Rapporto Annuale sulla Prevenzione della Salute Mentale in UK

giornata salute mentale

Oggi è la giornata mondiale della salute mentale.  In questo articolo vi presentiamo parte della relazione del Chief Medical Officer1 (CMO), che nel Regno Unito agisce come principale consigliere medico del governo e capo professionale di tutti gli amministratori della sanità pubblica. Questa relazione, pubblicata il 9 settembre, analizza l’epidemiologia della salute mentale pubblica, la qualità delle prove, le possibili future innovazioni nel campo della scienza e della tecnologia, e il costo economico per una buona salute mentale. Delinea inoltre l’importanza di trattare sia la salute mentale al pari della salute fisica e di concentrarsi sulle esigenze e la sicurezza delle persone con malattia mentale.

I punti salienti del rapporto sono:

  1. La salute mentale è importante quanto la salute fisica; i servizi di salute mentale devono essere valutati e deve essere riconosciuta l’entità del carico di malattia provocata dalla malattia mentale.
  2. Deve essere fatto molto di più per aiutare chi lavora e soffre di patologie psicologiche: dal 2009, il numero di giornate lavorative perse a causa dello stress, depressione e ansia è aumentato del 24% e il numero di persone che non hanno lavorato per gravi patologie mentali è raddoppiato.
  3. Sono emerse interessanti innovazioni tecnologiche nel settore sanitario mentale e la nostra comprensione delle cause e dello sviluppo della malattia mentale è in aumento attraverso tecniche di neuroimaging, e grazie a studi di neuropsicologia, genetica e biomarcatori del sangue.

Entriamo un po’ nel dettaglio della relazione che  riunisce tutti i più importanti dati sulla salute mentale e fornisce raccomandazioni all’interno del contesto politico attuale. A differenza delle altre aree della Salute, la salute mentale è difficile da definire, la sua stessa terminologia, i suoi confini sono contestabili.

Nel 20012, l’OMS definisce Salute Mentale come “uno stato di benessere attraverso cui l’individuo può mettere in atto le sue capacità, può fronteggiare situazioni di stress, e ha la capacità di lavorare e di dare il proprio contributo nella società”. L’OMS ha pubblicato due rapporti sulla prevenzione dei disordini mentali (2004)3 e sulla sua promozione (2005)4.

Secondo questi rapporti, la salute mentale non è solo assenza di malattia, ma è connessa alla salute fisica e anzi ne costituisce parte integrante.

L’OMS inoltre, riconosce che salute e malattia mentale non vengono visti come parte integrante della salute pubblica. Questo, in parte, a causa dei confini e delle somiglianze tra i vari concetti di salute mentale/malattia e tra Prevenzione/Promozione.

La promozione della salute mentale è venuta a mancare focalizzando, invece, l’attenzione principalmente sul trattamento di individui malati.

Migliorare la salute mentale significa ridurre i costi personali e sociali (suggerisce l’OMS). Traguardo che può essere raggiunto solo attraverso un pubblico approccio alla salute.

Nel 20135, l’OMS ha pubblicato un piano d’azione per la salute (2013-2020) in cui i concetti di promozione, prevenzione,cura e riabilitazione della malattia mentale sono stati uniti in una tabella di marcia per la salute mentale globale.
Bisogna guardare alla salute mentale nel Regno Unito, dice la relazione, con questo approccio come sfondo, in particolare alla nozione di benessere per quanto riguarda la salute mentale pubblica.

Nella relazione del Foresight del 20086 è dichiarato: “Il raggiungimento di un piccolo cambiamento nel livello medio di benessere tra la popolazione, potrebbe produrre un’importante diminuzione della percentuale [di persone] con disturbo mentale, e anche della percentuale [delle persone] che hanno un disturbo latente. In termini politici, risuona come una rivoluzione nel modo di percepire, misurare intervenire sul concetto di benessere nella popolazione.
La priorità politica deve essere quella di migliorare la salute mentale pubblica e ridurre la prevalenza di disordini mentali. Considerando una più ampia fascia di popolazione interessata. Il benessere come ordine del giorno.

In Inghilterra, la politica per la salute mentale sta dando priorità e definizione di benessere a tutti i livelli di assistenza sanitaria e sociale. La difficoltà è nello stabilire un consenso sul modo migliore per definire e misurare il benessere nel contesto della salute mentale.

È ampiamente accettato che è possibile avere una malattia mentale e contemporaneamente godere di alti livelli di benessere soggettivi. Il concetto è che la malattia mentale non è il polo opposto del benessere. La difficoltà sta nel distinguere tra i dati derivanti dalla patologia mentale e quelli del benessere personale.

Esiste un continuum di variazione che va dal benessere al disordine mentale in maniera ancora non chiara.

Fino a quando non si comprenderanno le associazioni psicometriche tra questi concetti, la base di conoscenze per il benessere mentale non avrà significato reale.
Sentiamo periodiche dichiarazioni sul fatto che il benessere dovrebbe avere lo stesso peso nello sviluppo delle politiche. La qualità del benessere, la ricerca e la politica devono migliorare significativamente. Nel frattempo, è necessario un approccio alternativo per garantire l’integrazione effettiva “evidence-based” nell’ambito della politica pubblica.
Huppert7 ha dichiarato che “Un piccolo cambiamento nella popolazione media di sintomi o fattori di rischio sottostanti, possono fare di più per migliorare il benessere e ridurre il disordine”.

La priorità d’investimento dei fondi pubblici, specialmente in periodi di crisi economica, deve essere per quei settori della salute mentale pubblica nei quali abbiamo prove solide di efficacia e di costi; come il concetto di prevenzione delle malattie mentali, promozione della salute mentale, e il trattamento e riabilitazione o recupero dalla malattia mentale , o la sanità pubblica integrata.

Gli interventi basati su prove convalidate con questo approccio hanno il potenziale per affrontare una sfida di salute pubblica che risani il divario in cui si trovano il 75% delle persone con disturbi mentali comuni e che non ricevono trattamento.

Nella precedente Relazione 2013, l’OMS concettualizza promozione della salute mentale come “la creazione di condizioni individuali, sociali e ambientali che consentono un ottimale sviluppo psicologico e psicofisiologico. Consentendo un processo fatto da, con e per la gente. “

L’OMS definisce prevenzione delle malattie mentali come l’obiettivo “di ridurre l’incidenza, la prevalenza, la recidiva di mentale disturbi, il tempo trascorso con i sintomi o fattori di rischio per una malattia mentale, prevenire o ritardare le recidive e diminuendo l’impatto della malattia, nella persona,nelle loro famiglie e nella società “.

La relazione, termina invitando i principali attori della salute mentale in Inghilterra ad unirsi dietro questa comprensione comune della pubblica salute mentale costruendo su questo un modello.

È arrivato il momento di ripensare al nostro approccio al benessere e considerarlo come un elemento cardine di un quadro più grande.

Incoraggiamo Inghilterra a tracciare un sentiero nella salute mentale pubblica.

E noi incoraggiamo l’Italia. La prevenzione è un termine usato in contesto medico, ogni individuo ogni anno dedica tempo e denaro nella prevenzione. Quando si riuscirà a considerare mente e corpo come un’insieme imprescindibile? Quando cominceremo a porre attenzione veramente alla “prevenzione”?

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