I ricordi traumatici vengono vissuti e sperimentati come momenti presenti

I ricordi traumatici vengono vissuti e sperimentati come momenti presenti

Un recente studio mostra che ricordi traumatici hanno un proprio meccanismo neurale, che può contribuire a spiegare la loro natura vivida e intrusiva.

Nel disturbo post-traumatico da stress, o PTSD, c’è un ricordo che in maniera non controllata può intromettersi nelle attività quotidiane, portando la persona a trovarsi all’interno di un evento terrificante, oppure riaffiora sotto forma di incubi notturni o flashback.

Sappiamo dai numerosi studi fatti su veterani di guerra o da vittime di violenza sessuale che il ricordo traumatico è molto diverso da un qualsiasi ricordo

Decenni di trattamento di veterani militari e di sopravvissuti a violenze sessuali hanno lasciato pochi dubbi sul fatto che i ricordi traumatici funzionino in modo diverso dagli altri ricordi

Questo 30 Novembre 2023 è stato pubblicato l’articolo, su Nature Neuroscience, dal titolo: Brain Study Suggests Traumatic Memories Are Processed as Present Experience

Questo articolo mostra che i ricordi traumatici hanno un proprio meccanismo neurale, che può contribuire a spiegare la loro natura vivida e intrusiva.

Nello studio sono state condotte scansioni cerebrali su 28 persone con PTSD mentre ascoltavano narrazioni registrate dei propri ricordi. Alcuni dei ricordi registrati erano neutri, altri semplicemente “tristi” e altri ancora traumatici.

I dati delle scansioni cerebrali hanno mostrato nette differenze.

 

Certificazione TIST (Trauma-Informed Stabilization Treatment), con Janina Fisher

 

 

Le persone che ascoltavano i ricordi tristi, che spesso riguardavano la morte di un familiare, mostravano un impegno costantemente elevato dell’ippocampo, una parte del cervello che organizza e contestualizza i ricordi.

Quando le stesse persone ascoltavano i loro ricordi traumatici – di aggressioni sessuali, incendi, sparatorie a scuola e attacchi terroristici – l’ippocampo non veniva coinvolto.

La gravità dei sintomi individuali ha modulato la rappresentazione semantica delle narrazioni traumatiche nella corteccia cingolata posteriore. Nel complesso, questi risultati suggeriscono che i ricordi traumatici sono un’entità cognitiva alternativa che si discosta dalla memoria in sé.

Daniela Schiller una delle autrici dello studio ha commentato:

Ciò che ci dice è che il cervello si trova in uno stato diverso nei due ricordi

Ha osservato che le terapie per il PTSD spesso cercano di aiutare le persone a organizzare i loro ricordi in modo che possano vederli come distanti dal presente.

Ora abbiamo trovato qualcosa che potenzialmente può spiegarlo nel cervello“, ha detto. “Il cervello non sembra essere in uno stato di memoria, ma in uno stato di esperienza presente“.

In effetti, concludono gli autori del lavoro, “i ricordi traumatici non sono vissuti come ricordi in quanto tali“, ma come “frammenti di eventi precedenti, che sottomettono il momento presente“.

I ricercatori hanno ipotizzato che i ricordi traumatici del PTSD possano essere così unici per un individuo, così rilevanti per sé, da “vivere” nella parte del cervello nota per l’autoconsapevolezza (corteccia cingolata posteriore, o C.C.P), oppure che l’evento non venga mai elaborato come un ricordo, ma sia invece scollegato dal tempo, dallo spazio e dall’ambiente circostante e venga vissuto come un evento mentale, non come un richiamo della memoria.

Lo studio presenta diverse limitazioni, tra cui il numero di partecipanti e le difficoltà nel creare narrazioni distinte che stimolassero l’attività cerebrale associata a ricordi traumatici, tristi o tranquilli.

Secondo gli autori lo studio supporta l’idea che esiste una “esperienza cognitiva profondamente separata nella riattivazione dei ricordi traumatici” e che le persone con PTSD non li vivono come ricordi, ma come vissuti nel momento presente.

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0 thoughts on “I ricordi traumatici vengono vissuti e sperimentati come momenti presenti

  • Vanna Francesca Bertoncelli says:

    I “ricordi” traumatici sono senza tempo. Vivono, unitamente al dolore e ad una molteplicità di sintomi, in un eterno presente. Questo concorre a rendere difficile l’approccio al caso e la sua risoluzione ottimale.

    Grazie per l’aggiornamento.

  • Giulio Scoppola says:

    L’articolo conferma quello che la clinica ci dice da sempre: il tentativo, ripetitivo e impossibile (al di fuori di tecniche appropriate), di “far rientrare nel tempo storico” un ricordo traumatico che, invece, prende una via neurologica differente da quella utilizzata per le ordinarie categorizzazioni dei ricordi.

    • Gaetanina Parrella says:

      Interessante l’articolo. Ci aiuta a comprendere che occorrono tecniche appropriate per aiutare il paziente.
      Grazie.

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