Come affrontare il lutto con un consulente Psicologo

Giorgia Gollo, Psicologa psicoterapeuta ad indirizzo psico dinamico. Mi occupo, nello specifico, di elaborazione del lutto inteso come morte ma anche come perdita relazionale e perdita della salute e ...

Se si cerca su Google “lutto per la perdita di un genitore” o di una madre l’elenco dei risultati ci mostra subito come questo sia un tema importante per le persone e soprattutto per i giovani adulti, ma non solo. L’elenco dei risultati della ricerca mette anche in evidenza quanto queste stesse persone cerchino aiuto, consigli, momenti di condivisione. Vi sono infatti moltissimi forum, alcuni gestiti da professionisti o esperti altri invece di libera discussione, in cui persone tra i 20 e i 40 anni chiedono un aiuto su come superare il lutto per un genitore deceduto.

In effetti, per quella che è la mia esperienza, sono proprio i giovani adulti che rimangono sorpresi, essi per primi, dall’intensità del proprio turbamento.

I sentimenti che vivono vanno dal dolore alla rabbia, dal senso di colpa alla sensazione di non provare più attaccamento alla vita.

È come se questa perdita, che se da un lato è nell’ordine naturale delle cose, dall’altro mandasse in frantumi un equilibrio spesso faticosamente conquistato. La morte di un genitore crea, infatti,  una serie di cambiamenti  sia a livello individuale che a livello familiare e inter-generazionale: se è vero per ogni perdita che quando muore qualcuno perdiamo una parte di noi stessi, questo è ancora più vero quando muore un genitore. Spesso le persone che incontro mi riportano di sentirsi persi, abbandonati come dei bambini.

La consulenza per l’elaborazione del lutto in questo caso si rivela particolarmente efficace

Innanzitutto permette alla persona di sentirsi ascoltata ed accettata qualsiasi emozione stia provando, cosa che spesso le viene difficile fare in famiglia proprio perché ognuno è impegnato a vivere il proprio dolore.

Inoltre, attraverso la narrazione ed altri strumenti e tecniche usate nel momento opportuno, il paziente viene aiutato ad esprimere tutto ciò che sente di non aver fatto in tempo a dire al genitore perso: spesso i rapporti genitore-figlio sono conflittuali, difficili, e dopo la morte questa ambiguità, questo amore-odio diventa insostenibile da tenere nella mente e si finisce così per idealizzare il genitore scomparso a scapito di noi stessi, processo che porta a sensi di colpa e spesso ad un vero e proprio “blocco” per cui la persona sente di non vivere.

Attraverso la consulenza, si aiuta la persona ad accettare che il proprio genitore non era perfetto, che magari era stato tutto il contrario di come l’avrebbe desiderato, ma che nonostante tutto lo ha amato, come un figlio può amare un genitore; si aiuta la persona a comprendere che non è possibile riparare agli errori di chi non c’è più ma si può evitare di ripeterli, e a comprendere che anche questa è un’eredità, un lascito prezioso.

Attraverso l’accettazione si arriva, poi, alla fase delle potenzialità, alla fase in cui diventa importante ricostruire, ed accompagniamo i nostri pazienti, anche in maniera educativa, pedagogica a scoprire cosa ad oggi, con la loro storia, con le persone che sono diventate passando attraverso la perdita, li rende felici, che cosa desiderano e che cosa possono realizzare.

E solitamente, dopo un certo numero di colloqui (di solito intorno alla decina) la persona sente che può “camminare con le sue gambe”, che ha gli strumenti non per evitare il dolore, ma per attraversarlo poiché è l’unico modo per superarlo.

 

Buona Giornata

Giorgia Gollo

Immagine: “Campo di grano con volo di corvi“, autore: Vincent Van Gogh

 

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