di ambivalenza tra la scelta di rimanere nella situazione così com’è, per non perdere le sicurezze acquisite, e quella di cambiare per trovare maggiore gratificazione, entrando in uno stato di blocco psicologico che pian piano diventa la “sua normalità” e in cui rischia di rimanere per anni.
Scegliere di intraprendere un cambiamento professionale è difficile, in quanto rende necessario mettersi in gioco, esporsi e confrontarsi con le proprie capacità. Porta, inoltre, a rimettere in discussione le proprie certezze, rivedere le proprie abitudini, i ritmi delle giornate, l’assetto delle relazioni sociali, le dinamiche familiari, le abitudini e la percezione di se stessi e del proprio ruolo.
Come gestire il disagio?
Gestire questo disagio e affrontare il cambiamento richiede quindi fiducia in sé stessi, energia, tenuta emotiva e motivazionale, oltre che capacità di pianificazione, comunicazione e relazione. Tuttavia, proprio la fiducia e l’equilibrio emotivo in questa fase risultano instabili, influenzando negativamente le capacità di scegliere, attivarsi e agire in modo lucido ed efficace. Quando ci si trova davanti ad una persona che vive con disagio la sua situazione professionale, emergono infatti emozioni come rabbia, frustrazione, tristezza, sfiducia, timore e queste stesse emozioni negative si riaffacciano lungo il percorso di cambiamento, si affievoliscono e si intensificano secondo il susseguirsi di successi e criticità incontrate lungo il cammino.
Conclusioni
Il supporto dello psicologo è quindi molto importante in questa fase di transizione, per potenziare le sensazioni di auto-efficacia, riportare equilibrio nella sfera emotiva e mantenere alta la motivazione; altrettanto importante è supportare la persona sul piano realizzativo, attraverso l’impiego di tecniche e strumenti mirati, per trasformare il desiderio di cambiamento in un progetto concreto. Solo in questo modo le persone saranno in grado di scegliere razionalmente, attivarsi, pianificare e mettere in atto le strategie più efficaci per affrontare il cambiamento e progettare un nuovo futuro professionale.
Tecniche e strumenti di consulenza psicologica sul disagio lavorativo ed il cambiamento professionale
Dott.ssa Manuela Morea