FCP > Corsi Ondemand di Psicologia e Psicoterapia > Dialoghi sulla Relazione Terapeutica, con Irvin Yalom
157,00 € IVA inclusa
Docenti:
Lorena Preta
, Massimo Recalcati
, Irvin Yalom
, Maurizio Andolfi
, Paolo Migone
, Vittorio Lingiardi
, Romina Coin
, Umberta Telfener
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Una straordinaria MasterClass che vede la partecipazione, in esclusiva per l’Italia, di Irvin Yalom e di sette illustri terapeuti e terapeute italiane: Lorena Preta, Massimo Recalcati, Maurizio Andolfi, Paolo Migone, Vittorio Lingiardi, Romina Coin, Umberta Telfener.
I contributi proposti dai relatori e dalle relatrici invitate permettono di indagare il tema della relazione terapeutica da diverse prospettive e angolazioni.
Un viaggio tra teoria e tecnica che ti permetterà di esplorare il ruolo che gioca la persona del terapeuta “in carne e ossa”, con la sua storia personale, le sue convinzioni, le sue emozioni, nella relazione con il paziente e che verrà qui esaminato alla luce dei recenti sviluppi della psicoterapia e anche del contributo specifico dato da Irvin Yalom nel suo percorso di ricerca.
Il fotogramma di un film I Misteri di un’anima di G.W.Pabst ( 1926).
Un uomo sdraiato sul lettino e l’analista dietro a lui guardano intensamente davanti a loro in un punto imprecisato. In realtà tracciando una linea tra i loro due sguardi è possibile notare che questi convergono verso un punto leggermente dislocato. Cosa guardano precisamente lo psicoanalista e il suo paziente? Un terzo punto, costruzione di uno spazio derivato dalla combinazione dei due sguardi. Un oggetto nuovo, forse simile a un ologramma, ma in realtà non così virtuale. Nell’esperienza psicoanalitica, si verifica una produzione di immagini peculiare e diversa da quella dei sogni o delle fantasie. La richiesta fatta al paziente di sdraiarsi sul lettino e di perdersi di vista, introduce uno sguardo diverso, uno sguardo eccentrico che guarda “fuori” dell’usuale campo percettivo. Si tratta dell’attivazione di una ‘funzione’ che è facilitata dall’uso del lettino ma che non vi è necessariamente vincolata. In realtà scatta appena un setting definito, una cornice delineata e condivisa, dà modo all’incontro tra analista e paziente di generare forme nuove e diverse, assemblaggi della psiche di analista e analizzato.
La conduzione della cura non può prescindere dalla soggettività dell’analista e dal suo desiderio. Lacan definiva questo desiderio “più forte” per indicare la sua funzione di causa del processo dell’analisi. Cosa significa questo? In che senso il desiderio che ci muove nella conduzione della cura è un desiderio diverso da tutti gli altri? Domanda che ne implica altre altrettanto cruciali: deve l’analista spogliarsi della sua soggettività per condurre efficacemente una cura? E’ questo possibile? E’ utile o necessario? Le teorie del controtransfert esasperano il coinvolgimento emotivo dell’analista nella cura o ci aiutano a vedere qualcosa di essenziale? Che cosa desidera un analista quando si trova impegnato in una analisi? La risposta a queste domande non può che evidenziare la stretta coincidenza, come si esprimeva Freud, della tecnica dello psicoanalista con la dimensione dell’etica.
Potremo ascoltare dalla sua voce come si è evoluta la sua filosofia terapeutica e come sono nati e si sono costruiti nel tempo alcuni punti chiave del suo modello psicoterapeutico esistenziale: imparare dal paziente, essere onesti e trasparenti, essere curiosi e capaci di sospendere ogni pregiudizio sull’altro, ogni etichetta. Rinunciare alla posizione di “esperto”, coltivare empatia, rispetto positivo e incondizionato, al fine di creare una buona alleanza. Irvin Yalom, ampliando il pensiero di Freud sull’importanza delle relazioni presenti nei primissimi anni di vita, mette in primo piano i fattori interpersonali e sociali e ritiene altrettanto rilevanti le relazioni umane nel “qui ed ora”, intese come fattori chiave nella salute mentale di un individuo. Il lavoro clinico di Yalom mira a scoprire la radice interpersonale del sintomo, concettualizzandolo all’interno di una prospettiva interpersonale.
Esploreremo il valore di conoscenza e di cura dell’esperienza umana della terapia, dove il terapeuta si libera della sua ‘uniforme professionale’, spesso confezionata sui modelli che lo guidano, per entrare in contatto e sintonizzarsi con aree di sofferenza profonda portata in terapia da persone e famiglie in difficoltà. La ricerca di autenticità si concretizza in un dono reciproco di verità, la cura non sarà più incentrata sulla diagnosi e sulla riparazione del problema presentato da un bambino o un adolescente ma coinvolgerà l’intera famiglia in un processo trasformativo dove ciascuno si potrà rivelare come è senza maschere o finzioni, per il benessere di tutti. Compito del terapeuta sarà quello di favorire questa trasformazione, mettendosi in gioco anche a livello personale attraverso un’esplorazione profonda del proprio mondo interiore, risorsa straordinaria nello sviluppo della relazione terapeutica.
Vi è stato un grande rimescolamento di carte nel movimento psicoterapeutico, caratterizzato da ibridazioni tra approcci anche lontani tra loro al punto che le tradizionali classificazioni o divisioni tra scuole vacillano sempre di più. Emergono aspetti trasversali a tutti gli approcci, e la relazione terapeutica è uno di questi: i terapeuti di ogni orientamento si chiedono come gestire le emozioni nell’incontro col paziente, cosa voglia dire porsi in modo autentico, in che modo la relazione può avere una valenza trasformativa e così via. Vengono sinteticamente esaminate le concezioni della relazione terapeutica a partire dalle prime forme di psicoterapia fino ai giorni nostri. In particolare viene esaminato il percorso fatto da Freud alla luce della sua teoria dei fattori curativi, per poi prendere in rassegna alcuni approcci psicoterapeutici successivi. Vengono ad esempio discussi certi aspetti della “seconda forza” e della “terza forza” del movimento psicoterapeutico, cioè, rispettivamente, della terapia cognitivo-comportamentale (includendo i recenti sviluppi della “terza onda”) e del movimento umanistico-esperienziale. L’intento è quello di far riflettere sui concetti e sulle operazioni cliniche sottostanti alle terminologie usate da scuole di tradizioni anche molto diverse tra loro.
Che cosa significa essere «due persone che parlano in una stanza» (Nissim Momigliano, 1984), dopo che l’emergenza pandemica ci ha chiesto di essere due persone che parlano in due stanze attraverso uno schermo? Nuove configurazioni della relazione terapeutica ci spingono a riflettere sui parametri della terapia. Cosa è il setting? Cosa è una relazione trasformativa? Consapevole che «ogni psicologia, la mia inclusa, ha il carattere di una confessione soggettiva» (Jung, 1929), attraverserò il paesaggio della psicoterapia affidandomi agli autori che amo e alle esperienze che hanno costruito il mio idioma. Libera da eccessive devozioni teoriche, l’anima del clinico dialogherà con quella del ricercatore: gli studi sull’alleanza terapeutica al servizio dell’unicità dell’incontro, la costruzione di diagnosi sensate al servizio di clinici sensibili.
Esiste ormai un consenso quasi unanime circa il ruolo centrale che la relazione svolge nel dispositivo psicoterapeutico, così come sulla soggettività irriducibile degli attori coinvolti nel processo di cura. E’ invece ancora del tutto aperta la ricerca su come possiamo integrare le acquisizioni epistemologiche, teoriche e neuroscientifiche contemporanee all’interno del nostro impianto di pensiero e dei nostri dispositivi professionali. Questa urgenza deriva dalla percezione del rischio che tali consapevolezze rimangano sterili affermazioni di principio o che si cristallizzino su un piano puramente descrittivo e suggestivo dell’incontro, senza avere di fatto una ricaduta trasformativa nel modo di concepire il nostro ruolo, il nostro incontro col paziente, il senso e le finalità dell’agire psicoterapeutico. Crediamo infatti che la qualità etica della nostra presenza consista nell’assumere la nostra soggettività come elemento fondante l’essere e il fare lo psicoterapeuta, che precede e informa ogni atto e ogni accadimento della relazione col paziente. Solo per questa via i nostri dispositivi di sapere possono realmente assicurare al paziente lo spazio per essere “altro”, e non l’oggetto del nostro conoscere, e per collocarsi come interlocutore e non destinatario del nostro intervento. E’ in questo incrocio tra etica ed epistemologia che si può delineare un campo di interesse trasversale a tutti gli approcci psicoterapeutici che, in contrasto con le divisioni di scuola e le logiche competitive che hanno segnato la storia della nostra professione, può aiutarci a unire gli sforzi e lavorare insieme per lo sviluppo del ruolo terapeutico in un mondo in rapida trasformazione. Il contributo si concentrerà su questi aspetti trasversali, con un’attenzione particolare ai giovani che si affacciano alla professione e alla responsabilità di chi si occupa della loro formazione.
Nel seminario mi concentrerò sul punto di vista del professionista, le sue emozioni, la creazione di una grammatica dei sentimenti che permetta di decodificare il processo in atto, le scelte da compiere, la riflessività implicata, i multipli livelli di osservazione e i posizionamenti che si devono scegliere e che ci vengono proposti. Ritengo la relazione terapeutica un atto etico di secondo livello e sono interessata al rischio che il processo si mostri collusivo o cronicizzante, alle trappole in cui il clinico può cadere. Mi soffermerò sul rischio del rischio iatrogeno, cioè su quei processi che si bloccano o peggiorano non a causa della gravità della situazione ma piuttosto a seguito del processo cui il professionista partecipa. Parlerò degli interventi ortopedici e di quelli generativi e metterò in evidenza la responsabilità della co-responsabilità che accomuna i partecipanti alla danza terapeutica.
Le registrazioni dei corsi a cui ti sei iscritta/o sono elencati nella tua Area Riservata, a cui puoi accedere effettuando il login. Ciascun corso, gratuito e/o a pagamento, ti rimane accessibile per 12 mesi dalla data di registrazione, salvo differenti informazioni fornite nel programma.
L’eventuale presenza di crediti ECM, ed il relativo numero di crediti, viene indicata ad inizio pagina e nel box di iscrizione. Se presenti, all’interno del programma c’è un paragrafo “Crediti ECM” in cui poter visualizzare la data a partire dalla quale potrai effettuare il quiz ECM e la data massima entro cui riuscire a superarlo con successo. Tali informazioni e date sono riportate anche nel box di iscrizione.
Per calcolare le tempistiche di accreditamento bisogna far riferimento alla “Data di scadenza del Quiz ECM” indicata nello specifico corso di formazione, NON alla data in cui viene superato il Quiz ECM. La data di scadenza del Quiz ECM la trova indicata nella pagina del corso, sia nel box di iscrizione che nel paragrafo dedicati a Crediti ECM.
Ebbene, entro 90 giorni dalla data di scadenza del Quiz ECM dobbiamo comunicare i dati ad AGENAS. A sua volta AGENAS trasmetterà i dati al COGEAPS e solo a quel punto le risulteranno accreditati.
Mediamente, consigliamo quindi di calcolare circa 4 mesi dalla data di scadenza del Quiz ECM. Precisiamo, in ogni caso, che l’Attestato di acquisizione ECM del corso a cui ha partecipato, vale come certificazione dei crediti acquisiti.
Sì, il corso rilascia un attestato di partecipazione.
Tutti i corsi di FCP, con speaker internazionali, dispongono di traduzione in italiano. In particolare: i Corsi online e le Master Class dispongono di interpretariato simultaneo, i Corsi Ondemand dispongono di sottotitolazione e/o voice over in italiano, i Corsi residenziali – in-person – dispongono di interpretariato simultaneo o consecutivo. Tali informazioni vengono generalmente specificate sulla pagina di presentazione di ciascun corso.
La presenza di materiale extra dipende dal docente e dal corso specifico: solitamente ci sono pdf contenenti i power point del docente.
1115 recensioni per questo corso
Rosanna Basili (proprietario verificato) –
È stato un vero dialogo tra colleghi
Ottimo il livello di confronto.
5 stelle
Bruna Porretta (proprietario verificato) –
Ottimo!!! Grazie!!
PAOLO MECACCI (proprietario verificato) –
3 GIORNI FORMATIVI VERAMENTE ECCELLENTI! Complimenti per l’organizzazione generale. GRAZIE
Giuditta Cippone (proprietario verificato) –
Molto utile ed intenso.
Giuditta Cippone (proprietario verificato) –
Molto utile ed intenso.