Prove crescenti suggeriscono che i disturbi dello spettro autistico (ASD) abbiano le proprie origini nella vita prenatale (molto probabilmente durante il primo o il secondo trimestre di gravidanza). E che i bambini inizino a mostrare i sintomi della loro condizione entro i primi anni di vita. La maggior parte dei bambini, tuttavia, riceve una diagnosi di autismo tardi, attorno ai 4 anni. Generalmente formulata dopo due anni dalla prima richiesta da parte dei genitori, rendendo meno efficaci le possibili terapie. Più la diagnosi è precoce, più è efficace l’intervento.
Le ricerche che valutano gli effetti di un intervento precoce mostrano progressi significativi sul piano cognitivo, emotivo e sociale. Si riscontra un’accelerazione del ritmo di sviluppo con una crescita del quoziente d’intelligenza (QI), dei progressi nel linguaggio, un miglioramento dei comportamenti e una diminuzione dei sintomi del disturbo autistico.
Diagnosi di autismo
I ricercatori della University of California San Diego School of Medicine in uno studio pubblicato su JAMA Pediatrics, mostrano che una diagnosi di autismo da parte di professionisti abilitati e formati è altamente affidabile e possibile già in bambini di 14 mesi.
«Prima è possibile affrontare i problemi degli ASD, migliore è il risultato per il bambino. Il ritardo tra i primi segni di ASD e la diagnosi rappresenta un’opportunità mancata, dato il ritmo accelerato dello sviluppo del cervello nei primi anni di vita»
afferma la prima autrice dello studio, Karen Pierce.
Secondo gli autori la densità sinaptica o connessioni tra neuroni nella corteccia prefrontale e temporale, regioni cerebrali coinvolte centralmente in un comportamento sociale di ordine superiore, raddoppia tra la nascita e 1-2 anni di vita. Per cui è possibile che gli esiti per i bambini con autismo potrebbero migliorare se il trattamento si verificasse quando sono ancora piccoli, durante un periodo di rapida crescita del cervello, piuttosto che più tardi, come è comune.
Lo studio
Nello studio i ricercatori hanno valutato 1.269 bambini nella popolazione generale (441 con ASD, 828 non-ASD) che hanno ricevuto la loro prima valutazione diagnostica tra 12 e 36 mesi e almeno una successiva valutazione, da parte di psicologi.
Le diagnosi spaziavano da ASD e caratteristiche di ASD, ritardo del linguaggio e dello sviluppo o altri problemi dello sviluppo. La stabilità diagnostica complessiva per la diagnosi di ASD era pari a 0,84, superiore a quella di qualsiasi altro gruppo.
Solo il 2% dei bambini ritenuti inizialmente affetti da ASD è poi passato a diagnosi successive di sviluppo tipico. All’interno del gruppo con diagnosi di ASD, la transizione più comune è stata da diagnosi di caratteristiche di ASD ad ASD nel 9% dei casi.
Il 24% dei bambini che non aveva ricevuto diagnosi di ASD alle prime valutazioni, era stato in seguito classificato come tale. Di questo gruppo la transizione più comune è stata da una rilevazione iniziale di ritardo dello sviluppo (25%) o di ritardo del linguaggio (16%), ad un successivo passaggio ad ASD.
I risultati della ricerca suggeriscono che una diagnosi di ASD è affidabile già a partire da 14 mesi, e nel complesso è più affidabile di altre diagnosi, come il linguaggio o il ritardo dello sviluppo, risulta quindi è fondamentale usare ogni strumento efficace, il più presto possibile per iniziare a trattare i bambini diagnosticati a beneficio di loro e delle loro famiglie nel lungo termine”.
conclude Pierce.