Lo psicologo o la tata per il sonno dei bambini?

Aiuto le persone ad affrontare e superare momenti difficili della loro vita e a ritrovare il benessere: singoli individui, coppie e famiglie. Sono psicologa e psicoterapeuta ad indirizzo analitico tr...
Lo psicologo o la tata per il sonno dei bambini.

Che differenza c’è tra una psicologa che si occupa di sonno dei bambini e una tata della nanna? Perché c’è così tanta richiesta intorno al sonno dei bambini?

Queste sono le principali domande che mi ha posto la giornalista del magazine D di Repubblica che sta scrivendo un articolo che uscirà a breve proprio su questa tematica.

Da cosa nascono le difficoltà con il sonno dei bambini?

La richiesta rispetto al sonno dei bambini è ben presente. E le difficoltà che i genitori vivono con il sonno dei loro neonati e bambini riguardano principalmente la fase di addormentamento e i risvegli notturni. Come mai? Cosa è cambiato negli ultimi decenni da rendere così forte questa richiesta?

Sicuramente i genitori hanno sempre meno conoscenza di come dorme un bambino. Questo accade perché la famiglia mononucleare non dà modo, come un tempo quella patriarcale, di assistere all’accudimento dei neonati e dei bambini. Non si conosce il bisogno primario che i neonati hanno di contatto, allattamento e sonno. E non si conoscono le caratteristiche del sonno dei bambini.

Viviamo inoltre, immersi in un mondo iperstimolante da cui i bambini hanno difficoltà a staccarsi per potersi lasciare andare al sonno, sia di giorno che la sera. La ninna nanna si sta estinguendo, tanti genitori non l’hanno mai cantata ai loro bambini. Semplicemente perché non hanno ricordo di averla mai sentita sussurrare.

Modellamento

La prima modalità con cui impara l’essere umano è il modellamento: ovvero l’osservazione delle altre persone. Si stanno quindi perdendo il buon sonno dei bambini e l’allattamento al seno semplicemente perché non si conoscono, non si assiste all’accudimento di neonati e bambini prima di diventare genitori. Per questo motivo alla fine degli anni settanta nasce la figura della consulente in allattamento, proprio a causa di una forte diminuzione di questa pratica di accudimento e nutrimento molto importante per il benessere psicofisico dell’essere umano.

Negli ultimi decenni sono cominciati a comparire i primi libri sul sonno dei bambini e poi le tate, solo da qualche anno anche gli psicologi stanno cominciando a formarsi in maniera specifica su questa tematica.

Perché lo psicologo si occupa di sonno dei bambini?

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Il sonno è un fenomeno che riguarda il bambino sia da un punto di vista organico che psicologico e relazionale. Questi fattori sono strettamente legati tra di loro.

Un primo aspetto su cui lavoro quasi sempre con i genitori riguarda il dare la possibilità ai loro piccoli di fare rilassare il loro corpo senza essere sottoposto ad eccessiva stimolazione. Questo permette di cogliere i primi segnali di stanchezza e permettere al bambino di lasciarsi andare al sonno in serenità. I bambini hanno un corpo che dialoga con l’ambiente che lo circonda attraverso gli organi di senso, la relazione con i genitori media questo dialogo. Un dolce contatto, una luce soffusa, i rumori attenuati, odori gradevoli e gusto appagato portano il bambino ad entrare in contatto con le proprie sensazioni e con il proprio corpo. Può così contattare la sua stanchezza e ricercare il sonno.

I bisogni per il sonno dei bambini

Allo stesso tempo il sonno è la prima separazione che il neonato vive dai propri genitori, e la separazione si ripete ogni volta che il neonato prima e il bambino poi chiudono gli occhi per addormentarsi. Quando il bambino dorme non può vedere la sua mamma, la mamma non c’è più. Perché possa vivere serenamente il sonno e chiudere gli occhi sentendosi sicuro, c’è bisogno che durante il giorno e al momento dell’addormentamento il piccolo soddisfi il suo bisogno di attaccamento. E che si senta sicuro rispetto alla presenza della mamma nel momento in cui lui ne avrà bisogno.

Lo psicologo si assicura che i bisogni dei bambini siano soddisfatti prima di procedere ad occuparsi di sonno. Non utilizza un metodo standardizzato, il colloquio è il suo primo strumento di lavoro. Durante l’ascolto attivo dei genitori un altro importate strumento è l’osservazione della relazione tra i genitori stessi e tra i genitori e il bambino. Lo psicologo non giudica i genitori o i comportamenti come giusti o sbagliati ma li accoglie, qualunque essi siano. Solo dopo questo passo e dopo avere accolto i genitori nei loro bisogni, avendo quindi costruito un’alleanza “terapeutica”, potrà avviare un lavoro collaborativo.

Qual è quindi la principale differenza tra una tata e una psicologa che si occupa di sonno dei bambini?

La prima riguarda sicuramente il diverso coinvolgimento e responsabilizzazione dei genitori. La tata entra in una casa e si occupa direttamente di fare dormire il bambino alla presenza dei genitori o dà indicazioni ben recise su come agire. C’è una sorta di sostituzione.

Lo psicologo lavora invece sull’empowerment delle capacità genitoriali. Sottolineando le competenze di quei genitori, li aiuta ad individuare le criticità che causano le difficoltà che loro vivono rispetto al sonno del figlio, trova insieme ai genitori una soluzione data dall’incontro tra la conoscenza che i genitori hanno del loro bambino e la competenza e conoscenza della complessità del sonno dei bambini proprie dello psicologo.

I genitori escono rafforzati dopo l’incontro con lo psicologo, acquisiscono strumenti di osservazione del loro bambino e capacità di leggere dei segnali che prima non avevano a causa, come scritto prima, di una mancanza di conoscenza e di esperienza.

Il sonno viene considerato all’interno del delicato equilibrio familiare e personale dei componenti di quella famiglia. Ci sarà una soluzione diversa (seppur in alcuni casi simile) per ogni nucleo familiare. Perché non ci sarà mai la stessa combinazione di caratteristiche specifiche individuali e relazionali di quei genitori e di quel bambino.

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