Come applicare la Mindful Eating nella pratica professionale?
Lo abbiamo chiesto ad una nostra collega laĀ Dott.ssa Veronica Ponissi che ha scritto questo articolo per noi
Da anni lavoro con persone che hanno difficoltĆ nel rapporto con lāalimentazione e con il peso corporeo. Ho spesso rilevato come la parte piĆ¹ complicata del lavoro fosse quella di abbandonare l’idea dei divieti e delle doverizzazioni. Avere una storia di sovrappeso spesso espone al sentirsi diversi e talvolta sbagliati al solo pensiero di aver voglia di mangiare un ācibo che fa ingrassareā,Ā sbagliati per aver voglia di mangiare “solo per gola” a fronte del proprio peso corporeo.
Vite passate a sentire di dover essere a dieta, che si contretizzano in continue oscillazioni di peso, e in un rapporto con il cibo caratterizzato da restrizioni, eccessi e sensi di colpa. Continui piani per il futuro, in cui ci si vede motivati e performantissimi, che si arenano nella difficolotĆ di essere efficaci qui ed ora, ovvero nellāunico momento in cui possiamo davvero fare qualcosa.
La necessaria tendenza, per poter sentire di non essere del tutto inadeguati, a āspostare fuori di sĆØ il problemaā, nella continua ricerca di motivi che non dipendano da noi, e che diventano delle vere e proprie gabbie funzionali a giustificare il non riuscire a dimagrire, seguire uno schema alimentare, prenderci cura della nostra salute e del nostro corpo.
Tutto ciĆ², nella mia esperienza clinica, si ĆØ spesso accompagnato alla rilevazione della difficoltĆ ,Ā innanzitutto, di accettare le proprie emozioni negative, prima ancora di darsi il permesso di sentirle, prima ancora di essere consapevoli di provarle…poter accettare di sperimentarle.
Un approccio come quello proposto dal protocollo MB-EAT, basato sulla mindfulness, era proprio ciĆ² di cui sentivo il bisogno per aiutare in modo efficace le persone che si rivolgono a me ogni giorno.
Un approccio che affonda le sue radici nel non giudizio, nella capacitĆ di accettare ma anche nella capacitĆ di āsaper lasciare andareā, che allena la capacitĆ dello stare nel qui e ora, nel momento presente,Ā avendo piena consapevolezza di ciĆ² che cāĆØ in QUESTO momento e che, oltretutto, ha il grande pregio di ribaltare la visione comune sulle diete e sul rapporto con lāalimentazione.
La Mindful EatingĀ guarda al rapporto con il cibo come qualcosa in cui āosservare e accogliere cosa cāĆØā e non cosa āci dovrebbe essereā, che permette di essere il timoniere e non di farsi guidare da, o di sentire di non riuscire a governare la barca dello āschema ipocalorico che qualcuno mi ha prescrittoā.
Un approccio che mette al centro il soggetto e che, quindi, permette di sperimentarsi come efficaci, capaci e adeguati, nonostante le difficoltĆ , nonostante le ācaduteā, che vengono accolte senza giudizio, permettendo al soggetto di “averci a che fare” e, dunque, anche di risolverle invece che nascondersi da esse, ignorarle in superficie per farsi ācorrodereā da esse nel profondo.
Poter conoscere e lavorare conĀ la Mindul Eating attraverso il protocollo MB-EAT ha cambiato me, per prima.
Mi ha permesso di scoprire nuovi e piĆ¹ profondi livelli di consapevolezza, di scoprire lāinestimabile potenza della meditazione nello sviluppare, attraverso lāallenamento, la pazienza e la fiducia, la capacitĆ di stare nelle cose senza dover reagire e la āreale possibilitĆ ā di lasciare andare. Mi ha permesso di trasporre ancora di piĆ¹ nella sfera dellāesperienza ciĆ² che prima rimaneva forse troppo ancorato alle parole, alla sfera cognitiva, fornendomi āconfini piĆ¹ pratici e osservabiliā alle capacitĆ che giĆ avevo e usavo nella vita quotidiana ma non in modo cosƬ consapevole.
Mi ha dato una prova tangibile, semplice ma profondamente āsconvolgenteā di quanto la presenza mentale su ciĆ² che facciamo possa stravolgere lāesperienza che traiamo da ciĆ² che stiamo facendo, quanto possa essere piena, profonda e soddisfacente la āsempliceā esperienza di mangiare anche solo un piccolo cioccolatino, quando lo fai in modo consapevole, quando sei totalomente immerso in ciĆ² che fai.
Nella mia vita professionale disporre del protocollo MB-EAT, mi ha permesso non solo di avere uno strumento in piĆ¹ ma, ma soprattutto, di avere uno strumento che Ā ārompeā lo schema di pensiero che la partenza, per lavorare sul rapporto con il cibo, sia il divieto , la ādietaā ” come imparare a gestire la restrizione proteica”.
Permettendomi di approcciare il problema del rapporto con il cibo in modo piĆ¹ funzionale,Ā accogliendo ciĆ² che faccio e perchĆØ lo faccio, la Mindul Eating mi ha permesso di modificare la prospettiva sulla percezione del cibo: cibo come nutrimento, cibo come alleato e non come nemico e sulla percezione del nostro corpo, da apprezzare e perdonare e non da condannare.
Il protocollo di Mindful Eating mi ha permesso di scoprire un metodo e strumenti che si basano sulle risorse e sulle capacitĆ che sono giĆ presenti in ognuno di noi, anche in coloro che sentono di essere totalmente incapaci e inadeguati nel āgovernareā la loro alimentazione.
Da quando ho appreso il protocollo di Minful Eating Ā MB-EAT lo applico nel mio studio privato in setting individuali. Lāapproccio altamente esperienziale permette di condensare e di esaltare gli effetti e la validitĆ del percorso giĆ dai primissimi incontri. Insieme alla breve durata, ciĆ² permette, ai soggetti coinvolti, di sentirsi efficaci in breve tempo, aumentando la compliance e permettendo di avere unāesperineza densa, produttiva e gratificante.
A breve esporterĆ² questa esperienza anche a contesti di gruppo, che si arricchiscono anche del vantaggio del potersi confrontare con altre persone che condividono la stessa esperineza e del supporto che da questa condivisione puĆ² nascere.
PhD Veronica Ponissi
Psicologa Clinica
Milano ā CittĆ Studi
Cell: 3405798142
Email: vponissi@yahoo.it