La capacitĆ dei bambini di differenziare le espressioni emotive sembra svilupparsi durante i primi sei mesi. Ma riconoscono davvero l’emozione o distinguono solo le caratteristiche fisiche dei volti e delle voci?
Secondo uno studio pubblicato sulla rivista PLOS ONE, giĆ a 6 mesi,Ā i bambini sono in grado di associare le espressioni mimiche e vocali a specifici stati d’animo, ma non solo, sarebbero anche in grado di cogliere eventuali incongruenze fra lo stato dāanimo che ĆØ trasmesso dalla mimica e quello trasmesso dalla voce.
Lo studio, per la prima volta, sembrerebbe dimostrare che i bambini hanno una precoce capacitĆ di trasferire le informazioni emotive dalla modalitĆ uditiva a quella visiva.
Le emozioni fanno parte della nostra vita fin dalla piĆ¹ tenera etĆ .Ā Essere in grado di esprimere emozioni ĆØ il primo strumento a disposizione dei bambini per comunicare con chi li circonda. I bambini esprimono le loro emozioni attraverso la postura, la voce e le espressioni del viso fin dalla nascita. Questi atteggiamenti aiutano coloro che li assistono ad adattare il loro comportamento allo stato emotivo del bambino. Le lacrime di un bambino, ad esempio, possono essere un’espressione del suo disagio e dei suoi bisogni primari (essere alimentato, cambiato etc).
Ma ĆØ vero anche il contrario? I bambini sono in grado di identificare le emozioni espresse dagli adulti? Sono in grado si adattare il loro comportamento alle emozioni a cui sono esposti?
Competenze precoci per discriminare le emozioni
La capacitĆ dei bambini di differenziare le espressioni emotive sembra svilupparsi nei primi sei mesi di vita. Durante questo periodo hanno una preferenza per i volti sorridenti e le voci felici. Prima dei sei mesi, possono distinguere la felicitĆ da altre espressioni come la paura, la tristezza o la rabbia. A partire da sette mesi, sviluppano la capacitĆ di discriminare tra altre espressioni facciali.
Sembra, quindi, che i bambini posseggano le prime capacitĆ di differenziare le emozioni, ma le riconoscono veramente o distinguono solo le caratteristiche fisiche di volti o voci?
Lo studio
Nel tentativo di trovare una risposta, 24 bambini di sei mesi hanno partecipato a uno studio presso il Geneva BabyLab.
I bambini sono statiĀ esposti a voci e volti che esprimevano emozioni di felicitĆ e rabbia. Durante una prima fase dedicata alla familiarizzazione uditiva, i bambini venivano posizionatiĀ di fronte a uno schermo nero e ascoltavano una voce neutra, felice o arrabbiata per 20 secondi.
Nella seconda fase – basata sulla discriminazione visiva della durata di 10 secondi – i bambini venivano posti di fronte a due voltiĀ che esprimevano felicitĆ e rabbia.
Attraverso l’ eye-tracking, uno strumento in grado diĀ misurare i movimenti oculari del bambino con grande precisione, i ricercatori hanno misurato il tempo trascorso mentre guardavano i due volti – o aree specifiche del viso (la bocca o gli occhi) – e registrato le variazioni a seconda della voce che ascoltavano.
Analizzando i dati ottenuti con l’eye tracking, i ricercatori hanno notato che quando voce e volto trasmettevano lo stesso messaggio emotivo, i tempi di osservazione del viso erano uguali. Al contrario, i piccoli trascorrevano piĆ¹ tempo a guardare un volto che esprimeva rabbia, fissando in particolare per piĆ¹ tempo la bocca, se in contemporanea o appena prima avevano sentito una voce che esprimeva felicitĆ . Questa maggiore attenzione visiva indica che notavano una incongruenza fra la mimica e la voce. Suggerendo che giĆ in etĆ molto precoce, i bambini possiedono la capacitĆ di stabilire un nesso e di trasferire le informazioni emotive sulla felicitĆ dalla modalitĆ uditiva a quella visiva.
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