Applicazioni cliniche della Teoria Polivagale, con Stephen Porges

6 ore di Training Avanzato con Stephen Porges, PhD, per imparare step-by-step metodi pratici per applicare la Teoria Polivagale all’interno del tuo setting clinico .

Corso Ondemand

127,00  IVA inclusa

Corso attivo dal giorno 01/09/2022
(27 Recensioni dei clienti)

Docenti:
Stephen Porges  

  • 6 ore di formazione
  • Accesso su dispositivo mobile
  •  Attestato di partecipazione

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La Teoria Polivagale ha rivoluzionato la nostra comprensione sia del modo in cui il sistema nervoso autonomo risponde alla paura e al trauma, sia di come i terapeuti possono lavorare con esso per creare sicurezza, connessione e guarigione duratura.

 

In questo Training avanzato di 6 ore sulle applicazioni cliniche della Teoria Polivagale, Stephen Porges, PhD, creatore della Teoria Polivagale, ti trasmetterà i diversi modi in cui questo approccio sfrutta la neurobiologia e i segnali psicofisiologici per migliorare la tua capacità di trattare traumi, ansia, ADHD, dipendenza, depressione e numerosi altri disturbi.

Il Training è una guida pratica sul potere terapeutico dell’espressione facciale, del contatto visivo, della modulazione della voce e dell’ascolto per aiutare i tuoi pazienti a superare esperienze traumatiche, ferite da attaccamento e problemi di autoregolazione: informazioni che possono migliorare qualsiasi approccio terapeutico e aiutarti a ottenere risultati clinici duraturi.

Attraverso dimostrazioni interattive, video e discussioni coinvolgenti, imparerai step-by-step metodi pratici per applicare la Teoria Polivagale all’interno del tuo setting clinico per aiutare i pazienti di tutte le età.

 

Obiettivi formativi

  1. Delineare le caratteristiche principali e i fondamenti della Teoria Polivagale.
  2. Esporre come la Teoria Polivagale può spiegare le caratteristiche comportamentali legate ai disturbi psichiatrici e ad altri problemi comportamentali.
  3. Determinare in che modo i comportamenti disadattivi, che possono accompagnare diversi disturbi psichiatrici, possono riflettere le risposte adattative innescate dai meccanismi di sopravvivenza.
  4. Comunicare come il processo neurale (neurocezione) valuta il rischio nell’ambiente e attiva circuiti neurali adattivi che promuovono interazioni sociali o comportamenti difensivi.
  5. Valutare la definizione delle caratteristiche del Sistema di Ingaggio Sociale per includere i percorsi neurali che collegano il cervello, il viso e il cuore.
  6. Illustrare come i deficit nella regolamentazione del Sistema di Ingaggio Sociale siano espressi come caratteristiche fondamentali di diversi disturbi psichiatrici.
  7. Specificare come la presenza terapeutica si basa sull’interazione tra i Sistemi di Ingaggio Sociale del paziente e del terapeuta.
  8. Valutare come il Sistema di Ingaggio Sociale è implicato nell’ottimizzazione dei risultati terapeutici.
  9. Accertare quali caratteristiche del Sistema di Ingaggio Sociale sono compromesse da stress e traumi.
  10. Determinare come la stimolazione acustica, tramite il protocollo “Safe and Sound”, può funzionare come stimolatore acustico del nervo vagale per modificare lo stato autonomo e facilitare comportamenti di impegno sociale spontanei.

Contenuti formativi

La Teoria Polivagale

  • La biologia della sicurezza e del pericolo
  • I principi e le caratteristiche della Teoria Polivagale e come applicarla in ambito clinico
  • Come la Teoria Polivagale può spiegare diverse caratteristiche relative a malattie legate allo stress e disturbi psichiatrici come PTSD, autismo, depressione e ansia
  • Il Sistema di Ingaggio Sociale e come è compromesso da stress e traumi
  • Ripristino del nostro Sistema di Ingaggio Sociale
  • Cambiamenti evolutivi e funzioni adattative nel Sistema Nervoso Autonomo
  • Gerarchia di risposta umana alle sfide
  • Tre piattaforme neurali che forniscono le basi neurofisiologiche per l’impegno sociale, il combattimento/fuga e i comportamenti di rifiuto

Sistema di Ingaggio Sociale e disturbi psichiatrici e comportamentali

  • Descrizione della connessione “Faccia-Cuore” che forma un sistema funzionale di ingaggio sociale
  • Come le nostre espressioni facciali, vocalizzazioni e gesti sono regolati da meccanismi neurali coinvolti nella regolazione del nostro sistema nervoso autonomo

Neurocezione: rilevamento e valutazione del rischio

  • Come il nostro ambiente sociale e fisico innesca cambiamenti nello stato fisiologico
  • Comprendere che le reazioni fisiologiche adattive possono portare a comportamenti disadattivi
  • Immobilizzazione senza paura
  • Il gioco come esercizio neurale
  • L’ascolto come esercizio neurale

Risposte biocomportamentali comuni “demistificanti” al trauma e all’abuso

  • Strategie di difesa di lotta/fuga e immobilizzazione
  • Funzione adattativa dell’immobilizzazione e difficoltà cliniche associate
  • Come lo stress e le sfide della vita distorcono la consapevolezza sociale e sostituiscono i comportamenti spontanei di impegno sociale con reazioni difensive

Applicare la Teoria Polivagale in contesti clinici per migliorare l’esito del trattamento

  • Comprendere i principi alla base della Terapia Polivagale
  • Scoprire il protocollo “Safe and Sound”, utile per comprendere e trattare le ipersensibilità uditive e altre caratteristiche di un Sistema di Ingaggio Sociale smorzato
  • La regolazione dello stato emotivo come caratteristica fondamentale dei disturbi psichiatrici
  • Caratteristiche decostruttive dell’autismo e del disturbo da stress post-traumatico
  • Strategie per spiegare l’interruzione e la riparazione della regolazione simbiotica
  • Identificare segnali sociali che interrompono o riparano la reazione difensiva
  • Rischi e limiti della teoria e della pratica clinica

 

Durata: 6 ore

Docenza in lingua inglese, con SOTTOTITOLI in ITALIANO

 

Modalità di fruizione

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Docenti

Stephen Porges

Stephen Porges

Stephen Porges, PhD, scienziato universitario presso l'Indiana University, dove è il direttore fondatore del Traumatic Stress Research Consortium. Professore di Psichiatria presso l'Università del...
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27 recensioni per questo corso

  1. Anna De Santis (proprietario verificato)

    TEORIA POLIVAGALE DI STEPHEN PORGES
    La teoria Polivagale studia la variabilità della frequenza cardiaca e respiratoria. Si è visto che quando gli individui erano nell’atto di attenzione sostenuta, c’era una diminuzione della variabilità della frequenza cardiaca, e la decelerazione della frequenza cardiaca è stata vista come indice del tempo di reazione. Quindi, le persone che avevano una maggiore variabilità della frequenza cardiaca avevano tempi di reazione più rapidi. Se la variabilità della frequenza cardiaca è maggiore si migliora in termini di prestazioni comportamentali. Porges non aveva idea di quali fossero i meccanismi di questo fenomeno, per questo continuò con la sua ricerca per “estrarre” i segnali neurali da quella che viene chiamata “variabilità della frequenza cardiaca”. Poerges ha tentato di estrarre il tono vagale dalla frequenza cardiaca.
    Il tono vagale era l’ampiezza di un segnale chiamato “ARITMIA RESPIRATORIA SCIENTIFICA”. Con un macchinario costruito appositamente nel 1994, sono riusciti a misurare la frequenza cardiaca e l’aritmia respiratoria sinusale, come indice del tono vagale online e di come poterlo regolarizzare.
    La teoria Polivagale è emersa dal Paradosso Vagale in quanto nel mondo della neonatologia il vago è anche attribuito come meccanismo di bradicardia clinica, abbassando la frequenza cardiaca a tal punto che il bambino non ha abbastanza ossigeno; in neonatologia queste reazioni vengono chiamate “incantesimi di morte”, quindi come può il nervo vago creare una condizione letale ed essere al contempo positivo? In un caso l’attività vagale viene misurata dalla variabilità della frequenza cardiaca, in particolare dall’aritmia delle dimensioni respiratorie, mentre nell’altro caso viene misurata dalla bradicardia.
    Non tutte le vie vagali supportano la comunicazione sociale, regolano lo stress e migliorano la resilienza. Ci sono vie vagali che possono essere reclutate per la difesa e sono potenzialmente letali. Secondo le esperienze di Porges il nervo vago era un protettore, ma dovette ricredersi di fronte a situazioni in cui il nervo vago poteva anche uccidere. Allora si domandò: Come può essere sia protettore che letale? Forse l’eccesso di una cosa buona è letale.
    Quali sono i meccanismi che stanno alla base della variabilità bradicardica rispetto a quella della frequenza cardiaca? Nella storia dell’evoluzione si è notato di come non avessimo una sola area del cervello che regolava o produceva fibre vagali, ma due. Infatti, il nervo vago presenta una parte Dorsale più antica e non mielinizzata e una parte più “recente” Ventrale e mielinizzata. Le caratteristiche biocomportamentali della parte ventrale del nervo vago dipendono da un sistema nervoso autonomo con capacità di auto calmarsi, di impegnarsi socialmente in modo spontaneo con gli altri, attenuare le reazioni di minaccia in noi stessi e negli altri attraverso spunti sociali che portano, nei mammiferi, all’ottimizzazione della salute e della crescita.
    La parte ventrale del nervo vago spinge i mammiferi alla socializzazione per garantire un ambiente più protetto e sicuro. Una aggregazione di piccole specie animali piò rendere più sicuro il proprio territorio anche di fronte a minacce esterne da predatori imponenti. È come dire: L’unione rende i soggetti più forti, più resilienti.
    L’aspetto più importante per la crescita e lo sviluppo mentale dell’essere umano è basato sulla Co-regolazione che sta a significare l’importanza della corrispondenza comunicativa fin dalle primissime ore di vita. Si comincia con la suzione, la manipolazione rassicurativa e il reciproco rapporto visivo basato sull’espressione del viso che il neonato percepisce da parte della madre come accogliente, accompagnata da una voce prosodica e avvolgente. Tutto questo stabilisce nel neonato una forma di Co-regolazione esterna-interna che gli garantisce una regolazione vagale del cuore, in riferimento al concetto di freno vagale che fa riferimento alla rapida inibizione e disinibizione del nervo vago sul cuore.
    Una volta che l’individuo si sente al sicuro, può riuscire a connettersi con il mondo esterno in maniera appropriata per la socializzazione e la crescita emotiva. Questo stato definito di connessione sociale permette di collegare il comportamento sociale alla salute fisica e mentale. Permette la cosiddetta Immobilizzazione senza paura in quanto la parte del circuito Ventro Vagale ci permette di stare fermi e rilassati in un ambiente accogliente e sicuro.
    Ma se l’aspettativa viene violata, questa genera una reazione di minaccia neurale con reazioni di ripristino dello stato di sicurezza precedente. Essere al sicurò però, non equivale ad eliminare la minaccia, e la disconnessione acuta interrompe le opportunità di Co-regolazione attivando nel soggetto il sistema nervoso autonomo in riferimento all’ambiente esterno da cui deve difendersi.
    Una persona che vive un trauma e poi non lo elabora crea una forma di persistenza di quella situazione a livello inconscio, compromettendo la capacità di sentirsi sufficientemente sicuri per entrare in contatto con gli altri. L’interruzione cronica della Connessione sociale va a creare situazioni di ristagno comportamentale di attacco o fuga in riferimento a qualsiasi situazione esterna il soggetto possa vivere. La capacità di Co-regolazione viene compromessa in maniera più o meno grave. La psicoterapia è essenziale per queste forme di deconnessione sociale, una di queste è il Reset psicologico, creato da me, per riuscire in breve tempo a destabilizzare il trauma attraverso la ripetizione di Parole Chiave espresse direttamente dal soggetto sotto la guida del terapeuta.
    Osservando gli autistici si è potuto verificare una regolazione vagale depressa. Una forma di Disautonomia e di deconnessione sociale che si può alleviare con specifici esercizi mirati al raggiungimento di una forma di socializzazione in ambiti più consoni al disturbo.
    La pandemia vissuta di recente ha messo a dura prova il nostro sistema autonomo, e ancora oggi ne stiamo pagando le conseguenze in riferimento ad un riadeguamento sociale finalizzato al ripristino della Co-regolazione in riferimento alla fiducia sociale come riequilibrio di vita nella comunità di appartenenza.

  2. Doriana Perazzoli (proprietario verificato)

    bellisismo, innovativo, chiarificatore

  3. Dina Cresta (proprietario verificato)

    Ottimo

  4. Tiziana Valentini (proprietario verificato)

    Cinque stelle

  5. Barbara Ramella (proprietario verificato)

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Corso Ondemand
Corso attivo dal giorno 01/09/2022

  • 6 ore di formazione
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    Per calcolare le tempistiche di accreditamento bisogna far riferimento alla “Data di scadenza del Quiz ECM” indicata nello specifico corso di formazione, NON alla data in cui viene superato il Quiz ECM. La data di scadenza del Quiz ECM la trova indicata nella pagina del corso, sia nel box di iscrizione che nel paragrafo dedicati a Crediti ECM.
    Ebbene, entro 90 giorni dalla data di scadenza del Quiz ECM dobbiamo comunicare i dati ad AGENAS. A sua volta AGENAS trasmetterà i dati al COGEAPS e solo a quel punto le risulteranno accreditati.
    Mediamente, consigliamo quindi di calcolare circa 4 mesi dalla data di scadenza del Quiz ECM. Precisiamo, in ogni caso, che l’Attestato di acquisizione ECM del corso a cui ha partecipato, vale come certificazione dei crediti acquisiti.

    Sì, il corso rilascia un attestato di partecipazione.

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