Realtà virtuale: un aiuto per affrontare i disturbi alimentari

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La realtà virtuale in aiuto alla terapia

La ricerca dell’Università del Kent, il Centro di ricerca sui media interattivi, i sistemi intelligenti e le tecnologie emergenti – RISE Ltd e l’Università di Cipro hanno rivelato che la tecnologia di realtà virtuale (VR) può avere un impatto significativo sulla validità degli appuntamenti sanitari a distanza per coloro che hanno disturbi alimentari. Questo si può ottenere attraverso un processo chiamato Terapia dell’esposizione alla realtà virtuale (VRET). In altre parole, la ricerca ha riscontrato che la realtà virtuale può essere un valido supporto alla terapia per pazienti con disturbi alimentari.

Lo studio

Nello studio, pubblicato su Human-Computer Interaction Journal, i partecipanti e i terapisti avevano a disposizione display VR montati sulla testa e presentati l’un l’altro all’interno del sistema VR. Il partecipante ha poi personalizzato il proprio avatar virtuale in base al proprio aspetto. Ha potuto modificare forma e dimensioni del corpo, tono della pelle e colore e lunghezza dei capelli. Il partecipante e il terapeuta sono stati quindi “teletrasportati” a due interventi nell’ambiente virtuale per diverse discussioni, fino all’Esposizione allo Specchio.

L’esposizione allo specchio implica il confronto in uno specchio con la propria forma e il proprio corpo. Nel MUVR (psicoterapia remota Multi-User Virtual Reality), il partecipante affronta l’avatar virtuale che ha personalizzato per adattarsi al proprio corpo fisico. Qui, sono stati nuovamente in grado di regolare le forme del corpo utilizzando cursori virtuali, cambiare vestiti, tonalità della pelle, nonché acconciatura e colore. Dopodiché hanno gradualmente ridotto l’abbigliamento fino a quando l’avatar del partecipante non era nella sua biancheria intima virtuale.

Al partecipante è stato quindi chiesto di esaminare ogni parte del proprio corpo ed eseguire gli aggiustamenti mentre descriveva i propri sentimenti, pensieri e preoccupazioni con il terapeuta, portando la terapia di esposizione virtuale per il paziente alla forma e alle dimensioni del proprio corpo attraverso l’avatar personalizzato.

L’interazione con l’avatar del terapeuta

Lo studio ha rilevato che l’avatar del terapeuta era vitale per il partecipante. L’avatar cartone animato ha facilitato una maggiore apertura da parte dei partecipanti. Invece gli avatar del terapeuta in forma umana rappresentavano l’idea del giudizio negativo. Nelle interviste post-sessione, i partecipanti hanno notato la mancanza di paura del giudizio in quanto consente loro di impegnarsi per gli obiettivi della sessione.

La realtà virtuale e la terapia

Il dottor Jim Ang, docente senior in sistemi multimediali/digitali e supervisore dello studio, ha dichiarato: “Il potenziale della realtà virtuale utilizzata per affrontare i problemi di salute con i pazienti, a distanza e senza il problema del potenziale giudizio, è che la realtà virtuale venga utilizzata in tutto il settore sanitario. Senza il problema del giudizio, che le persone possono temere prima di chiedere anche un consiglio medico, la realtà virtuale può dare alle persone la fiducia necessaria per interagire e accettare i consigli medici. In termini di capacità tecniche, il potenziale per la VR di aiutare negli appuntamenti medici senza contatto a distanza tra pazienti e professionisti è enorme, ed ha particolare considerazione in tempi di pandemia.”

La realtà virtuale per affrontare i disturbi alimentari

La dott.ssa Maria Matsangidou, Research Associate presso RISE Ltd e Experimental Researcher dello studio ha affermato: “La realtà virtuale multiutente è un mezzo innovativo per interventi psicoterapeutici che consente la separazione fisica del terapeuta e del paziente, fornendo così un’apertura più ‘confortevole’ da parte del paziente. L’esposizione alle preoccupazioni del paziente rispetto forma e  dimensioni del proprio corpo potrebbe mostrare reazioni ansiose. Ma attraverso la terapia remota dell’esposizione questo può suscitare nuovo apprendimento aiutando il paziente a dare forma a nuove esperienze.” La realtà virtuale diventa così un metodo di supporto per la terapia con pazienti che presentano disturbi alimentari.

Articolo liberamente tradotto e adattato.

FONTE: Science Daily. Riferimenti bibliografici: Maria Matsangidou, Boris Otkhmezuri, Chee Siang Ang, Marios Avraamides, Giuseppe Riva, Andrea Gaggioli, Despoina Iosif, Maria Karekla. “Now i can see me” designing a multi-user virtual reality remote psychotherapy for body weight and shape concerns. Human–Computer Interaction, 2020; 1 DOI: 10.1080/07370024.2020.1788945

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