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COVID-19 e la necessità di agire sulla “salute mentale”

covid salute mentale

“I servizi di salute mentale sono una parte essenziale di tutte le risposte del governo a COVID-19.

Devono essere ampliati e interamente finanziati. Le politiche devono supportare e prendersi cura delle persone affette da condizioni di salute mentale e proteggere i loro diritti umani e la loro dignità”

Così il 13 maggio Antonio Guterres segretario Generale delle Nazioni Unite Guterres ha lanciato il documento dell’Onu sulla salute mentale, sottolineato come il virus COVID-19 non stia solo attaccando la nostra salute fisica ma anche aumentando la sofferenza psicologica.
parte del discorso:

“Dolore per la perdita dei propri cari … Shock per la perdita di posti di lavoro … Isolamento e restrizioni ai movimenti … Dinamiche familiari difficili … Incertezza e paura per il futuro …” “Quelli più a rischio sono operatori sanitari in prima linea, anziani, adolescenti e giovani, quelli con problemi di salute mentale preesistenti e quelli coinvolti in conflitti e crisi.”

“Anche quando la pandemia sarà sotto controllo, il dolore, l’ansia e la depressione continueranno a colpire persone e comunità.”

“Chiedo ai governi – ha concluso Guterres – di annunciare impegni ambiziosi in materia di salute mentale in occasione della prossima Assemblea Mondiale della Sanità.”

Le azioni da intraprendere secondo l’UN Policy Brief:

  •  Applicare un approccio globale (whole-of-society) per promuovere, proteggere e aver cura della salute mentale. L’inclusione dei temi della salute mentale e psicosociale nella risposta nazionale al COVID-19 è essenziale perché migliora la qualità della programmazione, le capacità di coping delle persone durante la crisi, riduce la sofferenza e consente di accelerare la ripresa e la ricostruzione delle comunità.
  •  Assicurare una ampia disponibilità di interventi di salute mentale e supporto psicosociale in emergenza. Occorre sostenere un’azione comunitaria, che rafforzi la coesione sociale, la solidarietà e capacità di gestire la salute, riduce la solitudine e promuove il benessere psicosociale. Va implementato l’uso innovativo delle tecnologie per favorire i contatti da remoto. Attenzione prioritaria va dedicata a proteggere e promuovere i diritti umani delle persone con disturbi mentali gravi e disabilità.
  •  Sostenere la costruzione dei servizi di salute mentale del futuro, attraverso più cospicui investimenti che attenuino le attuali disuguaglianze. L’assistenza va orientata verso il superamento dell’istituzionalizzazione e il rafforzamento di servizi di comunità. Tutti i programmi per affrontare e ridurre i problemi di salute mentale creati dalla pandemia devono essere, infine, monitorati e sottoposti a valutazione.

Ed è proprio in questo momento che è maggiormente necessario ricordare che “non c’è ripresa senza salute mentale”

fonte

quotidiano sanità

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