Per colpa di chi… ? Imparare ad auto-regolarsi con la Mindful Eating

Psicologa, psicoterapeuta cognitivo comportamentale, giornalista. Membro del Center for Mindful Eating, istituzione fondata da Jean Kristeller e colleghi per la diffusione della cultura e delle tecnic...
auto-regolarsi con la Mindful Eating

Non è raro imbattersi in numerosi problemi, quando si decide di curare maggiormente la propria alimentazione. Gli orari, le porzioni della mensa aziendale o del ristorante, o le porzioni –nel caso di giovani ed adolescenti- preparate dai propri genitori o l’adeguamento nel mangiare in un certo pub o ristorante quando si esce in comitiva, perché la maggioranza ha deciso così e non intendiamo condizionare gli altri… tutte queste cose riescono a sabotare totalmente le buone intenzioni.

Queste sono tutte problematiche ragionevoli, ma troppo spesso finiscono per diventare, nel nostro immaginario, delle condizioni esterne capaci di compromettere totalmente la nostra volontà in fatto di alimentazione.

Così, finiamo con il credere che, siccome si va a mangiare in pizzeria, non vi sia margine di potere decisionale sul proprio pasto… e poi c’è la Pasqua, con il relativo pranzo con parenti e/o amici. Poi arriva il caldo, si esce con gli amici per un gelato o l’aperitivo e non voglio restare a casa, solo perché sono costretta a mangiare diversamente. Poi c’è l’estate, la vacanza, si mangia sempre fuori… poi arriva Natale, Capodanno e la giostra riparte.

Se è vero che, da un lato, i problemi citati sono reali, è vero anche che questo non ci costringe ad abdicare alla nostra possibilità di scelta, nonostante siano altre persone a prepararci il pasto.

Steenhuis e Vermeer, ad esempio (2009), hanno ipotizzato che, quando mangiamo fuori, lasciamo che le porzioni di cibo che abbiamo nel piatto condizionino il nostro introito calorico, al punto da ignorare i nostri segnali fisiologici di fame e sazietà. Ipotesi confermata, poi, dai risultati delle loro ricerche.

È stato anche dimostrato, però, che, imparando un programma di Mindful Eating, donne anche adulte (40-59 anni) abituate a mangiare fuori casa, hanno mangiato effettivamente meno, adeguando l’introito calorico al loro effettivo bisogno, nonostante lo scopo dello studio non fosse questo. Insomma, la naturale conseguenza del mangiare mindfully è mangiare quanto si ha bisogno effettivamente, anche se mangiare meno non è uno scopo deliberatamente perseguito (Timmerman e Brown, 2012).

Personalmente uso i programmi di Mindful Eating con successo da diversi anni con i miei pazienti e continuamente ricevo feedback entusiasti da chi ha partecipato al corso online “Mindful Eating – Riconnettersi con il proprio corpo ed ha, dunque, applicato il protocollo nella propria pratica clinica. I partecipanti ai programmi di Mindful Eating effettivamente imparano a riappropriarsi del proprio potere decisionale e ad essere coerenti con i propri bisogni e desideri.

Se intendi proporti sul tuo territorio in maniera distintiva rispetto agli altri colleghi che si occupano di clinica ed alimentazione e se intendi offrire alla tua utenza uno strumento di breve durata, incisivo e particolarmente efficace ed accattivante, ti invito a leggere il programma del corso online:

 

 

Attraverso questo corso apprenderai e sperimenterai in prima persona il protocollo mindful based eating awereness training (training di alimentazione consapevole basato sulla mindfulness).

 

Dott.ssa Teresa Montesarchio

Psicologa, Psicoterapeuta TCC

Lifetime Member The Center For Mindful Eating

Autrice di Mindful Eating – Una metodologia innovativa per regolare il tuo rapporto con il cibo

 

Bibliografia

 

  • Steenhuis, I. M, & Vermeer, W. M. (2009). Portion size: review and framework for interventions. International Journal of Behavioral Nutrition and Physical Activity, 6, 1–10.
  • Timmerman, G. M, & Brown, A. (2012). The effect of a mindful restaurant eating intervention on weight management in women. Journal of Nutrition Education and Behavior, 44(1), 22-8.

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