Nella pratica clinica quello che riscontriamo nei pazienti adulti sono la presenza di distorsioni cognitive negative su di sé ed emozioni schematiche che li mettono in condizioni di avere dei blocchi, di non riuscire a fare cambiamenti, di non vivere una vita soddisfacente, di ripetere gli stessi errori.
Si tratta di modelli operativi interni acquisiti nell’infanzia che diventano gli organizzatori dell’esperienza adulta del paziente che viene attivato da trigger interni e/o esterni e che spesso fanno rifermento sia all’attaccamento sia al trauma dell’attaccamento. Infatti, è attraverso le interazioni con le figure di di accudimento che il bambino si forma modelli operativi interni (Bowlby, 1988), che codificati nella memoria procedurale, diventano strategie inconsce di modulazione delle emozioni (Allan Schore 1994) e di interazione relazionale.
Quando gli obiettivi dell’apprendimento relativi alle varie fasi dello sviluppo (sicurezza, negoziazione dei bisogni di autonomia, autoaffermazione, gratificazione) non vengono adeguatamente sostenute dalle figure di attaccamento, lo sviluppo del bambino viene limitato creando blocchi in varie aree che si manifesteranno anche in età adulta:
- Nella difficoltà/incapacità di regolare i propri stati emotivi.
- Nella postura che riflette l’impatto di questi blocchi evolutivi
- Nelle emozioni non integrate che diventano schematizzate
- Nelle convinzioni limitate di sè e del mondo
Queste limitazioni creano interferenze nella quotidianità, nella capacità di poter affrontare i problemi e nella costruzione di legami soddisfacenti.
Tra gli approcci che si occupano di attaccamento, il Body and Emotional Attachment Repair lavora ripercorrendo il processo con cui il paziente nella sua interazione con le figure di attaccamento, ha costruito il suo modo di entrare in relazione con se stesso e con il mondo.
Il focus del lavoro è sulle mappe dietro cui si muovono dei pattern negativi dell’emozione, quindi nell’identificare i trigger che derivano dalle esperienze mancanti e che si possono manifestare attraverso emozioni schematiche secondarie, posture procedurali, e credenze disfunzionali che si sono strutturate nelle esperienze di attaccamento.
Si inizia con un inquadramento della difficoltà del paziente, individuando l’emozione schematica ricorrente, le credenze disfunzionali e le aspettative su di sé fallimentari che ne derivano e il modo in cui vengono rappresentate a livello corporeo. Un altro passaggio è individuare in che fase del ciclo all’azione il paziente è bloccato.
Il ciclo all’azione strutturato da Ron Kurtz, identifica 4 stadi fondamentali presenti nella vita quotidiana di una persona,
- insight (la capacità di mettere insieme le informazioni),
- risposta (la capacità di produrre risposte efficaci in termini di azioni),
- gratificazione (capacità di poter trovare gratificazione in senso lato, nella vita, nella sessualità) e
- completamento (la conclusione di un’esperienza che si accompagna con il riposo, il lasciare andare, il riorganizzarsi per ricominciare il ciclo).
Quando ci sono temi evolutivi bloccati, anche il ciclo all’azione si blocca, creando forti limitazioni nella vita di un paziente, per esempio il senso di colpa è un’emozione che crea una difficoltà/barriera alla risposta, quindi la difficoltà di intraprendere un’azione per paura delle implicazioni.
Il secondo step consiste nella preparazione del paziente attraverso il lavoro sulla regolazione autonoma, interattiva, il lavoro sui confini fondamentale per la legittimazione dei propri diritti, la costruzione di risorse diadiche, fondamentale per lavorare sull’esperienza mancante, il lavoro sulla postura per iniziare a modificare degli atteggiamenti posturali procedurali, lo sviluppo dell’auto-compassione per trasformare l’atteggiamento critico che i pazienti hanno verso le loro difficoltà.
Questo lavoro accompagnerà poi il paziente durante tutto il processo terapeutico, che attraversa le fasi dello sviluppo della difficoltà del paziente. Senso di colpa, odio verso se stessi, solitudine, rabbia cronica, intolleranza alle emozioni positive, sono alcune tra le emozioni che vengono trattate per aiutare il paziente a scoprire passo dopo passo algoritmi emotivi specifici per cambiare queste esperienze, favorire un processo di riparazione interno, sviluppando auto-compassione verso le proprie parti critiche, e se ci sono i presupposti, che si valuteranno insieme al paziente, costruendo uno spazio compassionevole per le figure di attaccamento.
PRIMO TRAINING IN BODY AND EMOTIONAL ATTACHMENT REPAIR
In partenza il 24 Marzo 2023, a Milano e ONLINE
0 thoughts on “Il Body and Emotional Attachment Repair”
marta.pedreschi says:
Salve,
Sono interessata al corso in body and emotional attachment repair e vorrei sapere quanto è online e quanto in presenza e nel caso della presenza se è già stato stabilito il luogo.
Grazie, Marta
Leandro Mancino says:
http://www.psicosoma.eu/prima-edizione-body-emotional.htm
Qui le date, Il Training è programmato per svolgersi in presenza ma se foste impossibilitati a seguire in presenza sarà possibile partecipare in modalità sincrona su piattaforma Zoom.