Realtà virtuale e Disturbo Ossessivo Compulsivo (DOC)

IDEGO ha progettato e realizzato sistemi innovativi di intervento psicologico tramite il web, la Realtà Virtuale ed Aumentata e le Intelligenze Artificiali. Al fianco di Università ed enti di ricerc...
La Realtà Virtuale per il trattamento del Disturbo Ossessivo Compulsivo

L’applicazione della realtà virtuale al campo della Salute Mentale si è rivelata efficace anche rispetto al Disturbo Ossessivo Compulsivo (DOC).

Già a partire dagli anni ’70 molti trattamenti di matrice comportamentale per le fobie prevedono una sistematica esposizione, immaginativa o in vivo, agli stimoli fobici: la risposta ansiosa del paziente diminuisce grazie ad un graduale processo di assuefazione (Wolpe, 1972). Il vantaggio principale dell’esposizione in VR è la possibilità di manipolare molte delle variabili dello stimolo fobico come numero, movimento, dimensione, distanza; e ancora gli scenari di esposizione possono essere interrotti, ripresi o ripetuti per il tempo necessario, così come possono essere disciplinati l’ordine di apparizione e il luogo in cui avviene l’esposizione.

In questo modo la VR garantisce un processo di esposizione graduale, controllato e sicuro.

Essa risulta inoltre indicata per quei pazienti che hanno una bassa capacità immaginativa, e che dunque avrebbero scarso beneficio dall’esposizione tramite immaginazione; allo stesso tempo, l’App consente di approcciare per gradi l’esposizione in vivo, attraverso un passaggio precedente di esposizione virtuale o, in alcuni casi, di sostituirla.

La validità della Realtà Virtuale nel trattamento del DOC

All’interno dei protocolli di esposizione con prevenzione della risposta la VR si è dimostrata efficace nel trattamento del Disturbo Ossessivo Compulsivo (DOC) (Kwanguk et al., 2009).

Tradizionalmente, nel trattamento di tali disturbi le tecniche di tipo Cognitivo-Comportamentale (TCC) si sono rivelate estremamente valide; tuttavia il trattamento TCC di Exposure Response and Prevention, per quanto efficace, può condurre il paziente ad intensi livelli di ansia e stress, tanto da determinare una percentuale elevata di dropout (La Mela, 2016).

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App di VR e i vantaggi della Realtà Virtuale

Ed è qui che la VR può manifestare i suoi principali vantaggi. Sviluppata da Idego – Psicologia Digitale, DOCURE VR si propone  come App di VR pensata per lo psicologo o lo psicoterapeuta che desidera dotarsi di un tool innovativo e di una metodologia efficace per lavorare con pazienti DOC.

DOCURE si inserisce nell’intervallo tra l’esposizione graduale in immaginazione e quella in vivo, diluendo i livelli di ansia e stress generati nel paziente durante il trattamento. In integrazione e non in contrapposizione alla tradizionale esposizione immaginativa e in vivo, DOCURE si propone di ridurre la percentuale di drop-out che si verifica con quei pazienti che valutano troppo impegnativo esporsi direttamente allo stimolo fobico rinunciando ai propri comportamenti protettivi e di evitamento.

Nell’App DOCURE sono presenti 4 scenari di Realtà Virtuale, ricavati dalle registrazioni di ambienti reali tramite specifiche apparecchiature che ne consentono la riproduzione in fotosfere. Grazie all’uso di un visore, il paziente si ritroverà immerso negli ambienti e potrà, tramite il movimento della testa catturato dai sensori presenti nel dispositivo, visualizzare l’intero ambiente in ogni direzione, a 360 gradi.

Questi scenari rappresentano nello specifico:

  • un bagno sporco e disordinato;
  • una stanza di uno studio dove è presente una scrivania, sulla quale vi sono delle macchie di sangue e delle carte in disordine;
  • una cucina dove sono presenti dei coltelli ed una bambina;
  • un soggiorno nel quale il paziente tiene virtualmente in braccio una bambina.

Gli step e le immagini per ogni scenario

Per ogni scenario vi sono dai 3 ai 4 step, mano a mano sempre più attivanti. Ogni scenario prevede dalle 3 alle 4 immagini in cui gradualmente ci si avvicina allo stimolo attivante. Il paziente può scegliere se procedere allo scenario successivo volgendo lo sguardo verso dei punti interattivi, posizionati sul pavimento, che gli consentiranno di passare allo step successivo (cioè avvicinarsi agli stimoli potenzialmente attivanti), tornare allo step precedente (cioè allontanarsi), oppure di tornare al menù principale.

Gli scenari presenti nell’App possono innescare nei pazienti ossessioni quali: paura di fare del male a se stesso, paura di fare del male agli altri, immagini violente o raccapriccianti, paura di agire sotto la spinta di un impulso irrazionale, paura di danneggiare gli altri per una sbadataggine, paura di essere responsabile di eventi terribili, preoccupazioni o disgusto in merito agli escrementi o dalle secrezioni del corpo, paure per la sporcizia o dei germi, fastidio per sostanze o residui appiccicosi, timore di ammalarsi per una contaminazione, paura di contaminare gli altri, ossessioni sessuali sui bambini, ossessioni riguardo la simmetria e la precisione, preoccupazioni per le malattie.

Tale attivazione controllata è funzionale al lavoro terapeutico: l’intervento, infatti, si divide in due parti, l’esposizione e la prevenzione della risposta, allo scopo di rompere il circolo vizioso ossessione-compulsione, disconfermando la credenza disfunzionale che l’ansia, legata alle preoccupazioni ossessive, si estingua solo mettendo in atto le risposte compulsive (La Mela, 2016).

Considerando tutti gli aspetti sopra analizzati, l’App DOCURE si pone come una tecnologia innovativa in grado di produrre adeguati livelli di senso di presenza, di ansia e disgusto, fattori indispensabili per un trattamento attraverso tecniche espositive del DOC.

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