Mi capita spesso di vedere in studio persone, più facilmente donne, che si trovano ad affrontare un momento di difficoltà legato alla fine del matrimonio o di una relazione importante. Spesso sono state lasciate dal partner, a volte tradite e, in casi più rari, sono state loro a mettere fine al rapporto. Provano un dolore intenso e hanno la sensazione di non riuscire ad andare avanti.
Molto persone, dopo la separazione, si trovano a sperimentare un periodo di grande sofferenza e di estrema fragilità emotiva: è abbastanza risaputo che la fine di una rapporto innesca un processo psicologico per molti versi analogo a quello dell’elaborazione del lutto.
A differenza della morte, la perdita del partner nelle separazioni comporta il dover accettare di vivere senza l’altro che continua la sua vita in modo indipendente.
La separazione costituisce per la persona una perdita affettiva importante che racchiude in sé tante altre perdite (economiche, pratiche, sociali, familiari, ecc) e per questo mette in crisi l’identità stessa e l’autostima di chi si trova a doverla affrontare.
Come nel lutto,infatti, ci si ritrova a non poter più definire se stessi attraverso la relazione con l’altro: non si è più “moglie di”, “compagna di” ma diventa necessario trovare nuovi ruoli per sé e nuove parole per definirsi.
La dissoluzione del legame non costituisce solo la fine di una storia d’amore importante ma anche di tutto quello che un matrimonio rappresenta a livello psicologico: è la fine di un progetto di vita in cui si era creduto e scommesso, dei sogni per il futuro e spesso di un ideale.
La fase immediatamente successiva alla rottura è caratterizzata dalla negazione: la realtà della perdita è talmente dolorosa da pensare che non sia successo realmente, che “forse è solo un periodo” e che l’altro ritornerà.
Successivamente, la presa d’atto della fine del rapporto porta con sé un profondo struggimento, caratterizzato da sofferenza emotiva, pianto, tristezza e spesso anche rabbia diretta verso l’altro o verso se stessi per non essere stati capaci di prevenirla, di evitarla. Ricerca incessante, speranza e delusione, pianto e collera accompagnano questo periodo di lutto, espressioni del tentativo di recuperare l’affetto perduto. Insieme a queste emozioni, molto spesso coesiste una profonda tristezza, causata dal riconoscimento dell’inutilità dei propri sforzi.
Una relazione duratura costituisce anche un punto di riferimento per la persona: la perdita intacca il senso di autoefficacia, di sicurezza e di fiducia nell’Altro. Questi vissuti disorientano, fanno perdere la sensazione di governare la propria vita e ci si ritrova alla ricerca di una ridefinizione dei propri schemi di riferimento. È questo un passaggio quasi obbligato che porta poi ad elaborare ciò che sta accadendo, a tentare di dare un “senso” ed un “significato”, inserendo la perdita nella propria storia.
Un intervento di supporto nell’elaborazione della perdita sostiene il paziente nell’attraversamento di queste fasi, motivandolo alla necessaria elaborazione dei vissuti di rabbia, dolore, confusione e disorientamento che accompagnano questo momento: dopo aver attraversato tutte le emozioni dolorose che l’elaborazione della rottura comporta, la persona che ha subito la separazione, comincia a riappropriarsi del proprio Io. Scopre in sé la capacità di affrontare e gestire il dolore e spesso si rende conto di aver affrontato e padroneggiato sfide che sembravano insuperabili.
Alcuni scoprono di desiderare uno stile di vita molto diverso da quello che conducevano con il loro partner, altri riescono a far sì che la rottura del rapporto e la sofferenza ad essa legata divengano un’occasione per rivedere i propri sogni, interessi, preferenze ed aspirazioni.
Accompagnare i pazienti in questo percorso, senza che necessariamente debbano mettere in discussione tutta la propria esistenza e le proprie scelte, ma sostenendoli in un percorso di analisi delle proprie modalità di reazione alla perdita e delle proprie risorse interne ed esterne, permette di aiutarli a ritrovare, in un tempo spesso relativamente breve, la sensazione di affrontare il dolore e affrontare nuovamente la vita in modo positivo.