La griglia di lettura di Cancrini e Harrison (1983) è uno strumento nato per aiutare i giovani specializzandi in terapia sistemico-relazionale ad orientarsi nella storia di vita del cliente e della sua famiglia. Le autrici osservarono che la maggiore difficoltà incontrata nel lavoro psicologico sembrava essere quella di mantenere costante nel tempo una direzione dell’intervento in corso. Hanno dunque messo a punto questo schema da utilizzare come una “base sicura” che permetta allo psicologo di muoversi all’interno del sistema, non solo quando si muovono i primi passi come professionisti, ma anche quando si muovono i primi passi in un nuovo singolo processo di intervento.
Sebbene il contesto di nascita sia prettamente clinico, è possibile riadattare la sua funzione alla lettura di situazioni disfunzionali e/o problematiche in diversi contesti, compreso ad esempio il contesto aziendale (Agus et al, 2018) e quello sportivo.
Infatti può rivelarsi utile allo psicologo operante in ambito sportivo per organizzare le informazioni raccolte nel suo lavoro e per esaminare il contesto, anche relazionale, all’interno del quale strutturare il proprio intervento. Questo processo risulta particolarmente utile nei casi in cui ci si trova di fronte a situazioni complesse come, ad esempio, quelle in cui l’intervento riguarda una “ristrutturazione” delle dinamiche presenti nella società sportiva, un intervento su un’intera una squadra, una situazione in cui il percorso di preparazione mentale con i singoli atleti risulta difficile da integrazione all’interno del programma di allenamento complessivo senza riuscirne ad individuare in modo chiaro i motivi.
La struttura della griglia di lettura sistemico-relazionale
La nostra “bussola sistemica” è composta da cinque aree tematiche, ognuna delle quali può essere esplorata attraverso un gruppo specifico di domande che il professionista rivolge a sé stesso sia nel momento del primo colloquio che, in seguito, durante il corso di tutto il processo di intervento.
1)
La prima area della griglia di lettura sistemico-relazionale riguarda il “dove”, inteso sia come contesto, ovvero l’insieme degli elementi spazio-temporali, che come metacontesto, ovvero il modo in cui un determinato contesto fisico viene vissuto e assume un significato piuttosto che un altro. Gli aspetti di metacontesto ci portano ad indagare la natura della relazione (Cancrini e Mazzoni, 2001) e in questo possiamo fare riferimento agli assiomi della comunicazione umana (Watzlawick, Beavin, Jackson, 1971) e in particolare al secondo che descrive la presenza di due diversi aspetti comunicativi, contenuto e relazione, di modo che il secondo classifichi il primo e sia quindi metacomunicazione e cioè comunicazione sulla comunicazione. Per esplorare il “dove” possiamo interrogarci sul contesto in cui avviene l’intervento: in che livello e settore operiamo? Con quale atleta, sottogruppo o gruppo? Andiamo direttamente in campo o l’atleta ci raggiunge in studio privato? Come è arrivata la richiesta e come è stata accolta dalle persone coinvolte e con quali aspettative? E molto altro…
2)
Una seconda area griglia di lettura sistemico-relazionale riguarda il “quando”, ovvero il momento della storia in cui avviene un determinato evento. Questo riguarda diversi livelli e fa riferimento a diversi aspetti teorici quali le fasi del ciclo di vita individuale di ciascuna persona coinvolta sia dal punto di vista individuale che familiare, sia relativo alla vita “privata” che alla carriera sportiva; le fasi del ciclo vitale della società intesa come sistema; le fasi del ciclo vitale dei sottosistemi (gruppi di giocatori, diverse squadre, etc); la fase del ciclo vitale e la storia del “problema” (quando presente), ovvero quando è comparso per la prima volta e cosa accadeva in quel momento, quando è avvenuta la richiesta di intervento e perché è avvenuta in uno specifico momento, ovvero cosa sta accadendo nel qui e ora del momento della richiesta, perché l’intervento è stato chiesto ora non in un altro momento.
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La terza area griglia di lettura sistemico-relazionale riguarda il “sistema da prendere in considerazione” ovvero le persone coinvolte nella situazione che in ambito sportivo possono essere gli atleti, lo staff tecnico, lo staff dirigenziale, senza dimenticare i genitori e le famiglie degli atleti e, a livello macroscopico, gli enti di promozioni o le federazioni, il contesto sociale, etc. Esplorare questa area valorizza una delle principali caratteristiche dell’approccio sistemico relazionale, ovvero la capacità di ampliare il punto di vista su quello che sta accadendoa un singolo soggetto. Questo è possibile esplorando nel sistema più ampio i comportamenti, le dinamiche relazionali, le presenze e le assenze, le risorse e tutti gli aspetti che da una parte contribuiscono al mantenimento di una situazione omeostatica ma che da un altro punto di vista possono rivelarsi utili per un processo di cambiamento. Comprendere i sistemi che ruotano attorno al cliente permette di avere una visione chiara delle risorse non solo personali, ma anche relazionali offerte dalla rete di sostegno presente attorno all’individuo.
4)
La quarta parte griglia di lettura sistemico-relazionale prende in considerazione anche il professionista che è parte del sistema e sarà, probabilmente, coinvolto dalle dinamiche relazionali del gruppo con cui si relazionale, dalle risonanze con la propria storia di vita e i suoi eventi più significativi. Cancrini e Harrison (1983) hanno dunque deciso di dare importanza alla domanda “con gli occhi di chi sto guardando la situazione?”. Concentrarsi su questo aspetto aiuta ad evitare il rischio di sbilanciarsi verso un membro o un sottosistema (per esempio atleti vs staff tecnico, primo allenatore vs secondo allenatore, staff tecnico vs dirigenza, etc).
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Infine, l’ultima area griglia di lettura sistemico-relazionale riguarda il titolo da dare alla narrazione. Qual è il titolo che lo psicologo attribuisce alla rappresentazione co-costruita insieme al sistema? (Harrison, 1991). Si tratta della parte più emotiva che le relazioni in cui siamo immersi durante una sessione di lavoro ci restituiscono. Questo aspetto ci permette, attraverso un’immagine o una metafora di condensare una serie di informazioni su cui porre di volta in volta nuova attenzione e, infatti, spesso nel titolo è simboleggiato il significato che si attribuisce a una storia (Cancrini, Mazzoni, 2001).
La trasposizione di questi aspetti all’ambito della psicologia dello sport e dell’esercizio fisico non è semplice e immediata, tuttavia l’ottica sistemico-relazionale può aiutare il professionista psicologo a leggere il contesto con nuove lenti, cogliendo aspetti che potrebbero altrimenti passare inosservati e che, invece, possono rivelarsi risorse nel mettere a fuoco le modalità e gli obiettivi del proprio intervento.
Dott.ssa Luana Morgilli
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Bibliografia
Agus, R., Carriero, V., D’Angelo, L., Iacobone, M., Marzano, F., Morgilli, L. (2018). I passi del benessere: l’intervento sistemico in azienda. In AA. VV. Tutti pazzi per… la relazione. Le novità della psicoterapia sistemico-relazionale (pp. 100-104). Roma: Armando Editore.
Cancrini, M.G., Harrison, L. (1983). La trappola della follia. Roma: NIS.
Cancrini, M.G., Mazzoni, S. (2001). I contesti della droga. Storie di esplorazione, autoterapia e sfida: un approccio psicologico al fenomeno delle dipendenze attraverso la complessità. Milano: Franco Angeli.
Harrison, L. (1991). Dalla base sicura all’individuo: riflessioni sulla formazione e sull’allevamento dei terapeuti. Ecologia della Mente, vol. 11.
Watzlawick, P., BeavinJ.H., Jackson, D.D. (1971). Pragmatica della comunicazione umana. Studio dei modelli interattivi delle patologie e dei paradossi. Roma: Astrolabio Ubaldini Editore.