L’ aspirazione più profonda, tra tutte, sembrerebbe essere il desiderio di formare relazioni stabili e soddisfacenti. In molti ricercano, chi più chi meno la stessa cosa. Spesso, tuttavia, accade che ripetutamente nelle relazione si sperimentano episodi dolorosi, uno dopo l’altro, o conflitti apparentemente irrisolvibili; all’interno della relazione ci si sente in lotta, invece che sentirsi supportati.
Una delle più importanti domande è come mai è così difficile avere relazioni felici, e costruttive come tutti desiderano? (Sembra un desiderio intimo della persona, in realtà ha enormi conseguenze sociali, economiche, politiche.)
L’enorme intuizione- anche se non da tutti accettata – della psicoanalisi è che le difficoltà nelle relazioni non iniziano a cena in un ristorante, bensì da bambini.
Questo è stato il contributo del grande psicoanalista John Bowlby: tracciare le tensioni dei conflitti che abbiamo con i nostri partner nella nostra precoce esperienza di cure materne.
Nato nel 1907, Edward John Bowlby era figlio di un medico famoso e di successo; il piccolo Bowlby fu allevato da una bambinaia Minnie, che fu mandata via quando John aveva quattro anni, il piccolo ne soffrì molto senza che i suoi genitori se ne accorgessero. A sette anni, Bowlby andò in collegio, dove senza dubbio non esisteva calore materno.
Bowlby era uno studente di medicina brillante e un ricercatore fantasioso. Nel 1952 fece un film ” Two-Year-Old Goes to Hospital,” dove mostrò la sofferenza di bambini istituzionalmente separati dai loro genitori. Nei reparti, infatti, le madri non erano autorizzate a stare con i loro bambini malati, per paure varie, come la diffusione di germi. Gli orari delle visite erano estremamente limitate. I bambini ammalati, venivano di fatto, separati dalla loro madre.
Come consulente per l’Organizzazione Mondiale della Sanità nei primi anni del 1950, Bowlby scrisse il rapporto”Cure materne e salute mentale“.
Attaccò le ipotesi prevalenti (comprese quelle vigorosamente sostenute dalla sua stessa madre), sostenendo che l’affetto non soffoca e rovina i bambini.
Affermando l’importanza sia per bambino e la madre di sviluppare una relazione intima e piacevole, permise di avviare una serie di riforme.
Bowlby parla in maniera acuta delle cure amorevoli di cui un bambino ha bisogno:
“Le coccole, i giochi, l’intimità dell’allattamento, i rituali del bagnetto e delle cure sono mezzi attraverso cui la madre trasmette tenerezza e orgoglio verso il suo piccolo. E Divengono queste esperienze che insegnano una fiducia di base: che le difficoltà possono essere gestite; che abbiamo il diritto ad essere trattati con calore e premura, che sono nostre per diritto. Questo perchè le cure materna sono necessarie e fondamentali per il corretto sviluppo della personalità come la vitamina D per il corretto sviluppo delle ossa.”
Il genitore ideale è lì quando il bambino ha bisogno, non va in ansia, e non necessita di gestire ogni momento della vita del bambino, dà la sensazione che i problemi, le difficoltà e pericoli non sempre devono essere evitati, ma che possono essere affrontati, risolti o superati. Il genitore infonde sicurezza nel bambino. Non solo in particolari momenti. I bambini che avranno questa sicurezza nella vita: diventano persone sicure, e non necessitano di conferme esterne; sopportano meglio il fallimento, non hanno bisogno di avere rassicurazioni sul proprio valore – perché portano con sé il ragionevole senso di sicurezza su chi sono.
Ma non sempre otteniamo le cure materna di cui abbiamo bisogno. I genitori possono commettere errori.
Possono avere atteggiamenti contrastanti: a volte sono estremamente disponibili, felici di giocare e “fare insieme”; poi improvvisamente sono impegnati e lontani. Oppure alternano momenti di estrema dolcezza e tenerezza con rabbia. Presenti in maniera discontinua. Le loro paure, le ansie o i problemi possono impedire loro di fornire la giusta attenzione di cui il bambino ha bisogno.
Nel1959 Bowlby pubblica una serie di articoli chiamati “Ansia da separazione” descrivendo cosa accade quando il bambino non sperimenta abbastanza cure materne.
Bowlby descrive il comportamento dei bambini che erano stati separati dai loro genitori attraverso tre fasi: la protesta, la disperazione e il distacco al ritorno.
In questo caso, il bambino desidera ardentemente l’attenzione, l’amore e l’interesse dei genitori, ma percepisce un senso di instabilità. Cercano rassicurazione, e si arrabbiano se non sono immediate. Questo è il modello che Bowlby chiama “Attaccamento Ansioso“.
Ma il grado di separazione dai genitori potrebbe essere maggiore; il bambino si sente impotente, si stacca dal genitore: entra in un mondo suo. Per proteggersi diventano distaccati e freddi. Secondo Bowlby è “Attaccamento Evitante“: vedono la tenerezza, la vicinanza, l’ investimento emotivo come pericoloso e da evitare. Essi possono, in realtà, essere alla disperata ricerca di una coccola o di rassicurazione, ma non si fidano.
Il focus del pensiero di Bowlby è su ciò che accade a un bambino se ci sono troppe difficoltà nel formare un attaccamento sicuro. Si tratta, secondo l’autore di di conseguenze a lunga durata.
Il modello di relazione che si sviluppa durante l’infanzia ha ripercussioni su tutta la vita adulta.
Il nostro stile di attaccamento è alimentato da prime esperienze: definisce il nostro modo individuale di stare con gli altri, è il modo in cui percepiamo ciò che gli altri stanno facendo, come inquadriamo le nostre esigenze, come ci aspettiamo che le cose vadano. E’ un copione pre-esistente che viene scritto nelle nostre relazioni adulte, di solito senza che noi nemmeno ce ne rendiamo conto.
In linea con le idee di Bowlby su come i bambini si riferiscono ai loro genitori, ci sono tre tipi fondamentali di attaccamento che abbiamo da adulti.
Attaccamento sicuro
E’ la condizione (molto rara) ideale. Se c’è un problema, si lavora. Se il patner è confuso, stanco, non c’è bisogno di reagire con rabbia. Si dà all’altro il beneficio del dubbio; probabilmente era solo occupato se non ha mostrato alcun interesse per il tuo nuovo taglio di capelli. Forse ha avuto una giornata difficile a lavoro, per questo non è interessato alla tua giornata. Le spiegazioni sono accomodanti, generose, difficilmente irascibili, pronti al perdono.
Attaccamento ansioso
Sms e chiamate solo per controllare dove sta l’altro. Tutto sembra annunciare la rottura imminente del rapporto:”tu non mi ami e vuoi lasciarmi“,” ho fatto di tutto per piacerti, ma nulla conta, io do tutto e tu niente“. Tendono a sentirsi poco apprezzati. Diventano coercitivi ed esigenti e si concentrano sui propri bisogni, non su quelli del partner.
Attaccamento evitante
Preferisce ritirarsi, e andare via. Se c’è un problema, non si parla. Le persone evitanti spesso si uniscono con quelli ansiosi, ne risulta una combinazione rischiosa.
Bowlby ci porta a vedere i nostri partner in maniera più costruttiva. Quasi nessuno in realtà è puramente ansioso o evitante, a volte lo sono. Quindi, allertati da Bowlby, possiamo vedere che la freddezza apparente di un partner e l’indifferenza non è causata da loro disinteresse per noi, ma dal fatto che molto tempo fa erano stati feriti. Si proteggono per paura.
“Auto-consapevolezza del proprio comportamento”. Pone l’attenzione su se stessi, sul nostro modo di vedere il comportamento dell’altro nei nostri confronti.
Bowlby è morto nel settembre 1990 .
C’ è voluto molto tempo prima che le idee di Bowlby sull’importanza nei primi anni del legame tra la madre e il bambino ottenessero il giusto riconoscimento e sostegno. Ma ora è così; è stata una lenta ma inesorabile rivoluzione. Si è trattato di un processo di evoluzione sociale: oggi, un bambino ospedalizzato, prima ancora delle cure mediche, sa che necessita di amore, gentilezza affetto primariamente dai genitori. Nessuno mai si sognerebbe di separare un bambino malato dalla sua mamma.
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Articolo tradotto e adattato per psicologi@lavoro da: