L’aumento progressivo delle separazioni e dei divorzi costituisce un tratto importante dei mutamenti dei modelli familiari nel nostro Paese. Tale evento comporta numerosi e importanti cambiamentisia nella vita dei figli che degli adulti, con la necessità di nuovi adattamenti.
Quando i genitori si separano, magari dopo anni di vita coniugale, a farne le spese sono spesso i figli, che non capiscono, a volte si colpevolizzano, altre ancora vengono contesi e “giocati” come merce di scambio e di rivendicazioni tra i due ex coniugi.
Tuttavia, per quanto dolorosa e complicata possa essere, la separazione è forse il male minore nei casi in cui il conflitto coniugale diventi insanabile; ovviamente, solo se la separazione viene elaborata e gestita in modo adeguato, mettendo in primo piano la tutela dei minori.
Chi si separa non può dimenticarsi che finito il legame coniugale resta sempre attivo quello genitoriale. Entrambi i genitori, infatti devono prendersi cura dei figli e insieme portarli all’autonomia necessaria per vivere serenamente, se questo non avviene i figli possono trovarsi in condizioni di disagio: spesso tentano di inviare delle richieste di aiuto nei modi che conoscono e hanno appreso (abbassamento del rendimento scolastico, difficoltà relazionali e/o di apprendimento, comportamenti inadeguati o estremamente oppositivi, vere e proprie regressioni a stadi infantili…).
Molto spesso queste comunicazioni indirette non vengono comprese, né accolte, dai genitori, i quali rischiano di colpevolizzare ancora di più i figli, rispetto alla loro situazione. Altre volte la segnalazione di disagio avviene dalla scuola, quando qualche insegnante particolarmente sensibile comprende che i comportamenti dei bambini sono comunicazioni di sofferenza e richieste di aiuto.
La difficoltà, allora, inizia nella comunicazione con i genitori, che a volte ritengono inopportuno ogni modalità di accesso ai servizi. Altre volte si limitano a chiedere un sostegno per i figli, non accettando l’ipotesi di mettersi personalmente in discussione, rispetto al disagio dei propri figli.
In questo quadro di disagio a volte latente, sostenere la genitorialità in caso di separazione coniugale risulta essere un compito di primaria importanza, per garantire la tutela dei minori, troppo spesso assoggettati solo ai “diritti” degli adulti o coinvolti in dispute familiari, pagando il prezzo più alto.
E’ in quest’ottica che nascono i gruppi di parola per genitori separati, dove l’obiettivo generale è quello di offrire un sostegno ai partecipanti, attraverso il dialogo e l’ascolto reciproco. Questo può permettere loro di superare il senso di vuoto e di solitudine inevitabilmente associato alla separazione, di maturare l’accettazione dell’evento critico e di affrontare la nuova condizione di vita a vantaggio del proprio benessere e di quello dei figli.
Oggi, si riscontra che le persone prediligono aderire a percorsi di questo tipo piuttosto che seguire lunghe terapie, trovano un maggior vantaggio nel frequentare questo tipo di esperienza in cui possono condividere, in un contesto comunque protetto e gestito da professionisti, la loro storia, senza sentirsi giudicati, ma accolti e capiti rispetto ai loro vissuti emotivi e alle loro difficoltà quotidiane.
Tali gruppi di incontro sono stati, quindi, pensati per offrire uno spazio di incontro in cui riflettere e confrontarsi sull’essere genitore, padre o madre, in un contesto di separazione: per dare parola a difficoltà, preoccupazioni e timori comuni nei confronti dei figli; per essere occasione di confronto, rispecchiamento e sostegno reciproco partendo dalla propria esperienza; per pensare al futuro e a come aiutare i propri figli a crescere potendo contare su entrambi i genitori.
STRUTTURAZIONE DEGLI INCONTRI
Il gruppo è formato da un minimo di 4 ad un massimo di 12 persone. Gli incontri sono sei di circa due ore ciascuno e si svolgono con una cadenza quindicinale.
Ogni incontro prevede 2 momenti:
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un momento di confronto delle proprie esperienze;
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un momento di approfondimento su un tema specifico(i cambiamenti legati alla separazione, come attenuare i conflitti e i sensi di colpa, i diversi vissuti emotivi, i segnali di disagio dei figli, l’importanza della continuità educativa tra genitori, i rapporti con l’ex partner e con le rispettive famiglie d’origine…).
Durante gli incontri vengono proposte diverse attività creative e dinamiche volte a creare un buon clima all’interno del gruppo e per facilitare la manifestazione di contenuti e vissuti emotivi che spesso le persone non esprimono per il timore di non essere capiti, di essere giudicati, per vergogna. E’ quindi utile usare tecniche quali rompighiaccio, role playing, visione di filmati attinenti al tema che si vuole approfondire, disegni, collage, brainstorming, psicodramma…
In ogni incontro viene proposta un’attività pratica che precede la riflessione e il confronto tra i partecipanti.
I gruppi sono guidati da psicologi e/o psicoterapeuti esperti in sostegno alla genitorialità e nelle dinamiche legate alla separazione e divorzio. Il ruolo dell’esperto psicologo è di facilitare la comunicazione e la riflessione, di garantire la riservatezza relativamente a ciò che emerge, di chiedere il rispetto di alcune regole per il buon funzionamento del gruppo e di dare una restituzione efficace rispetto a quanto emerge in ciascun incontro.
0 thoughts on “I gruppi di parola per genitori separati”
Elena says:
In che modo potrei entrare in questo gruppo?mi collego dal cell ho spesso poco campo…..
petra visentin says:
Il corso proposto da Psicologi&Lavoro si svolge On line e si rivolge a psicologi e psicoterapeuti per condurre efficacemente questi tipi di percorso. Per gli aspetti tecnici inerenti alla modalità di connessione, le suggerisco di inviare una mail a info@liquidplan.it
Nunzio says:
Ci sono questi “incontri” anche a Salerno?
petra visentin says:
Il corso proposto da Psicologi&Lavoro si svolge On line e si rivolge a psicologi e psicoterapeuti per condurre efficacemente questi tipi di percorso.
Se lei è un genitore separato e ha l’interesse a partecipare q questo tipo di iniziativa dovrebbe provare a rivolgersi a consultori o centri di sostegno psicologico per chiedere se organizzano tali attività; purtroppo io non sono a conoscenza ditali percorsi sul territorio di Salerno.
Buona giornata
Petra
Petra Visentin says:
Ciao Michele,
mi permetto di darti del tu … condivido la tua riflessione, spesso a tali percorsi partecipano più facilmente le donne rispetto ai maschi; tuttavia nell’ultimo periodo ho potuto constatare un cambio di tendenza. Molti uomini si trovano in difficoltà, sia nell’elaborare la separazione sia nel relazionarsi con i figli; l’offerta nel territorio di tali iniziative permette loro di confrontarsi con altre persone e di trovare risposta alle loro molteplici domande. In alcune realtà, ahimè, la figura dello psicologo viene ancora vista con sospetto oltre al fatto che in questo periodo di difficoltà economica sono poche le persone che investono in “lunghi” percorsi terapeutici. A fronte di ciò e della mia esperienza professionale credo fermamente che tali incontri di gruppo possano rappresentare una risorsa per coloro che vivono tale evento critico, donna o uomo che sia … Naturalmente è importante il modo in cui l’iniziativa viene presentata e pubblicizzata!
Buon lavoro.
Petra
miche says:
guarda niente di nuovo sotto il sole direi
il vero problema è che almeno per gli uomini fare questo tipo di esperienza è quasi …impossibile in quanto sono troppo presi dalla loro rabbia e non hanno almeno ,dalla mia esperienza, che non è proprio breve, neanche lontanamente l’idea che condividere questa sofferenza, li possa aiutare ecc
il discorso cambia molto per le donne che, almeno per la mia esperienza, riescono molto di più ad attivare una capacità riflessiva e di condivisione maggiore rispetto ai loro partner anzi ex partner maschietti.
auguri