Che significa lavorare come psicologo del benessere? Che ambito è?
Nelle consulenze di marketing sull’avvio della professione, incontro spesso psicologi e psicoterapeuti che non riescono a lavorare in ambito clinico. Pur essendo competenti in questo settore, hanno pochipazienti e non riescono a vivere di terapie individuali. Spesso non manca loro la costanza nell’applicare strategie di marketing, perché le hanno “provate tutte”, ma senza risultato.
Oppure, mi succede di incontrare giovani psicologi appena abilitati, che si affrettano ad iscriversi a una scuola di specializzazione, perché temono di non “poter fare nulla” senza essere psicoterapeuti e di non “saper fare nulla” a causa di una preparazione universitaria troppo teorica e di un tirocinio durante il quale non hanno potuto imparare la pratica.
Ti riconosci in una di queste due categorie? Come hai risolto il problema della mancanza di lavoro in ambito clinico?
Una soluzione che, nelle consulenze di marketing, è risultata efficace anche in tempi di crisi è stato il riposizionamento sul mercato: da un paniere di servizi orientati al malessere, come l’offerta di diagnosi, sostegno e psicoterapia, rivolti a categorie con disagi o disturbi, a un paniere orientato alla promozione del benessere, rivolto a persone sane che vogliono migliorarsi. Si tratta di una vera “Rivoluzione Copernicana”, come la definirebbe Kant, che pone al centro la salute, piuttosto che la malattia.
Ma in che consiste, concretamente, l’offerta di servizi di uno psicologo del benessere?
Tralasciando le definizioni accademiche o teoriche, con questo termine si fa riferimento a quel grande calderone definito anche “crescita personale” o “sviluppo personale”, in cui rientrano numerosi servizi.
Alcuni di questi riguardano, ad esempio, la gestione del peso corporeo, lo sviluppo di abilità personali e interpersonali come la comunicazione e l’empatia, l’accrescimento dell’assertività e dell’autostima, il miglioramento delle relazioni di coppia o delle relazioni genitori-figli, la gestione dello stress anche attraverso tecniche di respirazione e rilassamento, l’incremento delle performance in ambito accademico o professionale, il mental training per sportivi e ballerini, i gruppi per mamme sull’educazione dei bambini, la psicosomatica e altre piccole nicchie. Questi sono solo alcuni spunti, ma è impossibile non trovare un settore che rientri nei propri interessi :)
I servizi sul benessere possono essere “pacchettizzati” in diversi modi, alcuni vincenti e altri perdenti. Infatti, non basta proporre un servizio, per vederlo subito apprezzato dal mercato, ma occorrono appositi “format”, sia per avviarlo che per svolgerlo.
Questo perché l’opportunità di lavoro nell’ambito del benessere è esclusivamente di tipo libero-professionale: lo Psicologo del Benessere non è un lavoratore dipendente, assunto da una struttura, magari a tempo indeterminato, dopo aver inviato il curriculum. Non si tratta di un “posto di lavoro”, dove si timbra il cartellino e si riceve lo stipendio a fine mese. Si tratta di un’opportunità da crearsi in autonomia o attraverso partnership, da attivare seguendo determinate procedure.
Ecco 3 caratteristiche che rendono l’ambito del benessere ricco di potenzialità:
- è presidiabile anche da psicologi, quindi consente di immettersi sul mercato dopo l’abilitazione, senza doversi necessariamente specializzare in psicoterapia e senza dover investire in costosi master. La formazione di base richiesta è quella universitaria, opportunamente valorizzata e approfondita, anche attraverso l’autoformazione;
- non è un ambito saturo come quello clinico, dove la domanda, già scarsa, è soddisfatta prevalentemente dal Servizio Pubblico, mentre in ambito privato è presente una sovrabbondanza di offerta che spinge spesso gli psicoterapeuti a contendersi il “nevrotico del quartiere”, a cercare di “procacciarsi” pazienti e a farsi guerra sulle tariffe, finendo per lavorare in perdita;
- è un settore in crescita, anche in questo periodo di crisi. Lo hanno capito counselor, coach, filosofi e quanti altri “vantano” di lavorare sul benessere. Queste figure hanno intercettato questo bisogno del mercato e stanno offrendo servizi che lo soddisfino, pur non avendo gli stessi strumenti che potrebbe avere uno psicologo.
Questo ambito è quindi un’opportunità, specie in questo periodo di crisi, dove tutto il comparto del benessere (centri estetici, spa, terme, ecc) è in controtendenza e registra una crescita.
E’ un’opportunità che però non deve essere “bruciata” a causa di strategie di avvio inappropriate o improvvisate. Essendo un lavoro da liberi-professionisti, sono molto complesse la fase di avvio, la fase di sviluppo dell’attività e la stabilizzazione dei guadagni. Si rischia di perdere tempo, commettere errori e disperdere energie.
0 thoughts on “Lavorare come Psicologo del Benessere”
Emanuela Caroli says:
Buonasera, mi spiace leggere che la psicologia della salute e del benessere possa passare come un’area di ripiego per lo psicologo che opera al di fuori dell’area clinica.
Da psicologa che lavora nell’area clinica ma che ha svolto diversi anni di ricerca nel dipartimento di psicologia della salute e del benessere, trovo svalutante per la categoria, diffondere la credenza per cui gli psicologi che operano nel miglioramento degli stili di vita o nell’are di benessere siano quelli appartenenti alle due categirie descritte di “disoccupati”.
Il supporto per il mantenimento della salute e del benessere al di fuori dell’area clinica richiede una valida formazione e la conoscenza di strumenti, modelli nonchè la conoscenza di evidenze empiriche.
Cordiali saluti
E.C
Laura says:
Salve, sono una studentessa di psicologia volevo chiederle quanto spazio é presente nell’ ambito organizzativo e aziendale per lo psicologo del benessere. Quanto é ricercata questa figura? Con eventuali master aggiuntivi potrebbe esercitare anche recruiting oltre che career counselling, formazione del personale e assessment?