Dove dormono i neonati?

Biancamaria Acito
Sono una psicologa e psicoterapia sistemico- relazionale e mediatrice familiare dal 2014. Da molti anni lavoro a Parma nellā€™ambito delle difficoltĆ  di apprendimento e delle tecnologie per lo st...
Dove dormono i neonati

Dove dormono i neonati?

Non esiste un’unica risposta a questa domanda. PerchĆ© dipende dall’etĆ  del bambino, dalla fase di sviluppo che sta vivendo, ma anche dalle dinamiche e dalle abitudini proprie di ciascuna famiglia. ƈ importante ricordare sempre che ogni bambino ĆØ diverso, cosƬ come lo ĆØ la sua famiglia. PerciĆ² quello che funziona per gli uni non necessariamente andrĆ  bene anche per gli altri.

Impariamo a diffidare di libri o articoli che forniscono ā€œricetteā€ universali, apparentemente facili da applicare, ma in realtĆ  non sempre rispondenti ai bisogni del bambino e dei suoi genitori!

Anche perchĆ© il ā€œluogoā€ della nanna, soprattutto di quella notturna, ĆØ oggetto di unā€™antica diatriba che ĆØ ben lontana dal risolversi e che riguarda la questione ā€œlettoneā€ sƬ o ā€œlettoneā€ no. sostenitori del ā€œdormire tutti insieme nel lettoneā€, infatti, attualmente sono tanti quanti i convinti assertori dellā€™importanza di possedere ciascuno i propri spazi fin dalla nascita o quasi.

La questione ĆØ controversa da alcuni decenni. Mentre fino ai primi del ā€˜900 far dormire i propri figli con sĆ© faceva parte della normalitĆ  anche per i bambini piĆ¹ grandi. Attualmente i fautori del bedā€“sharing (letto condiviso) portano a sostegno della propria scelta le teorie circa i benefici dellā€™alto contatto fra bambini e genitori, fra cui la teoria dellā€™Attachment Parenting di William Sears.

Il bisogno di sonno condiviso (co-sleeping) nei primi tempi dopo la nascita ĆØ in linea con la teoria dellā€™esogestazione, secondo cui nei primi mesi ĆØ molto forte il bisogno contatto fisico, perchĆ© il neonato avrebbe avuto necessitĆ  di rimanere nellā€™utero materno ancora qualche tempo per portare a termine la maturazione del sistema nervoso che gli consente il controllo volontario dei movimenti e la percezione dei propri limiti corporei. Fino a quel momento, quindi, spetta ai genitori fornire questo ā€œcontenimentoā€ tenendolo in braccio e vicino a sĆ©, anche durante il sonno.

Ā Se si sceglie di condividere il lettone, ĆØ importante prendere in considerazione le indicazioni per il ā€œsonno sicuroā€. Ovvero gli accorgimenti necessari per ridurre il rischio di ā€œSidsā€(SuddenInfant Death Syndrome), comunemente conosciuta come ā€œmorte in cullaā€[1]. Sono tanti i fattori da considerare in caso di bed-sharing, per esempio lā€™eventuale assunzione di alcool o farmaci (che rischiano di alterare la capacitĆ  di risveglio da parte dei genitori), ma anche il sovrappeso di uno dei due, Ā una condizione di stanchezza elevata o anche soltanto lā€™uso di piumoni o coperte pesanti.

Inoltre, si raccomanda di fare estrema attenzione con i bambini nati pre-termine e in generale di piccole dimensioni, cosƬ come nel caso di fratellini che giƠ condividono il lettone con i genitori, perchƩ potrebbero muoversi in modo incontrollato nel sonno.

Dā€™altro canto, il co-sleeping non ĆØ necessariamente sinonimo di bed-sharing. PerchĆ© puĆ² essere attuato anche semplicemente dormendo nella stessa stanza ma non nello stesso letto. Non tutti i genitori, infatti, si sentono a proprio agio con il figlio nel lettone. Ma questo non significa che non desiderino tenerlo accanto a sĆ©. Una possibilitĆ  ĆØ quella di optare per il side ā€“ bed. Si tratta di una culla a cui si puĆ² togliere una sponda (o giĆ  predisposta aperta su un lato) e regolabile ad altezze diverse cosƬ da adattarsi perfettamente al letto matrimoniale e potersi agganciare saldamento ad esso. In tal modo, la culla diventa una sorta di prolungamento del lettone. Il bambino puĆ² dormire in sicurezza accanto alla mamma, alla quale basta allungare un braccio per toccarlo e allattarlo durante la notte.

Un vantaggio di questa soluzione ĆØ che nessuno dei due genitori deve rinunciare al proprio spazio nel letto per tenere vicino il figlio. Tra lā€™altro, pare non essere neppure troppo difficile realizzare un side-bed in proprio, ad esempio adattando un lettino classico.

Quando ĆØ nato il mio primo bimbo il side-bed non era cosƬ diffuso come ora. PerciĆ² avevo acquistato una culla tradizionale non modificabile che mi ĆØ rimasta in ereditĆ  anche per il secondo. In caso contrario lā€™avrei scelto, perchĆ© ho allattato al seno entrambi i miei bimbi e devo ammettere che era particolarmente emozionante dormire insieme durante e dopo la poppata. Li ho tenuti spesso con me nel lettone, ma utilizzavo il cuscinone da allattamento, in modo da fornire loro una sorta di protezione. Soprattutto dal loro papĆ , che sembrava avere un sonno piĆ¹ pesante del mio. Non so se sia leggenda o meno, ma credo che le neo-mamme ā€œsentanoā€ di avere accanto il proprio bambino anche se stanno dormendo (e probabilmente questo ĆØ vero anche per i neo-papĆ , ma va chiesto a loro!).

Non esistono scelte giuste e sbagliate in assoluto. Lā€™importante ĆØ:

  • garantire sempre le norme di sicurezza,
  • essere consapevoli di quello che si sta facendo
  • e scegliere la soluzione piĆ¹ congeniale per sĆ© e la propria famiglia.

Ā La parola ā€œsceltaā€ non ĆØ stata messa a caso. E’ importante che la condivisione del lettone sia fatta per scelta e non per disperazione. Ovvero perchĆ© sembra essere lā€™unica soluzione per far dormire il proprio bambino. In quel caso, purtroppo, si rischia di non dormire bene in tre (o in quattro, se cā€™ĆØ un fratellino!). PerchĆ©, se si tratta di una condizione ā€œsubitaā€, ĆØ piĆ¹ difficile riuscire a riposare serenamente.

Questo vale anche e soprattutto nel caso in cui si tratti della scelta di uno solo dei due genitori, che la impone allā€™altro. Mi capita di frequente di parlare con famiglie in cui uno dei due genitori (spesso il papĆ ) viene ā€œsfrattatoā€ dal lettone per fare spazio al bimbo. In queste situazioni il rischio che la relazione di coppia si deteriori ĆØ molto alto. E puĆ² essere utile rivolgersi ad uno psicologo per ricevere un supporto specializzato in merito. Se lā€™opzione ā€œletto condivisoā€ non ĆØ quella ottimale per la famiglia in questione, infatti, ĆØ possibile accompagnarla con gradualitĆ  ad adottare altre soluzioni.

Il corso ā€œLo Psicologo consulente sul sonno dei bambiniā€ ĆØ proprio volto a fornire gli strumenti e le metodologie utili a dare risposta ai neo-genitori su questa e altre tematiche inerenti il sonno dei bambini e di tutta famiglia.

 

[1] SIDS ĆØ il nome attribuito alla ā€œmorte improvvisa ed inaspettata di un lattante apparentemente sano, che rimane inspiegata anche dopo lā€™esecuzione di unā€™indagine post-mortem completaā€ (tratto da www.sidsitalia.it )

Copyright:Ā PESI Italia srlĀ 
Non riprodurre senza autorizzazione

Articoli correlati

Partecipa lasciando un commento

Il tuo indirizzo email non sarĆ  pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Puoi usare questi tag HTML:

<a href="" title=""> <abbr title=""> <acronym title=""> <b> <blockquote cite=""> <cite> <code> <del datetime=""> <em> <i> <q cite=""> <s> <strike> <strong>