Questo tutorial è rivolto ai giovani che hanno superato l’Esame di Stato e vogliono iniziare a lavorare come psicologi nel più breve tempo possibile.
Se sei tra questi, intanto complimenti, perché hai superato un esame difficile, complesso e imprevedibile, dopo aver investito denaro, tempo ed energie per prepararti. Forse non ti sei mai sentito abbastanza preparato, in alcuni momenti ti sei scoraggiato e hai persino ipotizzato di mollare tutto. Ma ce l’hai fatta.
La situazione si ripete quando si cerca il primo lavoro da psicologo: tutto sembra difficile, complesso e imprevedibile. Si continua a investire denaro, tempo ed energie. Non ci si sente mai abbastanza preparati. Si entra in crisi, si ipotizza di mollare tutto. Eppure, anche in questo caso, e anche in tempi di crisi, tutti ce la possono fare, anche e soprattutto tu!
Ecco 4 suggerimenti, con 4 esempi concreti per ispirarti e 4 spiegazioni della loro importanza.
1) Scegliere un focus
E’ preferibile non entrare nel mondo del lavoro come psicologo “tuttologo”, che “offre consulenze”, sia perché il termine “consulenze” non sempre è chiaro ai tuoi potenziali clienti o pazienti, sia perché l’attuale mondo del lavoro premia i servizi specialistici di nicchia.
Esempio: se vuoi occuparti di clinica, più che proporti come “psicologo che fa consulenze su disturbi depressivi, disturbi d’ansia, disturbi di personalità…” e via elencando le categorie diagnostiche del DSM, può essere utile individuare un problema circoscritto, ad esempio l’ansia.
Poi è utile circoscriverlo ulteriormente, poiché esistono l’ansia da esami, l’ansia da prestazione, l’ansia sociale, l’ansia generalizzata, ecc. Sono problemi diversi, vissuti spesso da categorie di persone diverse. Ad esempio, ipotizziamo che tu voglia occuparti di ansia da esami negli studenti universitari. Hai circoscritto un problema e individuato una specifica categoria di persone che può beneficiare del tuo aiuto.
Perché è importante scegliere un focus?
Il focus non è solo una “strategia di marketing”, ma una condizione che garantisce al tuo cliente una maggiore qualità del servizio che riceve, perché gli consente di rivolgersi ad un esperto che ha scelto di dedicarsi appositamente a quel problema, aggiornandosi costantemente. Il focus ti consente di diventare un esperto, perché concentra i tuoi sforzi, evitando di disperderli su mille problemi, ciascuno dei quali richiederebbe tempi ed energie enormi per essere svolto con il giusto aggiornamento.
2) Creare un brand
Una volta scelto un focus, può essere utile creare un brand, cioè un nome e magari anche un logo che identifichi il tuo servizio, lo renda facilmente memorizzabile e che non sia strettamente legato solo al tuo nome e cognome.
Esempio: si potrebbe pensare ad un brand intitolato “Stop Ansia Da Esami”. Tanti psicologi oggi trattano l’ansia, ma pochi hanno un focus esclusivo sull’ansia da esami universitari e ne hanno creato un brand specifico, tale da diventare un punto di riferimento per gli studenti che hanno questo problema e da venire subito in mente quando si pensa all’ansia da esami. Oggi quindi per iniziare non sempre è efficace immettersi sul mercato come “Dott. Tal Dei Tali, Psicologo”, ma può essere utile aggiungere un tocco di creatività.
Perché è importante creare un brand?
Per diversi motivi che possono velocizzare il tuo avvio, soprattutto 3.
- se il tuo servizio si sviluppa, potresti avere bisogno di collaboratori, di delegare alcuni aspetti del lavoro, perché potresti non essere sempre presente in prima persona. Meglio iniziare ottimisticamente, prevedendo che il brand possa svilupparsi e diventare in parte autonomo dal “padre”, un po’ come i figli;
- se il tuo servizio non si sviluppa, il tuo nome non rimarrà associato ad un servizio che poi non si è affermato
- se il servizio si sviluppa, , tu stesso potresti desiderare occuparti anche di altro e se il tuo nome e cognome è stato ormai associato ad uno specifico servizio, poi potrebbero crearsi dissonanze nei potenziali clienti, se inizi ad occuparti di tutt’altro. Non è detto che succeda, ma meglio iniziare con prudenza e prevenendo qualsiasi rischio.
3) Creare valore intorno al brand
Una volta creato un brand, non è ancora il momento di proporre un servizio di sostegno all’ansia da esami universitari, perché sarebbe una proposta “a freddo”. Nessuno ti conosce, nessuno si fida, nessuno sa se il tuo servizio lo aiuterebbe davvero. Occorre prima creare fiducia, dare un assaggio delle proprie competenze e co-progettare il servizio insieme ai potenziali clienti. Nessuno compra da una persona che non conosce e di cui non si fida, se non in casi e spontanei, ma non è opportuno confidare in questi casi e affidare il proprio avvio al caso.
Esempio: per creare valore intorno al brand “Stop Ansia da Esami”, puoi offrire contenuti gratuiti, attraverso e-book introduttivi, articoli su siti tematici, blog a tema, interventi sui forum, oppure organizzare incontri introduttivi pratici e altre iniziative nella tua città. In cambio, puoi richiedere ai lettori del tuo ebook e ai partecipanti ai tuoi incontri, l’email con cui rimanere in contatto.
Perché è importante creare valore intorno al brand, prima di proporre il tuo servizio?
Dialogare con persone che vivono davvero quel problema aiuta a non considerarli destinatari passivi di servizi ideati in modo astratto, ma di predisporre un servizio effettivamente sintonizzato con il loro problema e nelle modalità che sono a loro più congeniali. L’attitudine a dialogo e all’ascolto fa parte del dna dello psicologo ed è da usare ancor prima del colloquio con una persona e non solo in quel setting, ma sempre.
E’ opportuno creare una lista di contatti di persone che ti hanno conosciuto, che ti hanno apprezzato, che hanno interesse a ricevere informazioni su quell’argomento. Ma soprattutto, ti consente di dialogare con loro, di capire come si presenti il loro problema, come lo stanno risolvendo, cosa troverebbero utile. Ti consente quindi di ideare un servizio che risponda esattamente al problema e al modo in cui si presenta, che spesso è ben diverso da come è descritto sui manuali universitari o illustrato nei master. Il lavoro spesso è proporzionale all’ampiezza e alla specificità della lista di persone che conosci, a cui offrire valore e che sono interessate al tuo servizio perché ne hanno avuto un assaggio.
4) Fare un beta-test
Grazie agli spunti che ricaverai dal dialogo con le persone della tua lista, puoi ideare un primo servizio, possibilmente divulgativo, facendo un Beta test. Non sarà il tuo servizio definitivo, ma una sorta di “bozza”, perché qualunque servizio che viene ideato, poi, di fronte a quello che gli Psicologi dell’Io definirebbero “il muro della realtà”, viene inevitabilmente ritarato, ridefinito, riadattato.
Esempio: nel caso del brand “Stop Ansia da Esami”, puoi ideare un webinar su “3 cause dell’ansia e 3 strategie per gestirla”, quindi una breve iniziativa divulgativa in cui illustri pochi concetti basilari o pratici e stimoli la discussione su questo argomento. Un servizio di sostegno individuale all’ansia da esami universitari, ideato in astratto, proposto a freddo come prima attività psicologica, potrebbe essere troppo impegnativo e traumatico. Invece, un breve seminario divulgativo può essere gestito più facilmente, non attivare eccessivamente l’ansia da “primo impatto con un vero cliente” e rendere graduale il passaggio verso la professione.
Perché è importante fare un beta-test?
E’ meglio non partire con un servizio –bomba di clinica “tosta”, ma con un piccolo servizio, che poi si sviluppa. Lo proponi alla tua lista, in via riservata, poi hai modo di ritararlo, in base al dialogo che ormai hai costruito con i tuoi contatti.
E comunque andrà il beta-test…sarà un successo! Ecco perché.
- Avrai familiarizzato con modalità per farti conoscere, con persone vere che hanno problema;
- Avrai testato un servizio senza troppi rischi, né per te, né per i tuoi clienti;
- Avrai creato relazioni con persone che ti apprezzano, che sono interessate alle tue iniziative e ti riconoscono come professionista che si occupa di quell’argomento;
- Ti sarai costruito un curriculum, non inteso come la classica lista di “esperienze lavorative e formative”, magari un po’ gonfiata, ma come percorso di esperienze sul campo, da te aut- progettate, realizzate e riprogettate, in autonomia e a caldo, attraverso la creazione di relazioni, l’ascolto e il dialogo , che sono le competenze-chiavi della professione di psicologo.
Dott.ssa Stella di Giorgio
0 thoughts on “Come iniziare a lavorare da Psicologo dopo l’Esame di Stato: piano d’avvio in 4 step”
Stella Di Giorgio says:
Grazie Valeria, sono contenta di esserti stata utile e in bocca al lupo :)
Valeria says:
complimenti, ho trovato molto utile ed interessante questo articolo su un argomento tanto caro e noi neo psicologi :)