Vorrei ma… non posso… vorrei cambiare, ma ho paura… ho sbagliato tutto…
Queste sono tra le affermazioni più frequenti quando i clienti decidono di cominciare un percorso di life coaching.
I primi momenti sono fondamentali per sostenere il nostro cliente nel percorso del cambiamento: importante è condividere che il loro sistema ha ben funzionato fino a quel momento ma, come tutti i comportamenti, hanno dei limiti, e che questi limiti possono essere trasformati in opportunità.
Possiamo apprendere dallo sport (a cui si rifà una parte del coaching) pensando a un famoso atleta di salto in alto come D. Fosbery ,il quale si accorse di dover attivare un cambiamento per raggiungere i suoi obiettivi sportivi, in che modo? Sperimentando una nuova strategia sportiva: dal salto ventrale al salto dorsale,che portò ad un cambiamento radicale nella storia dello sport. Questo significa che i cambiamenti sono importanti per raggiungere dei risultati, ma con una sola strategia non possiamo raggiungere tutti i risultati che vorremmo.
Il life coaching opera ai fini di un cambiamento, perché esso diventa indispensabile nel momento in cui lo sviluppo individuale del cliente entra in contrasto con la rete relazionale ed il contesto a cui appartiene. Spesso la presa in carico di un obiettivo di cambiamento per il coach psicologo e cliente avviene dopo il fallimento dell’adattamento che va esplorato come opportunità.
Alcune persone di solito pensano di essere sbagliate, vogliono sopprimere alcune parti di loro proprio perché credono che in questo modo possono stare meglio e di conseguenza cambiare. Questo avviene perché non sanno di essere uniche e che la loro unicità ha dentro delle potenzialità che loro non conoscono, del tutto inesplorate. E’ importante focalizzarsi sul come “costruire” il processo di cambiamento che nel percorso di life coaching è sinonimo di sviluppo delle potenzialità, prendersi cura di se stessi pensando a cosa ci gratifica di più, tendere all’autorealizzazione. Far leva sui nostri aspetti positivi producendo emozioni positive, come sosteneva B.Friedrickson.
Il lavoro della Friedrickson era dedicato alle funzioni delle emozioni positive nell’evoluzione della nostra specie. Secondo la studiosa, di fronte a una minaccia o opportunità le emozioni positive costituiscono delle riserve a cui attingere. Rafforzano le nostre risorse intellettuali in quanto siamo espansivi, tollerati, e sviluppano le nostre risorse sociali, poichè uno stato d’animo positivo piace di più alla gente e aumenta la probabilità di avere amicizie, amori e collaborazioni.
Si desidera una vita più felice, una situazione familiare più serena, un lavoro più appagante ma non sono chiare le condizioni che realizzerebbero questi desideri. Spesso le persone vogliono cambiare lavoro, ma non dicono quale lavoro vogliono fare, altre vorrebbero essere più felici ma non sanno cosa li renderebbe più felici. Altre volte vorrebbero relazioni diverse ma non dicono né quante né quali. In particolare i clienti esprimono una profonda sofferenza e rifiutano quello che stanno vivendo non conoscendo la loro motivazione al cambiamento.
In tutti questi casi lo psicologo coach può utilizzare “il doppio canale”. Il primo riguarda il tema del miglioramento il secondo il tema del cambiamento. Poiché non è chiaro l’obiettivo da raggiungere, si comincia dal “migliorare la situazione attuale” per esempio migliorare la relazione con il partner, migliorare il lavoro attuale, trovare intanto un lavoro per necessità. Ogni sessione di life coaching dovrà terminare con azioni e obiettivi di miglioramento della situazione attuale per esempio organizzare una serata a tema con il partner, invio di un preciso numero di curriculum.
Il miglioramento della situazione attuale, la maggior auto-efficacia che si ricava, le prime sperimentazioni di una vita attiva, generano nel cliente una maggiore fiducia in se stesso. La maggiore fiducia si combina con un lavoro di esplorazione che procede parallelo e possono cambiare il senso del futuro del cliente. Una volta che il cliente sente questo futuro come suo, i suoi obiettivi si faranno sempre più chiari, a quel punto si può passare alla seconda fase, che è quella del cambiamento, nei contesti o nelle relazioni.
Mentre il miglioramento sviluppa un maggiore adattamento e riforma i contesti, il cambiamento presuppone l’introduzione di nuovi contesti e nuove relazioni.
Le domande mirate sono una tecnica che lo psicologo coach può utilizzare per sostenere il cliente nel percorso di life coaching. Vediamone alcune:
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Potrebbe descrivermi in modo dettagliato la sua situazione attuale?
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In che modo dovrebbe cambiare la sua vita personale/professionale?
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Cosa cambierebbe della sua situazione attuale?
Le domande riflettono il nostro punto di vista, la capacità che stiamo avendo di entrare in empatia, ed hanno come scopo quello di ampliare e arricchire la comunicazione del cliente stimolandolo alla riflessione, alla presa in considerazione di punti di vista nuovi e diversi, aprendo nuovi scenari che prima non erano stati considerati. Servono a rendere palese le omissioni, devono essere aperte e non chiuse ma anche relazionali, colleganti nessi. Posso riguardare argomenti correnti oppure dei quali si è parlato in altri momenti, aspetti concreti, relazionali, emotivi ed affettivi.
Il processo di consapevolezza è iniziato, ora è necessario consolidare le risposte che permetteranno di accedere a un nuovo punto di vista, elaborando le risorse utili a percorrere la strada verso il cambiamento.
One thought on “Life Coaching: la strada verso il cambiamento”
manu says:
Bellissimo articolo. Il cambiamento è un tema molto attuale e questi approfondimenti sono molto utili. Grazie.