Donald Winnicott: un grande psicoanalista

donald winnicott

Come si fa a costruire un mondo migliore? Per cominciare ci sono situazione urgenti e note come la malaria, le emissioni di carbonio, l’evasione fiscale, il traffico di droga, l’erosione del suolo, l’inquinamento delle acque …

Donald Winnicott merita il suo posto nella storia per la semplicità del suo approccio a questa domanda. Egli propose che la felicità e la soddisfazione del futuro della razza umana dipendeva in ultima analisi, non tanto da questioni politiche esterne, ma da qualcosa di molto vicino: dal modo in cui i genitori si prendono cure dei loro figli.

Tutte le malattie dell’umanità erano, a suo avviso, conseguenza del fallimento della disponibilità dei genitori.  Il fascismo, la delinquenza, la rabbia, la misoginia, l’alcolismo, questi sono solo i sintomi di infanzie povere, e a farne le spese sarà la società. La strada per una società migliore inizia da casa.

Donald Winnicott (1896-1971) è stato un pediatra inglese, che all’inizio della sua carriera si appassionò, a quello che allora era il nuovo campo della psicoanalisi. Ha lavorato come consulente in medicina per bambini all’ospedale pediatrico di Londra Paddington Green Children’s Hospital, e ha svolto un ruolo cruciale nella formazione pubblica sull’ educazione dei figli, offrendo circa 600 colloqui sulla BBC, e tenendo  conferenze in tutto il paese, autore di 15 libri.

Nel 1954, alla BBC Radio in prima serata con un tono dolce, sostenne in modo incisivo che i bambini piangono “per attirare l’attenzione”.Un messaggio nuovo, specialmente per il Regno Unito noto, allora come oggi, per la sua mancanza di tenerezza e la sua resistenza alla introspezione.

Come ha sottolineato Winnicott: ‘L’inglese non vuole essere sconvolto, non vuole sentire che in realtà non è felice con se stesso.

Voleva aiutare le persone ad essere, nella sua famosa formulazione,  genitori “abbastanza buoni”, non  brillanti o perfetti (come le altre nazioni avrebbero voluto), ma semplicemente buoni.
Trovò utile dividere il mondo in due classi di persone: quelli che non sono stati “delusi”e quelli che hanno sofferto a causa di esperienze traumatiche, e che possono essere canditati a vivevere una vita di sofferenze. Di quest’ultimi  riteneva, si dovesse pensare alla generazione successiva. Così che non si ripetesse la storia.

Cosa possiamo suggerire per incoraggiare i genitori ad essere “abbastanza buoni”?

Winnicott presenta una serie di suggerimenti

Ricordate che il vostro bambino è molto vulnerabile

Winnicott inizia imprimendo al suo pubblico l’idea che il bambino sia psicologicamente fragile, esso non capisce se stesso, non sa dove si trova, che sta lottando per rimanere in vita, non sa quando mangerà la prossima volta, non è in grado di comunicare con se stesso e con chi lo circonda. Il lavoro di Winnicott non perde mai di vista questo concetto, e lui insiste pertanto sulla necessità di adattarsi al bambino per provare ad interpretarne le esigenze, senza imporre richieste per le quali il bambino non è pronto.

Un bambino al quale si chiede di adattarsi se non è pronto o a cui si richiedono comportamenti inappropriati alla sua età, sarà un ottimo canditato a sviluppare un disagio. La salute è il risultato di un ambiente che può rispondere in modo adeguato al bambino, che può mantenere elementi della realtà, che si preoccupa di aspettare che la piccola creatura sia pronta.


Lasciate che un bambino sia arrabbiato

Per Winnicott bisogna consentire ad un bambino di essere arrabbiato, e soprattutto i genitori non devono sentirsi minacciati o considerare inaccettabile tale comportamento, o cattivo. Se un bambino piange perchè è profondamente arrabbiato e sente di voler distruggere tutto, ma le persone intorno a lui riescono a mantenere la calma, questa esperienza rafforzerà notevolmente la sua capacità di comprendere che ciò che sente non necessariamente è reale. Winnicott interpreta i sentimenti violenti contro i genitori come un aspetto naturale del processo di maturazione:

“crescere è di per sè un atto aggressivo”.

Un bambino deve capire che può provare sentimenti di sfida, rabbia anche odio, senza che questi realmente possano compromettere la relazione. Winnicott è quasi sempre profondamente incoraggiante nel suo tono :)

GLASGOW, UNITED KINGDOM - SEPTEMBER 03: A young boy reacts to receiving a immunization jab at a health centre in Glasgow September 3, 2007 in Glasgow, Scotland. Medical experts still believe the MMR jab is safe and that the vaccine does not cause autism. (Photo by Jeff J Mitchell/Getty Images)

Assicurarsi che il bambino non sia troppo arrendevole

I genitori sono felici quando i neonati e i bambini seguono le loro regole. Questi bambini sono chiamati “buoni”. Winnicott era molto spaventato dai bambini ‘buoni’. Uno dei punti espressi è che nei primi anni di vita un bambino deve essere in grado di esprimere liberamente differenti sentimenti ‘cattivi’ senza conseguenze, e senza timore di ritorsioni. Nella formulazione di Winnicott c’è la nascita di un ‘Falso Sé’, un entità esteriormente conforme alle regole, ma che ha soppresso gli istinti vitali, poichè non in grado di bilanciarli correttamente. Non è in grado di avere reali sentimenti di generosità o amore, perché non gli era stato permesso di esplorare completamente l’egoismo e l’odio. Nello schema di Winnicott, gli adulti che non possono essere creativi, probabilmente sono figli di genitori che non sono stati in grado di tollerare la sfida.

“La creatività consiste nel mantenere nel corso della vita qualcosa che appartiene all’esperienza infantile: la capacità di creare e ricreare il mondo. È l’onnipotenza del pensiero propria dell’età infantile.”

Lasciate che il vostro sia un bambino

Ogni fallimento dell’ambiente costringe un bambino di adattarsi prematuramente.  La cosa più importante per Winnicott è semplicemente quello di essere in grado di sintonizzarsi in modo empatico sulle esigenze del piccolo, con i suoi modi. Riconoscerlo, accettarlo e rispettarlo

Realizzare l’importanza del lavoro di genitore

Molti dei genitori sono così stanchi e nonostante tutto l’impegno, naturalmente, ci saranno errori. Agli occhi di Winnicott, l’analista negli anni successivi si comporta come un sostituto del genitore, una buona analisi ha cose in comune con quei primi anni di vita. Anche in questo caso, l’analista dovrebbe ascoltare senza costringere il paziente a sentirsi “meglio” prima del tempo. Dovrebbe fornire un luogo sicuro in cui frammenti di infanzia, che non sono stati completati o pezzi che sono andati storti, possono essere ricreate e recitati. L’analisi è la possibilità di riempire i passaggi mancanti.

Nelle sue descrizioni di ciò che i genitori dovrebbero fare per i propri figli, Winnicott fa riferimento ad un termine che fino ad allora era stato raramente menzionato:  l’amore. Negli scritti di Winnicott, otteniamo un quadro diverso, vi è una resa dell’ego, un mettere da parte i propri bisogni ed ipotesi, per l’ ascolto attento dell’altro.

Dopo Winnicott siamo cresciuti un pò nella figura del genitore, ma solo un pò. Passiamo più tempo con i nostri figli, ma abbiamo ancora delle difficoltà con il concetto di “adattamento” . Abbiamo difficoltà  nel riuscire a sopprimere le nostre esigenze o soffocare le nostre richieste quando siamo con un bambino. Stiamo ancora imparando ad amare i nostri figli, forse Winnicott direbbe che siamo ancora in cammino.

Siamo ancora concentrati verso il “successo” esterno, la rispettabilità che sono, tuttavia, non del tutto “reali”.

 

 

 

Fonte:

Articolo tradotto e adattato:

thephilosophersmail

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