Noam Chomsky e il Linguaggio

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Avram Noam Chomsky nasce il 7 dicembre del 1928 ed ĆØ il fondatore della grammatica generativo ā€“ trasformazionale che si caratterizza per la ricerca delle strutture innate del linguaggio naturale, elemento distintivo dell’uomo.

Nel 1959 scrive la critica al volume di Burrhus Skinner, tra il ā€™65 e il ā€™66 escono altre due opere che stabiliscono definitivamente la sua posizione ā€œAspects of the theory of syntaxā€ e ā€œCartesian linguisticsā€.
Secondo Chomsky la creativitĆ  ĆØ una delle caratteristiche fondamentali nel modo di utilizzare il linguaggio. Abbiamo a disposizione un numero illimitato di regole e parole, attraverso le quali possiamo continuamente creare e produrre neologismi
Il bambino ascolta e poi decide in autonomia, producendo anche frasi mai sentite prima, anche se non in grado di definire quali siano le regole e i principi del suo parlare, parla. E questo perchĆ© ĆØ una capacitĆ  innata. Afferma, cosƬ, il concetto di innatismo del linguaggio, in netto contrasto con lā€™ipotesi comportamentista.

 

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ā€œSulla base di unā€™esperienza limitata ai dati del discorso, ogni uomo normale ha sviluppato per se stesso una perfetta competenza nel suo linguaggio nativo. Questa competenza puĆ² essere rappresentata, in misura fino ad ora indeterminata, come un sistema di regole che possiamo chiamare la grammatica del suo linguaggio. [Current Issues in Linguistic Theory]

Molto importante ĆØ la distinzione che intercorre fra ā€œcompetenceā€ (ovvero la capacitĆ  di produrre e comprendere lā€™infinito insieme delle frasi di una lingua) e ā€œperformanceā€ (le capacitĆ  linguistiche reali dellā€™individuo). Naturalmente performance e competence sono legate tra loro in quanto sono una la conseguenza dellā€™altra e determinare il momento piĆ¹ propizio per lo sviluppo linguistico di un bambino ĆØ per Chomsky praticamente impossibile, in quanto esso dipenderebbe dal patrimonio genetico di ogni individuo e non deriverebbe assolutamente dal numero di input esterni e dalle stimolazioni ricevute dallā€™ambiente.
Afferma che che la funzione della memoria non ĆØ cosĆ­ determinante come si crede, e mette in evidenza lā€™importanza fondamentale della ā€œcompetenza linguisticaā€, che si acquisisce dalla nascita. Essa consiste in ā€œun insieme di regole che possiamo chiamare la grande matematica del linguaggioā€.

“Il linguaggio ha un aspetto interno e uno esterno. Una frase puĆ² essere studiata dal punto di vista di come esprime un pensiero o dal punto di vista della sua forma fisica, cioĆØ dal punto di vista della interpretazione semantica o di quella fonetica. Usando una terminologia recente, possiamo distinguere la “struttura profonda” di una frase dalla sua “struttura superficiale”. La prima ĆØ la struttura astratta sottostante che determina lā€™interpretazione semantica della frase; la seconda ĆØ lā€™organizzazione superficiale di unitĆ  che determina lā€™interpretazione fonetica e che ĆØ in relazione con la forma fisica dellā€™enunciato effettivo, cioĆØ con la sua forma percepita o capita. […] La struttura profonda, che esprime il significato, ĆØ comune a tutte le lingue, cosĆ­ almeno si sostiene, in quanto ĆØ un semplice riflesso delle forme di pensiero. Le regole trasformative, che convertono le strutture profonde in strutture superficiali, possono differire da una lingua allā€™altra. Naturalmente, la struttura superficiale risultante da queste trasformazioni non esprime direttamente le relazioni di significato delle parole, tranne nei casi piĆŗ semplici. ƈ la struttura profonda sottostante allā€™enunciato effettivo ā€“ una struttura puramente mentale ā€“ che ĆØ portatrice del contenuto semantico della frase”. [Current Issues in Linguistic Theory]

“Comprendere frasi mai prima udite ĆØ possibile perchĆ© la grammatica possiede una componente sintattica, una morfologica e anche una semantica.” [N. Chomsky, Current Issues in Linguistic Theory ]

 

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“Sulla base di unā€™esperienza limitata ai dati del discorso, ogni uomo normale ha sviluppato per se stesso una perfetta competenza nel suo linguaggio nativo. Questa competenza puĆ² essere rappresentata, in misura fino ad ora indeterminata, come un sistema di regole che possiamo chiamare la grammatica del suo linguaggio. Ad ogni espressione foneticamente possibile, la grammatica assegna una certa descrizione strutturale che specifica gli elementi linguistici di cui ĆØ costituita e le loro relazioni strutturali (oppure, in caso di ambiguitĆ , piĆŗ descrizioni strutturali simili). Per alcune espressioni, la descrizione strutturale indicherĆ , in particolare, che sono frasi perfettamente costruite. Questa descrizione possiamo chiamarla il linguaggio generato dalla grammatica. Ad altre, la grammatica assegnerĆ  descrizioni strutturali che indichino la maniera della loro deviazione dalla costruzione perfetta. Dove la deviazione ĆØ sufficientemente limitata, spesso puĆ² essere imposta unā€™interpretazione in virtĆŗ di relazioni formali con frasi del linguaggio generato. La grammatica, allora, ĆØ un mezzo che (in particolare) specifica lā€™infinita disposizione di frasi ben costruite e assegna a ciascuna di queste una o piĆŗ descrizioni strutturali. Forse dovremmo chiamare un tale mezzo grammatica generativa per distinguerla da esposizioni descrittive che presentano soltanto lā€™inventario degli elementi che appaiono nelle descrizioni strutturali, e le loro varianti contestuali. […] La grammatica generativa di un linguaggio dovrebbe, idealmente, contenere una componente sintattica centrale e due componenti interpretative, una componente fonologica e una componente semantica. La componente sintattica genera sequenze di minimi elementi funzionanti sintatticamente (seguendo Bolinger li chiameremo elementi formativi) e specifica le categorie, le funzioni e le interrelazioni strutturali degli elementi formativi e dei sistemi di elementi formativi. La componente fonologica converte in una rappresentazione fonetica una sequenza di elementi formativi di una specifica struttura sintattica. La componente semantica, corrispondentemente, assegna unā€™interpretazione semantica ad una struttura astratta generata dalla componente sintattica. CosĆ­ ciascuna delle due componenti interpretative conduce una struttura generata sintatticamente ad unā€™interpretazione ā€œconcretaā€, nel primo caso fonetica, nel secondo semantica […]. La grammatica nella sua totalitĆ  puĆ² cosĆ­ essere considerata, in conclusione, come un mezzo per accoppiare segnali rappresentati foneticamente con interpretazioni semantiche, attraverso la mediazione di un sistema di strutture astratte generate dalla componente sintattica. CosĆ­ la componente sintattica deve procurare ad ogni frase (di fatto, a ogni interpretazione di ogni frase) una struttura profonda interpretabile semanticamente e una struttura superficiale interpretabile foneticamente, e, nel caso che queste siano distinte, lā€™affermazione della relazione tra queste due strutture. [P. Brondi, Ferdinand de Saussure e il problema del linguaggio nel pensiero contemporaneo, G. Dā€™Anna, Messina-Firenze, 1979, pagg. 404-405]

 

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