Creato algoritmo che potrebbe aiutare a prevede il rischio suicidario

algoritmo prevede il rischio suicidario

Comportamenti associati al suicidio includono: suicidio, tentativi di suicidio e autolesionismo.

Secondo le stime dell’Organizzazione mondiale della sanità (OMS), riportate nel primo rapporto globale sulla prevenzione del suicidio ‘Preventing Suicide: a global imperative’, nel 2012 nel mondo sono state circa 800.000 le persone che si sono tolte la vita e il tasso è stato pari a 11,4 per 100.000 (15,0 per gli uomini e 8,0 per le donne). Si stima che i decessi per suicidio annuali possano salire a 1,5 milioni entro il 2020. In Italia sono circa 4 mila, dati che che ci fanno immaginare le reali proporzioni del fenomeno, ma non tengono conto dei tentativi di suicidio, difficilmente censibili poiché le uniche tracce sono quelle riconducibili ai ricoveri ospedalieri o a cure mediche (leggi anche La prevenzione del rischio suicidario adulto e adolescenziale).

I ricercatori della Vanderbilt University, in uno studio i cui risultati sono stati pubblicati su Clinical Psychological Science, hanno creato un algoritmo grazie al quale, “sembrerebbe“, si potrà prevedere il rischio di suicidio con un’accuratezza del 90%. L’algoritmo è stato creato sulla base di una raccolta di dati prima di un ricovero in ospedale. I ricercatori hanno analizzato i dati disponibili di oltre 5mila pazienti ricoverati per autolesionismo, di cui 3.250 hanno poi tentato di togliersi la vita.

L’algoritmo è stato poi testato su un gruppo di 13mila pazienti che non avevano storie documentate di tentato suicidio, e si è rivelato in grado di predire con un’accuratezza tra l’80 e il 90% il rischio nei due anni successivi, mentre quello a una settimana è stato predetto con una precisione ancora maggiore, del 92%.

“L’algoritmo è molto complesso, e non si basa su un singolo fattore di rischio ma sulla combinazione di più aspetti. Detto questo abbiamo notato che prendere la melatonina sembra essere un fattore significativo nella predizione.“

spiega Colin Walsh, l’autore principale, alla rivista Quartz

“Non penso sia la melatonina a istigare i pensieri suicidi, non c’è nessun motivo fisiologico. Ma il rischio è fortemente legato ai disordini del sonno, ed è possibile che la prescrizione di melatonina ‘catturi’ il rischio di problemi nel sonno”.

 

fonte:

Walsh, C. G., Ribeiro, J. D., & Franklin, J. C. (2017). Predicting Risk of Suicide Attempts Over Time Through Machine Learning. Clinical Psychological Science. doi: 10.1177/2167702617691560

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