Analisi di sequenze del film “Shame”

Sergio Stagnitta
Sergio Stagnitta, psicologo, psicoterapeuta. Fondatore e curatore del sito cinema e psicologia. Presidente dell’associazione UP. Ho collaborato per circa 10 anni (negli anni ’90) con il prof. Clau...
film

Questo laboratorio di co-visione, proposto dal collega Sergio Stagnitta, fondatore di Cinema e Psicologia, ha come obiettivo principale analizzare un personaggio, utilizzando sequenze filmiche, per capire quali sono i suoi punti di forza, le sue parti più evolutive, quelle più fragili, bambine, quali resistenze e/o difese mette in atto, per evitare di soffrire, bloccando il processo di cambiamento?

Utilizzeremo come strumento di indagine la “tavola dissociativa” o lavoro sulle parti sviluppata da Fraser.

 

Le parti: sono delle vere e proprie modalità “chiuse”, hanno una propria autonomia mentale, in grado di produrre modalità di comportamento e atteggiamenti differenti, senza che il soggetto si renda conto di una “continuità” tra le parti stesse; ovvero, esiste uno shift tra le diverse parti a volte senza che il soggetto si renda consapevole della parte che in quel momento sta agendo.

Questo strumento è molto valido ed efficace per inquadrare una persona e per capire su cosa lavorare per favorire l’integrazione di queste parti e migliorare la qualità della vita, personale, relazionale, lavorativa, intima, sessuale ecc.

Per chi ha voglia, proprio per entrare in questa modalità di lavoro, vi suggerisco la visione di un film che racconta in modo molto veritiero come si possano strutturare diverse parti, in questo caso diverse personalità, e come lavorare con esse. Il film è tratto da una storia vera ripresa da un libro scritto da due psichiatri americani.

Il film si intitola “La donna dai tre volti” (1957)

Non è indispensabile, per questo laboratorio, la visione del film però potrebbe essere molto utile per conoscere questo strumento di lavoro.

Di seguito troverete 5 link a 5 sequenze video tutte tratta dal film “Shame”. Chiaramente, anche in questo caso, vi consiglio la visione del film, però per i nostri scopi basta anche vedere le singole sequenze proposte.

 

Trama del film

Brandon è un uomo d’affari sulla trentina, vive a New York, all’apparenza ha una vita perfetta: carriera, amici, una bella casa e un fascino magnetico che gli permette di avere molto successo con le donne. Nasconde, però, una serie di comportamenti compulsivi e una vita di totale asservimento al sesso, che sfoga con incontri occasionali, prostitute, chat erotiche e continue masturbazioni.

La sua vita si complica quando, una sera, piomba a sua insaputa, in casa, la sorella Sissy. Una ragazza molto problematica e fragile che vuole riprendere il rapporto con il fratello. Ha bisogno di essere ospitata ma anche protetta dal fratello.

Brandon non tollera i suoi comportamenti ed è molto infastidito dalla sua presenza.

 

Prima sequenza

È la scena iniziale del film dove possiamo vedere il comportamento di Brandon in metropolitana di fronte ad una ragazza affascinante.

Link sequenza: https://vimeo.com/665968234/f219e35f97

 

Seconda sequenza

In questa sequenza Brandon prova ad avere una relazione più stabile con una sua collega d’ufficio. Dopo una cena e un secondo incontro la porta in una stanza d’albergo e qui vedremo cosa succede…

Link sequenza: https://vimeo.com/665968540/af0de6735b

 

Terza sequenza

Nella terza sequenza Brandon esprime tutto il suo disprezzo per le fragilità e i comportamenti della sorella.

Link sequenza: https://vimeo.com/665970696/20b8ea72ed

 

Quarta sequenza

Dopo la litigata con la sorella, sconvolto Brandon esce di casa e si trova a vivere diverse esperienze molto disfunzionali e pericolose, tra le quali quella che vedremo nella sequenza…

Link sequenza: https://vimeo.com/665972160/843a243f05

 

Quinta sequenza

Brandon torna a casa e scopre in bagno la sorella immersa nel sangue, si è tagliata le vene dei polsi ed ha perso conoscenza. La porta in ospedale e assistiamo a qualcosa di nuovo. Anche se il finale rimane molto aperto.

Link sequenza: https://vimeo.com/665973224/94a6f1ed1b

 

Esercizio

Sulla base della tavola dissociativa provate a descrivere tutte le parti che compongono la sua personalità, quali sono le loro funzioni, a cosa servono e quali sono le difese che Brandon mette in atto per proteggere le parti più emotive, fragili.

CLICCA QUI per scaricare la tavola dissociativa.

DISCUSSIONE

Patrizia:

Buongiorno,
ho trovato molto interessante quanto è stato proposto, soprattutto della “tavola dissociativa”. Non ho visto l’intero film, ma gli spezzoni proposti.

Utilizzando la tavola, ho provato a descrivere le parti della personalità di Brandon.
E’ un uomo ben curato, esercita un buon lavoro, rispettabile, autosufficiente e responsabile in ambito lavorativo; ha infatti comprato una casa. Ha inoltre, la grande capacità di esercitare un certo fascino, un certo tipo di controllo come seduttore verso il genere femminile. Tutto questo è necessario per pensarsi come un uomo che ha ottenuto un certo tipo di riconoscimento nella società.

Un meccanismo molto forte che si attiva è l’evitamento di entrare in relazione affettiva con l’altro, soprattutto quando si tratta del genere femminile. Non gli preoccupa di avere una intimità fisica, attraverso la quale, esercita un certo tipo di controllo e potere, ma quello che gli preoccupa è proprio la relazione di affetto intimo con l’altro. Questo è necessario per non sentirsi minacciato, ma sempre distante dall’altro.

Ha un comportamento di dipendenza con il genere femminile, lo cerca, lo desidera tanto quanto basta per soddisfare un suo ego, ma non si devono superare certi limiti, mai entrare in contatto emotivo. Se ciò succede, come con la sorella, che cerca questo contatto affettivo, mettendolo di fronte a determinate suoi comportamenti, nega, aggredendola e disprezzandola.

Probabilmente proietta sulle donne, i suoi desideri e i suoi sentimenti, agendo impulsivamente una pulsione.

Tende ad idealizzarsi, meccanismo necessario per mantenere una immagine coesa di se.

Tutto questo cela tanta trascuratezza emotiva, rifiuto, il sentirsi abbandonato e impotente rispetto al suo sentire, il non sentirsi amato e conseguentemente degno di amore per l’altro, probabilmente abusato.

Ringrazio per la possibilità di condivisione e di riflessione.

Emanuela:

Buonasera! mi ritrovo in pieno con le tue considerazioni. Anche io ho visto solo gli spezzoni e seguendo la scala sicuramente Brandon appare una persona assolutamente normale, direi di successo. Ben curato. Ha una casa di proprietà. I comportamenti superficiali con il genere femminile rispondono bene alle difese, mentre ipotizziamo un abuso (che coinvolge anche la sorella) per quel che riguarda la sfera emotiva, ma (almeno negli spezzoni) , non so se nel film si fa comprendere di più l’origine del problema. Certo nella nostra realtà clinica a volte non è facile andare a ritroso e comprendere da dove siano nati certi comportamenti e vissuti. L’utilizzo di questa scala (imparando ad usarla bene) potrebbe essere un ottimo strumento.

Scusate l’ho sempre definita scala invece che tavola. Probabilmente, perchè la visualizzo come se definisse livelli diversi anche se riguarda il tutto. (Un pò come in una casa con scale interne ed in ogni piano ci sono stanze con funzioni diverse, ma nell’insieme è una casa!) Spero sia corretto.

Sergio Stagnitta:

Esatto Emanuela, la metafora che utilizzo io anche con i pazienti è quella del corpo. Abbiamo un corpo unico, un insieme visibile all’esterno, ma composto da diverse parti, anche interne, ciascuna con la sua funzione specifica. La nostra mente funziona allo stesso modo. Un Sè unico ma composto da tanti aspetti, parti. Alcune funzionano bene integrandosi altre sono disallineate, o addirittura non comunicano tra di loro.

Sergio Stagnitta:

Patrizia, hai fatto un’ottima analisi. Anche le riflessioni di Emanuela sono molto utili. Per chi non ha visto il film vi dico che non viene mai svelato il passato di Brandon e Sissy, possiamo fare solo delle ipotesi. Le vostre, a mio avviso sono molto pertinenti. sicuramene entrambi hanno vissuto qualche forma di abuso. Il lavoro con le parti come avete visto è molto utile per crearsi una mappa del mondo interno di una persona. Immaginate che ciascuna di queste parti abbia un proprio vissuto, proprie emozioni, pensieri e comportamenti.

Giulia:

Buonasera, premetto di non aver visto l’intero film, ma solamente gli spezzoni proposti. Ciò che ho potuto osservare è che Brandon si presenta come un uomo ben curato e di bell’aspetto, affascinante, ma si porta dietro un suo background che potrebbe spiegare il suo attuale rapporto col genere femminile. Non so bene il passato di Brandon, ma mi viene da ipotizzare che abbia vissuto un trauma (un possibile abuso?), questo potrebbe averlo portato anche a voler chiudere il rapporto con sua sorella (in quanto lei afferma che se lei se ne andasse, lui non si farebbe più sentire).

Mi è rimasta molto impressa l’ultima sequenza, quando lui esce dall’ospedale nel quale è ricoverata la sorella ed inizia a piangere in mezzo alla strada, come se in quel momento avesse effettivamente capito che poteva perderla e veramente non sentirla più. Però nella scena finale abbiamo la stessa scena iniziale (in metropolitana), le sequenze sono molto simile, ma questa volta Brandon non scende dalla metro e non segue la ragazza. Sembrerebbe quasi un primo passo per cambiare certi schemi e comportamenti.
Ribadisco che queste sono riflessioni fatte dopo aver visto le sequenze, ma non ho visto l’intero film quindi ciò che ho scritto non so se sia effettivamente corretto.

Michele:

Intanto complimenti per la scelta del film. Lo vidi anni fa e devo ammettere che da allora ne ho visti pochi che mi hanno toccato come questo. Provo a scrivere alcune cose di getto, senza aver letto i commenti, che poi andrò a leggere. Così, di primo acchito, mi viene da dire che Bradon viva essenzialmente guidato dalla parte razionale, adattiva del prprio sé, anche se estremamente difeso. I motivi non li sappiamo. Almeno io non li ricordo. Però l’insieme delle difese estremamente rigide ci porta a pensare che abbia sofferto molto, o che magari non gli sia mai stato insegnato ad andare un poco più in profondità, alla ricerca di quella parte emotiva con cui pare non voglia assulutamente fare i conti (perché spaventato? Traumatizzato ? mai educato, insegnato, validato da figure significative a esprimersi “emotivamente”?… Chissà.

Il punto è che solo attraverso il dolore visto sulle braccia della sorella-un segno corporeo e non un messaggio verbale.. (es. non l’ha minimamente commosso il discorso della sorella sul fatto di essere una famiglia e he bisognasse prendersi cura l’uno dell’altra) – pare riesca ad entrare in contatto con il suo dolore, fino ad allora mascherato, dissimulato perfettamente attraverso comportamenti adattivi (1 Livello) , o agiti difensivi (2 Liv) attuati attraverso un sesso compulsivo.

La tavola dissociativa la vedo bene rappresentata da una Matrioska, dove la parte emotiva rappresenta il nucleo centrale, meno accessibile o comunque non visibile dall’esterno. Solo spogliandisi degli strati protettivi esterni Brandon può entrare in contatto con il prprio dolore, e forse iniziare a capire veramente chi è.
Beh… Ho scritto qlcs. Spero di non essermi confuso troppo… 🙊
Cmq grazie ancora per avermi ricordato un film che ho amato molto. A presto.

Sergio Stagnitta:

Volevo dirvi che state facendo veramente un buon lavoro. La tavola dissociativa o meeting place (luogo d’incontro) è molto intuitiva e facilmente applicabile. Vi vorrei aggiungere un ulteriore elemento in relazione alle difese. Le difese sono veramente tante, ho pensato di suddividerle, per semplificare un po’ la classificazione, in 4 grandi categorie.

  1. Difese di Evitamento
  2. Difese di Idealizzazione
  3. Difese di dipendenza
  4. Difese scissione e/o dissociative.

EVITAMENTO. Ogni difesa psicologica ha una componente di evitamento, perché lo scopo della difesa è di proteggere l’individuo minimizzando (o escludendo dalla consapevolezza) una presa di coscienza, un ricordo disturbante o una parte del sé che stia rivivendo un trauma o una forte sofferenza.

IDEALIZZAZIONE.  Possiamo definire l’idealizzazione come una particolare distorsione della percezione – qualcuno o qualcosa, nel presente o nel passato, è visto sotto una luce più positiva di quanto la realtà sia in grado di giustificare. L’immagine idealizzata può essere fortemente e automaticamente difesa e mantenuta in vita perché protegge l’individuo dalla consapevolezza di eventi dolorosi. È una difesa – un blocco – (di solito non conscio) che evita intrusioni di ricordi e sentimenti disturbanti.

DIPENDENZA. In linea di massima possiamo pensare la dipendenza come un modello di comportamento che, nel breve termine, procura una sensazione positiva immediata, ma in un intervallo maggiore ha importanti conseguenze disfunzionali o distruttive. Le dipendenze fungono spesso da difese e incorporano contemporaneamente sia un affetto di evitamento (vale a dire, sensazioni positive di evasione o sollievo da sensazioni preoccupanti e moleste) sia un affetto positivo di idealizzazione (vale a dire, un’irrealistica supervalutazione di un’immagine, di un concetto, di un’azione o di una parte di sé).

DISSOCIAZIONE. Spesso la dissociazione serve agli Stati del Sé che rivivono un trauma o portano una determinata sofferenza. Queste parti possono essere completamente dissociate e inconsapevoli l’una dell’altra oppure consapevoli ma non gestibili con la sola consapevolezza e/o forza di volontà.
Si parla di scissione, invece, come meccanismo di difesa, quando la persona scinde appunto le situazioni in parti tutta buone e in parti cattive. È un pensiero di tipo polarizzato. Non c’è integrazione tra questi due aspetti. La persona tende a vedere le cose in questo modo ma non sa come integrarle.

Giulia:

Sulla base di ciò che ho osservato tenderei a dire che Brandon mette in atto difese di evitamento, mentre la sorella mette in atto difese di dipendenza (dipendenza dal fratello, in quanto va da lui per cercare protezione e conforto). Sono invece indecisa sulle difese di dissociazione, tenderei a dire che entrambi le mettano in atto, dovute ad un probabile trauma che hanno vissuto.

Chiara:

Buongiorno, non conoscevo il film e quindi scriverò sulla base di ciò che ho appena visto e percepito, non ho nemmeno ancora letto i pensieri degli altri utenti.

Ho provato ad utilizzare la tavola e mi viene da pensare alle parti evolute ed adattive quelle che riguardano perlopiù una facciata esterna che il personaggio manifesta ossia avere una casa, un lavoro, buone possibilità economiche e il “tentativo” di riuscire a costruire una relazione stabile. Rispetto a quest’ultimo però ho percepito una sorta di incapacità o non volere una relazione più profonda, rispetto a quelle cui lui è abituato (rapporti occasionali in cui l’unico elemento importante è il contatto fisico e il controllo sull’altro da parte del protagonista), tutto ciò per non stabilire un contatto emotivo con l’altro, quindi una sorta di difesa nei confronti dei legami, un altro punto in cui ho percepito ciò è nel rapporto con la sorella, in quanto lui non voleva che lei fosse lì, come se non volesse essere forzato a mantenere una relazione con lei e quindi costretto a “riattivare” la sua emotività.

Mi ha colpito anche il suo sguardo e le espressioni del volto che ho percepito distaccate e fredde (in contrapposizione poi alla scena finale in cui invece l’emotività è fuoriuscita quasi come se ci fosse stato un cambiamento rispetto agli schemi utilizzati fin a quel momento). Inoltre, sempre nel dialogo con la sorella viene fuori un’idealizzazione di sé rispetto però sempre ad elementi materialistici e superficiali come avere una casa, un lavoro ed essere indipendente contrapposti a ciò che era espresso dalla sorella, ossia un lato emotivo e relazionale assente nella vita del protagonista. Le parti più emotive e irrazionali le ho notate nella quarta sequenza nel relazionarsi con le persone nel bar.

Marina:

Buon pomeriggio, premetto di non aver visto il film completo ma vorrei provare a condividere con voi alcune riflessioni scaturite dagli spezzoni: Brandon è un uomo con caratteristiche fisiche e uno stile che lo rendono apprezzabile agli occhi degli altri e soprattutto agli occhi del genere femminile. L’uomo sembra connettersi al mondo reale usando come arma principale la seduzione ma non vuole entrare in contatto con alcune sue emozioni. Non apre il suo mondo interno all’altro e in particolare alle figure femminili, come se il “concedersi” di provare certe emozioni lo porterebbero a provare solo sofferenza, (come se non meritasse di provarle).

Brandon quindi per difendersi mette in atto l’evitamento sia in riferimento alle emozioni sia rispetto alla relazione con la sorella. Brandon non vuole sentirsi dire da Sissy le cose che davvero lei pensa, sentirle dire ad “alta voce” lo fa stare male e quindi evita il dialogo ed utilizza un atteggiamento aggressivo uscendo da casa. Mette in atto anche la difesa della dipendenza, in questo caso mi verrebbe da dire che mette in atto comportamenti di dipendenza sessuale che utilizza come forma di appagamento imminente. Nella scena finale l’uomo piange come se si sentisse in colpa e fragile; in quel momento si disarma, abbassa le difese e mostra se stesso. Cosi come lo dimostra anche quando tiene la mano della sorella quando si trova in ospedale; come se per un istante stessero provando la stessa emozione, che in realtà gli ha resi uniti da sempre.

Benedetta:

Buongiorno,
di seguito le mie riflessioni provando a utilizzare la tavola dissociativa.

Seq. 1
DIF. (lui in metro, sguardi) aspetti seduttivi e “di caccia” (sia idealizzazione che dipendenza dalla conquista).
EP (la ragazza, dopo aver flirtato con lui con lo sguardo e con il linguaggio del corpo, scende e si dilegua) lui rimane “sedotto e abbandonato”, appare spaesato e forse arrabbiato: quando avevo visto il film avevo ipotizzato che questo fosse il suo copione messo in scena, che c’entrasse col suo trauma relazionale.

Seq. 2
ANP tentativo di coinvolgimento sentimentale e sessuale “sano” con persona che gli piace, con una persona umana e non “persona-oggetto” come negli altri incontri che ha (ho visto il film non molto tempo fa, la ragazza è una sua collega e ricordo un’uscita a cena, un appuntamento che precede questo incontro sessuale, in cui, pur non avendo nulla in comune con lui, lei si era rivelata una persona profonda e interessata al mondo interiore di Brandon, quindi allo stesso tempo una persona stimolante ma anche probabilmente percepita come una “minaccia”, dopo quella prima uscita si erano salutati molto castamente).
EP (lunga scena lui di spalle) sconforto per l’incapacità all’affettività e all’intimità “vera”, per la sua inadeguatezza relazionale.
DIF. (sesso con prostituta) recupero del controllo-potere, freddezza, ritorno alla distanza, evitamento dell’affettività-intimità, oggettificazione del corpo (anche – o soprattuttto – il suo), secondo me in questo tipo di rapporti sessuali (che lui ha più volte nel film) potrebbe esserci dissociazione, scollamento persona-corpo, dis-integrazione.

Seq. 3
DIF. caccia la sorella, è evitante, si sente intrappolato-minacciato dall’affettività dirompente di lei (lei peraltro ipersensibile, sono davvero due facce della medaglia): “sei mia sorella, non mia figlia, non ti ho messa io al mondo” (da queste sequenze non emerge del tutto, ma nel complesso del film il rapporto con la sorella è molto molto molto – ho già detto molto? – ambiguo; oltre che sul coté affettivo è anche tanto “fisicamente” ambiguo, es. lei fa la doccia nuda davanti a lui, cerca di infilarsi nel suo letto la notte, lo fa in modo molto infantile e proprio per questo appare incongruo con l’età reale dei due).
ANP un po’ di adultità sui temi lavoro, casa.
DIF. negazione: dice alla sorella “almeno io non dipendo” (non dipende da qualcuno affettivamente come lei, ma comunque dipende – e parecchio – da comportamenti, situazioni, ecc.).

Seq. 4
DIF. rissa al bar: anestetizzare-evitare il dolore con il rischio (per frattura con la sorella e tutte le emozioni probabilmente attivate dalla discussione), con la sfida e con il dolore delle botte (botte assicurate, che è andato a cercare), ci sono in tutto il film anche sprazzi di “onnipotenza” (idealizzazione).
EP aspetto forse simbolicamente “punitivo”.

Seq. 5
ANP tenerezza davanti alla sorella in ospedale, che arriva dopo il contatto col dolore “incarnato” nel corpo di lei (questa scena la associo a un’altra in cui la sorella all’inizio del film canta in un locale, e lui si commuove, come se il legame e l’affetto potessere circolare ed esprimersi solo attraverso canali non-verbali).
EP (si accascia sotto la pioggia) solitudine, disperazione.
DIF. in metro sembra che torni “predatore” (forse lo vedo solo io, ma mi pare di notare un lampo di espressione un po’ sinistra sul volto), la scena che mette in risalto l’anello di fidanzamento della ragazza mi fa pensare che il suo sembra sempre un atteggiamento di sfida, in particolare sfida all’amore, lo rigetta-disprezza-svaluta-attacca, incluso il tentativo con la collega che si trasforma nell’ennesima conferma del suo copione. Mi viene in mente il detto popolare “chi disprezza compra”, proprio come se il bisogno fosse così grande che finisce col fare il giro.

Mi rendo conto che il finale sia molto aperto, questo è il modo in cui lo leggo io, e dei perché potremmo parlarne per giorni, penso che per un soggetto dalle condotte tanto disfunzionali nella sfera della dipendenza sia difficile e poco realistica, così, su due piedi, una rottura del loop e del proprio pattern comportamentale.

Scusate mi sento un po’ come una zia di mia madre che quando finivano i film ci diceva sempre “eh, ma io voglio sapere cosa succede dopo”, ecco, secondo me senza un bel lavorone su attaccamento e traumi vari quello che mi aspetterei è che lui penserebbe di potercela fare a uscirne, con la sorella avrebbero una bella fase di luna di miele di un mese, due a esagerare, ma al primo inciampo sarebbero punto a capo (nella mia esperienza questo è quello che ho sempre riscontrato).

Gabriella:

A me sembra che Brandon sia un uomo realizzato nella vita lavorativa, efficace, che ha raggiunto alcuni obiettivi di successo, e che sia consapevole del proprio fascino.

Ma è solitario, incapace di rapporti affettivi profondi, chiuso in se stesso e indifferente rispetto alle emozioni altrui, e per questo non in grado di preoccuparsi degli altri.

Utilizza il sesso come sostitutivo dei rapporti affettivi e come strumento di aggressività:
questi suoi comportamenti non fanno che aumentare la sua solitudine.

Si osservano distanziamento ed aggressività verso chi, come la sorella, cerca di avvicinarlo: chi tenta di raggiungere il suo nucleo affettivo è pericoloso, è un ostacolo, un freno alle sue fughe. E questo da luogo poi, in un circolo vizioso, al bisogno di essere punito.

Il tentato suicidio della sorella può essere l’inizio della dolorosa presa di coscienza dei meccanismi e delle difese che portano alla desertificazione della sua vita. In questo senso il pianto liberatorio potrebbe avviare un processo di elaborazione.

Sergio Stagnitta:

Devo dire molto puntuali le vostre riflessioni. A questo punto vi faccio una proposta partendo dalla suggestione di Benedetta: come andrebbe a finire Brandon dopo la visita in ospedale alla sorella?

Facciamo l’ipotesi che Brandon, scosso dalla situazione, decida di chiedere aiuto ad uno psicoterapeuta. Vi racconti la sua storia, così come viene descritta nel film. Voi avete lo schema della tavola dissociativa, nel quale emergono i suoi punti adattivi, le parti fragili ed emotive e le sue difese. Avete anche informazioni sulla sorella e su come ha reagito Brandon. Come impostereste un piano di lavoro? Da cosa partireste?

Rebecca:

Salve innanzitutto capirei oltre al racconto dei fatti, se lui è consapevole dei suoi schemi adattivi o se è solo scosso dall’accaduto. Se ne è consapevole proverei a lavorare sul significato delle sue difese e sul far interagire le diverse parti di se affinchè comprenda come si sono create e a cosa li sono servite queste difese. Questo anche per evitare che possa in seguito ricadere in altre dipendenze e riaggrapparsi ai suoi schemi, sentendosi vulnerabile perchè sprovvisto da loro.

Se non lo è consapevole ma se chiede aiuto solo in quanto è colpito dall’atto della sorella, piano piano lo porterei a rileggere la sua vita integrando maggiormente le parti emotive finora negate e dissociate.

Sergio Stagnitta:

Esatto Rebecca, il primo intervento è quello di aiutare Brandon ha riconoscere le sue diverse parti e capire perché si attivano. Con un lavoro di psico educazione possiamo portarlo ad un nuovo livello di consapevolezza. Magari questo lo aiuta ad aprirsi, sentendosi compreso e raccontare qualcosa del suo passato. In quest’ultimo caso noi cerchiamo di capire come ha vissuto le situazioni della sua vita e perché ha dovuto mettere in atto quelle difese di evitamento e dipendenza. Quando sono nate le difese e cosa dovevano proteggere.

Rebecca:

Buonasera, nella prima sequenza Brandon si presenta come un uomo apparentemente inserito nella società, ben vestito, affascinante, curato anche in modo ricercato. Ha un buon lavoro, una casa che rispecchia il suo status (cosa che gli viene sbattuta in faccia dalla sorella nella rispettiva sequenza).
Il suo modo di giocare seduttivamente con la sconosciuta denota sicurezza e fa pensare ad un desiderio reale per la donna, mentre nel resto del film vedremo che questo desiderio è solo portato al raggiungimento della soddisfazione orgasmica.

Non è un caso che rincontra la sconosciuta alla fine, come a chiudere un cerchio in cui è lei stavolta a provocarlo con lo sguardo, più di quanto faccia lui rispetto alla prima sequenza. Stavolta le sue difese hanno fatto emergere qualcosa che l’ha cambiato, è serio, non si alza a sfiorarla come nella prima scena, non è più quello di prima.

Questa parte si sgretola quando nella sequenza del rapporto con la collega, la modalità e l’intimità maggiore con la donna lo rendono vulnerabile. cosa che lui evita Non riesce ad unire il sesso a questo lato, la vicinanza emotiva di lei lo destabilizza e la sua rabbia e frustrazione lo riportano alla ricerca della solitudine dopo il fallimento. Da solo gestisce la sua parte idealizzata, con qualcuno di vero, si frantuma. Avendo visto il film sia all’epoca della sua uscita, sia qualche mese fa, ricordo quanto la masturbazione sia per lui una forma non solo di compensazione, ma anche di scarica di una pulsione o la ricerca di un piacere immediato. Il sesso è in fondo la stessa cosa, non importa chi ci sia, è l’orgasmo che conta, come conta la ricerca della scarica più del piacere sensuale. Lui in fondo ha una dipendenza dal sesso, si masturba ovunque anche al lavoro. E quello è anche un modo per evitare contatti emotivi profondi

Un ‘altra forma di difesa è l’aggressività, per quanto parte di ciò che dice alla sorella ha una sua verità, l’atteggiamento di lei affettuoso, anzi implorante il suo affetto lo indispone. Di nuovo la barriera dietro la quale tiene chiusa la sua parte emotiva potrebbe far irruzione, diviene violento sia verbalmente che aggressivo. Attacca per difendersi, cosa che lo porta a cercare la violenza esterna, qualcosa che lo scuota, che lo calmi, che lo punisca anche.

L’autodistruttività con l’alcol e la ricerca dello scontro, hanno proprio questo scopo di sfogo interiore. Al contempo sono un meccanismo per tenere a bada il dolore interno che ha sentito; come se la violenza esterna lo potesse spostare o sostituire.

Il tentato suicidio della sorella, il vederla come una bambina inerme nel letto, cosa di cui si sente probabilmente in colpa, buttano giù quella difesa e piano piano mentre cammina verso casa sperduto, totalmente messo a nudo viene fuori la sua parte fragile, emotiva, sofferente, sola. Trovo eloquente anche il suo sedersi a terra come un bambino con l’inquadratura sulle scarpe da ginnastica.

Denise:

Buongiorno, mi piace molto questo laboratorio, scorporare il personaggio in più parti , ricomporlo e poi vedere come ogni parte influenza l’altra… Metto la mia idea senza aver ancora letto le proposte precedenti, per non farmi influenzare.

Brandon è un uomo d’affari molto influente, che ha successo nel lavoro, ha soldi , una buona carriera, è ben visto, ha successo con le donne. Questa è la sua parte adattiva che gli consente di vivere una vita normale e di apparire agli occhi degli altri adattato. La sua parte difensiva è caratterizzata da una dipendenza molto forte nei confronti del sesso, un sesso che si caratterizza per essere molto promiscuo , superficiale, veloce.

Un altro tipo sessualità invece più intima e più lenta sembra lo metta in crisi. Quando ha l’incontro amoroso con la collega di ufficio con cui sta iniziando una relazione, non riesce ad avere un’erezione , come gli mancasse quell’ adrenalina necessaria a farlo eccitare. Eccitazione che trova immediata con incontri occasionali e piccanti. Questa parte di difesa gli serve per non entrare in contatto, per creare una barriera con la sua parte più emotiva, che potrebbe essere stata trascurata durante l’infanzia. Potrebbe aver vissuto una forte solitudine.

Faccio questo tipo di ipotesi, vista la conversazione che Brandon ha con la sorella in cui lei gli dice che devono stare vicini l’uno all’altra, ripete che sono fratello e sorella come a voler dire che sono soli e devono guardarsi l’un l’altro. Brandon risponde con molta rabbia verso questa richiesta della sorella . Le dice di sentirsi sovraccaricato per essersi dovuto occupare di lei per molto tempo.
Brandon rifiuta la proposta di prendersi cura l’un l’altra e vuole allontanare la sorella il puù possibile.
Brandon evita di entrare in contatto con parti di sè. Probabilmente sensazioni di trascuratezza, solitudine, perdita sono tenute molto soffocate e Brandon scappa pur di toccare una certa sofferenza . Esperienze forti gli servono per sentire un forte piacere fisico che lo fanno star bene, lo proteggono dal pensare.

Mi viene anche da pensare che lo stesso stile di vita, apparentemente adattivo, va a rafforzare le difese psicologiche di Brendon: si presenta come un uomo desiderabile , attraente e benestante per poter avere donne ed incontri che lo facciano stare costantemente in uno stato interno di iperattivazione e così distarsi da se stesso.

Sergio Stagnitta:

Molto bene Denise, sono contento che questo modello ti sia utile. In effetti lo è tantissimo, soprattutto nelle prime fasi del colloquio. Serve a comprendere il funzionamento psichico del paziente, e anche confrontarlo con queste parti. In genere dopo questo lavoro i pazienti riescono a riconoscere le diverse parti e capire qual è attivava e perché in un certo momento.

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One thought on “Analisi di sequenze del film “Shame”

  • ascolillocarmela says:

    Grazie per queste visioni del primo film “La donna dai tre volti” e delle sequenze del secondo, “Shame”. Cercherò di vedere l’intero film. Concordo con le osservazioni – analisi delle caratteristiche della personalità del protagonista di Shame, riportate dagli altri partecipanti, come trovo interessanti le sintesi di Stagnitta.
    Il protagonista, Brandon, apparentemente ben adattato, integrato nella società, con un corpo atletico ma freddo emotivamente, scopre la propria fragilità prima fisica e poi emotiva/affettiva. Paura delle relazioni profonde con meccanismi di evitamento e dissociazione. Porta a considerare vissuti traumatici, di sofferenza, di solitudine che hanno innescato rancore, rabbia, vendetta e agiti intrapunitivi. Utile avere lo strumento della tavola dissociativa da utilizzare con questo tipo di persone.

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