COVID-19 e Suicidi: una pandemia psicologica globale

COVID-19 e Suicidi: una pandemia psicologica globale

Un editoriale di Montemurro N (Montemurro and The emotional impact of COVID-19: From medical staff to common people., 2020) dal titolo “The emotional impact of COVID-19: From medical staff to common people”, recentemente pubblicato sul “Brain, Behavior, and Immunity’”, ci ha motivato a scrivere questo contributo conciso ma informativo.

3.788.000 è il temibile ed enorme numero di casi COVID-19, con 262.000 morti segnalati in tutto il mondo (https://www.worldometers.info/coronavirus/).  La presa di consapevolezza che non saranno immediatamente disponibili vaccini e/o farmaci antivirali efficaci contro il virus SARS-CoV2, ha fatto si che la maggior parte dei governi prendessero provvedimenti come:

  • distanziamento sociale;
  • quarantena;
  • autoisolamento;
  • lock down a livello nazionale.

Finora l’unico consiglio o l’unica opzione possibile contro il  COVID-19 resta lo screening del sospetto per la SARS-CoV-2. E la conseguente quarantena in caso di esito positivo.

Al momento sono stati segnalati in tutto il mondo pochi casi di suicidio legati alla paura di contrarre l’infezione da COVID-19, della stigmatizzazione sociale, isolamento, depressione, ansia, squilibrio emotivo, blocco dell’economia, insicurezze finanziarie. Tuttavia, con le recenti notizie di suicidi possiamo anticipare un effetto a catena di eventi suicidari in tutto il mondo.

Possibili fattori e predittori

L’isolamento sociale e la lontananza inducono ansia in generale sulla popolazione, i più vulnerabili, tuttavia, sono quelli con problemi di salute mentale esistenti come la depressione e gli adulti anziani che vivono in solitudine e isolamento.

Si tratta di persone che si auto-giudicano, che hanno pensieri suicidi estremi. L’isolamento e la quarantena imposti sconvolgono la normale vita sociale e creano paura, generano sensazioni di prigionia per un periodo di tempo indefinito.

Il primo caso di suicidio è stato segnalato nel sud dell’India il 12 febbraio 2020, dove un uomo di 50 anni,  Balakrishna, ha erroneamente associato una normale infezione virale al COVID-19 (Goyal et al., 2019). Nonostante si fosse messo in autoisolamento, in seguito  alla lettura di decessi legati al COVID-19 si è suicidato. A Delhi, in India, un uomo con sospetto COVID-19 ricoverato in isolamento nell’ospedale di Safdarjung si sarebbe suicidato saltando dal settimo piano dell’edificio dell’ospedale. (https://economictimes.indiatimes.com/news/politics-and-nation/man-suspected-of-covid-19-commits-suicide/articleshow/74700431.cmsfrom=mdr (Accessed on 9 April, 2020).

Non solo in India, il disagio psicosociale legato alle crisi di COVID-19 ha travolto il mondo. A Chicago,  Patrick Jesernik ha sparato a Cheryl Schriefer prima di spararsi. Patrick si era convinto che entrambi avessero un’infezione da SARS-CoV-2.

Il blocco mondiale e la recessione economica

Il profilarsi della crisi economica può generare panico. La disoccupazione di massa, la povertà e la mancanza di una fissa dimora potrebbero far aumentare il rischio di suicidio o il tasso di tentativi di suicidio in questi pazienti.

Gli Stati Uniti hanno già dichiarato un aumento della disoccupazione (4,6 milioni) durante l’emergenza del coronavirus e hanno ipotizzato che l’isolamento causerà più morti della stesso COVID-19  (Reger et al., 2020).

Questa incertezza sul tempo di isolamento, non solo demoralizza, ma fa anche sentire la gente inutile, senza speranza sul presente e sul futuro, come dimostra il suicidio del ministro delle Finanze tedesco dell’Assia Thomas Schaefer (https://www.todayonline.com/world/covid-19-german-minister-commits-suicide-after-virus-crisis-worries (Accessed on 8 April, 2020).

Lo stress, l’ansia e la pressione negli operatori sanitari sono al limite massimo. Il 50% del personale medico degli ospedali britannici è malato e a casa. Al King’s College Hospital di Londra, una giovane infermiera che si occupava di pazienti con Covid-19 si è tolta la vita  (https://www.wzzm13.com/article/news/local/morning-features/suicide-risks-grow-during-pandemic/69-05657859-d404-44ad-bf87-c70dad3c6671 (Accessed on 9 April, 2020).

Anche i medici professionisti in prima linea a stretto contatto con i pazienti positivi e/o in quarantena durante il trattamento di COVID-19, subiscono un trauma psicologico. I predittori sono la paura costante di contrarre un’infezione, lo stress insopportabile, l’impotenza e l’angoscia nel vedere i pazienti infetti morire da soli.

Anche il blocco sociale e la discriminazione hanno contribuito ad aggiungere alcuni casi alla lista dei suicidi di COVID-19.

Mamun MA et al., 2020 hanno riportato il primo caso di suicidio COVID-19 in Bangladesh, dove Zahidul Islam, un uomo di 36 anni, si è suicidato a causa del tentativo di evitamento sociale da parte dei vicini e della sua coscienza morale di non trasmettere il virus alla sua comunità (Mamun and Griffths, 2020). Altri casi in tutto il mondo sono stati descritti nella tabella n. 1( vedi articolo originale).

Affrontare lo stress COVID-19

Vaccino contro la SARS-CoV-2, e antivirali come Favipiravir e Ramdesivir sono ora in fase III di sperimentazione clinica, ma il numero dei pazienti infetti e trattati ha raggiunto il numero altissimoi (https://www.worldometers.info/coronavirus/ (Accessed on 21 April, 2020)  è quindi necessario implementare diversi approcci per affrontare lo stress psicologico correlato a COVID-19.

IL COVID-19 è una crisi globale, sono necessari, dunque, sforzi collettivi per affrontare questa pandemia globale. Le persone in difficoltà emotiva devono controllare il livello massimo di fruizione delle notizie relative a COVID-19. E verificare che le fonti siano affidabili come il CDC e l’OMS. Bisogna mantenere la connessione e la solidarietà nonostante la distanza fisica. Gli individui con una storia precedente di pensieri di suicidio, disturbi di panico e di stress e bassa autostima, sono facilmente suscettibili a pensieri catastrofici come il suicidio in una tale pandemia virale.

Gli indicatori indiretti devono essere notati con grande attenzione.

É necessario implementare interventi psicologici, teleconferenza e un servizio 24 su 24 di supporto emotivo, mentale e comportamentale. La maggioranza dei Paesi, tuttavia, sta già praticando e attuando queste misure.

Le politiche sanitarie e la percezione per gli operatori sanitari della COVI-19 devono essere rafforzate, come riportato dagli studi cinesi (Li et al., 2020Kang et al., 2020)

Le raccomandazioni del governo di lavorare da casa e di viaggiare meno spesso limitano la nostra vita sociale. Ma possiamo trascorrere del tempo al riparo con le nostre famiglie, comunicare con gli amici sui social media e partecipare ad attività di sensibilizzazione. Fno a quando non vinciamo tutti questa battaglia.

 

Post liberamente tradotto dall’articolo scientifico “COVID 2019-suicides: A global psychological pandemic” su ScienceDirect

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