Dove dormono i neonati?
Non esiste un’unica risposta a questa domanda. PerchĆ© dipende dall’etĆ del bambino, dalla fase di sviluppo che sta vivendo, ma anche dalle dinamiche e dalle abitudini proprie di ciascuna famiglia. Ć importante ricordare sempre che ogni bambino ĆØ diverso, cosƬ come lo ĆØ la sua famiglia. PerciĆ² quello che funziona per gli uni non necessariamente andrĆ bene anche per gli altri.
Impariamo a diffidare di libri o articoli che forniscono āricetteā universali, apparentemente facili da applicare, ma in realtĆ non sempre rispondenti ai bisogni del bambino e dei suoi genitori!
Anche perchĆ© il āluogoā della nanna, soprattutto di quella notturna, ĆØ oggetto di unāantica diatriba che ĆØ ben lontana dal risolversi e che riguarda la questione ālettoneā sƬ o ālettoneā no. sostenitori del ādormire tutti insieme nel lettoneā, infatti, attualmente sono tanti quanti i convinti assertori dellāimportanza di possedere ciascuno i propri spazi fin dalla nascita o quasi.
La questione ĆØ controversa da alcuni decenni. Mentre fino ai primi del ā900 far dormire i propri figli con sĆ© faceva parte della normalitĆ anche per i bambini piĆ¹ grandi. Attualmente i fautori del bedāsharing (letto condiviso) portano a sostegno della propria scelta le teorie circa i benefici dellāalto contatto fra bambini e genitori, fra cui la teoria dellāAttachment Parenting di William Sears.
Il bisogno di sonno condiviso (co-sleeping) nei primi tempi dopo la nascita ĆØ in linea con la teoria dellāesogestazione, secondo cui nei primi mesi ĆØ molto forte il bisogno contatto fisico, perchĆ© il neonato avrebbe avuto necessitĆ di rimanere nellāutero materno ancora qualche tempo per portare a termine la maturazione del sistema nervoso che gli consente il controllo volontario dei movimenti e la percezione dei propri limiti corporei. Fino a quel momento, quindi, spetta ai genitori fornire questo ācontenimentoā tenendolo in braccio e vicino a sĆ©, anche durante il sonno.
Ā Se si sceglie di condividere il lettone, ĆØ importante prendere in considerazione le indicazioni per il āsonno sicuroā. Ovvero gli accorgimenti necessari per ridurre il rischio di āSidsā(SuddenInfant Death Syndrome), comunemente conosciuta come āmorte in cullaā[1]. Sono tanti i fattori da considerare in caso di bed-sharing, per esempio lāeventuale assunzione di alcool o farmaci (che rischiano di alterare la capacitĆ di risveglio da parte dei genitori), ma anche il sovrappeso di uno dei due, Ā una condizione di stanchezza elevata o anche soltanto lāuso di piumoni o coperte pesanti.
Inoltre, si raccomanda di fare estrema attenzione con i bambini nati pre-termine e in generale di piccole dimensioni, cosƬ come nel caso di fratellini che giĆ condividono il lettone con i genitori, perchĆ© potrebbero muoversi in modo incontrollato nel sonno.
Dāaltro canto, il co-sleeping non ĆØ necessariamente sinonimo di bed-sharing. PerchĆ© puĆ² essere attuato anche semplicemente dormendo nella stessa stanza ma non nello stesso letto. Non tutti i genitori, infatti, si sentono a proprio agio con il figlio nel lettone. Ma questo non significa che non desiderino tenerlo accanto a sĆ©. Una possibilitĆ ĆØ quella di optare per il side ā bed. Si tratta di una culla a cui si puĆ² togliere una sponda (o giĆ predisposta aperta su un lato) e regolabile ad altezze diverse cosƬ da adattarsi perfettamente al letto matrimoniale e potersi agganciare saldamento ad esso. In tal modo, la culla diventa una sorta di prolungamento del lettone. Il bambino puĆ² dormire in sicurezza accanto alla mamma, alla quale basta allungare un braccio per toccarlo e allattarlo durante la notte.
Un vantaggio di questa soluzione ĆØ che nessuno dei due genitori deve rinunciare al proprio spazio nel letto per tenere vicino il figlio. Tra lāaltro, pare non essere neppure troppo difficile realizzare un side-bed in proprio, ad esempio adattando un lettino classico.
Quando ĆØ nato il mio primo bimbo il side-bed non era cosƬ diffuso come ora. PerciĆ² avevo acquistato una culla tradizionale non modificabile che mi ĆØ rimasta in ereditĆ anche per il secondo. In caso contrario lāavrei scelto, perchĆ© ho allattato al seno entrambi i miei bimbi e devo ammettere che era particolarmente emozionante dormire insieme durante e dopo la poppata. Li ho tenuti spesso con me nel lettone, ma utilizzavo il cuscinone da allattamento, in modo da fornire loro una sorta di protezione. Soprattutto dal loro papĆ , che sembrava avere un sonno piĆ¹ pesante del mio. Non so se sia leggenda o meno, ma credo che le neo-mamme āsentanoā di avere accanto il proprio bambino anche se stanno dormendo (e probabilmente questo ĆØ vero anche per i neo-papĆ , ma va chiesto a loro!).
Non esistono scelte giuste e sbagliate in assoluto. Lāimportante ĆØ:
- garantire sempre le norme di sicurezza,
- essere consapevoli di quello che si sta facendo
- e scegliere la soluzione piĆ¹ congeniale per sĆ© e la propria famiglia.
Ā La parola āsceltaā non ĆØ stata messa a caso. E’ importante che la condivisione del lettone sia fatta per scelta e non per disperazione. Ovvero perchĆ© sembra essere lāunica soluzione per far dormire il proprio bambino. In quel caso, purtroppo, si rischia di non dormire bene in tre (o in quattro, se cāĆØ un fratellino!). PerchĆ©, se si tratta di una condizione āsubitaā, ĆØ piĆ¹ difficile riuscire a riposare serenamente.
Questo vale anche e soprattutto nel caso in cui si tratti della scelta di uno solo dei due genitori, che la impone allāaltro. Mi capita di frequente di parlare con famiglie in cui uno dei due genitori (spesso il papĆ ) viene āsfrattatoā dal lettone per fare spazio al bimbo. In queste situazioni il rischio che la relazione di coppia si deteriori ĆØ molto alto. E puĆ² essere utile rivolgersi ad uno psicologo per ricevere un supporto specializzato in merito. Se lāopzione āletto condivisoā non ĆØ quella ottimale per la famiglia in questione, infatti, ĆØ possibile accompagnarla con gradualitĆ ad adottare altre soluzioni.
Il corso āLo Psicologo consulente sul sonno dei bambiniā ĆØ proprio volto a fornire gli strumenti e le metodologie utili a dare risposta ai neo-genitori su questa e altre tematiche inerenti il sonno dei bambini e di tutta famiglia.
[1] SIDS ĆØ il nome attribuito alla āmorte improvvisa ed inaspettata di un lattante apparentemente sano, che rimane inspiegata anche dopo lāesecuzione di unāindagine post-mortem completaā (tratto da www.sidsitalia.it )
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