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Il contatto dei bambini con i genitori riduce la risposta cerebrale al dolore

Il contatto dei bambini con i genitori riduce la risposta cerebrale al dolore

Contatto con i genitori e risposta cerebrale: background

I neonati mostrano forti responsi comportamentali, fisiologici e corticali alle procedure che danneggiano i tessuti. Il contatto con i genitori può regolare con successo la risposta cerebrale, comportamentale e fisiologica generale del bambino. Ma non è noto se possa influenzare attività potenzialmente nocive nel cervello. L’attività cerebrale dipende fortemente dalla presenza materna nei modelli animali. Questo potrebbe essere un importante fattore contestuale nell’attività cerebrale correlata al dolore del neonato umano.

Lo studio

Il contatto pelle a pelle con il genitore riduce la forza con cui il cervello di un neonato risponde a una dolorosa iniezione medica. Questo è ciò che emerge da un nuovo studio condotto da ricercatori della UCL e della York University, Canada.

Hanno partecipato allo studio 27 bambini, di età compresa tra 0 e 96 giorni e nati prematuri o in età da termine, presso l’University College London Hospitals. I ricercatori hanno misurato la loro risposta ad un prelievo doloroso ma clinicamente necessario (analisi del sangue). L’attività cerebrale è stata registrata con elettrodi EEG (elettroencefalografia) posizionati sul cuoio capelluto. I bambini erano tenuti dalla madre pelle a pelle (indossando un pannolino, contro il petto della madre), o tenuti dalla madre con i vestiti, oppure sdraiati in una culla o in un’incubatrice (la maggior parte di questi bambini erano fasciati).

L’analisi topografica globale è stata utilizzata per identificare la presenza e le differenze tra i gruppi nelle attività nocive in tre contesti genitoriali differenti. I ricercatori hanno registrato un EEG durante un prelievo del sangue in tre gruppi di neonati della stessa età e sesso:

  1. mentre erano tenuti da un genitore pelle a pelle (n = 9);
  2. mentre erano tenuti da un genitore con indumenti (n = 9);
  3. non tenuto affatto, ma in assistenza individualizzata (n = 9).

Risultati

Il prelievo ha suscitato una sequenza di 4-5 eventi correlati potenziali (ERP), incluso l’ERP per il dolore (nERP), che era minore per i bambini tenuti pelle a pelle e maggiore per i bambini tenuti con i vestiti (p = 0,016). Il nERP è stato quindi seguito da ERP a lunga latenza aggiuntivi e divergenti (> 750 ms dopo il prelievo), non descritti in precedenza, in ciascuno dei gruppi, suggerendo il coinvolgimento di diversi processi corticali di livello superiore a seconda del contatto con i genitori.

Conclusioni

Questi risultati mostrano l’importanza di considerare i fattori contestuali nel determinare l’attività cerebrale del bambino. Rivelano inoltre la potente influenza del contatto con i genitori sulla risposta cerebrale al dolore nel cervello umano in via di sviluppo.

Importanza

Questo studio osservazionale ha scoperto che il modo in cui il cervello neonatale elabora uno stimolo nocivo è influenzato dal tipo di contatto che il bambino ha con la madre. In particolare, essere tenuti a contatto pelle a pelle riduce l’entità dell’attività corticale nociva. Questo lavoro ha anche dimostrato che diversi meccanismi neurali sono coinvolti a seconda del contesto madre/bambino, suggerendo che il contatto materno può cambiare il modo in cui il cervello di un bambino elabora uno stimolo nocivo.

Il contatto pelle a pelle tra un genitore e un neonato riduce la forza con cui il cervello del bambino risponde al dolore.

Risposta cerebrale al dolore e contatto con i genitori: considerazioni

L’autore senior congiunto, il dottor Lorenzo Fabrizi (UCL Neuroscience, Physiology & Pharmacology) ha dichiarato: “Abbiamo scoperto che quando un bambino è tenuto in braccio dai genitori, a contatto pelle a pelle, l’elaborazione cerebrale di livello superiore in risposta al dolore è in qualche modo diminuita. Anche il cervello del bambino utilizza un percorso diverso per elaborare la sua risposta al dolore. Anche se non possiamo confermare se il bambino sente effettivamente meno dolore, i nostri risultati rafforzano l’importante ruolo del contatto tra i genitori ed i loro neonati”.

I ricercatori hanno scoperto che la risposta iniziale del cervello al dolore era la stessa. Ma poiché il prelievo ha suscitato una serie dalle quattro alle cinque onde di attività cerebrale, le successive ondate di attività sono state influenzate dal fatto che il bambino fosse tenuto pelle a pelle o con i vestiti.

Il comportamento dei bambini non era significativamente diverso tra i gruppi, sebbene il gruppo pelle a pelle abbia mostrato risposte leggermente ridotte in termini di espressione facciale e frequenza cardiaca. Altri studi hanno scoperto che il contatto pelle a pelle con un genitore influisce sul comportamento del bambino e può ridurre la forza con cui reagiscono al dolore. Tuttavia quegli studi non hanno investigato la risposta del cervello.

L’importanza del contatto con i genitori per lo sviluppo del bambino

L’autrice senior congiunta, la professoressa Rebecca Pillai Riddell (Dipartimento di psicologia, Università di York, Canada) ha dichiarato: “La risposta leggermente ritardata è stata attenuata se c’era il contatto della pelle con la madre. Questo suggerisce che il contatto con i genitori influisca sull’elaborazione di livello superiore del cervello. Il dolore potrebbe essere lo stesso. Ma il modo in cui il cervello del bambino elabora e reagisce a quel dolore dipende dal contatto con un genitore. I nostri risultati supportano l’idea che tenere un neonato pelle a pelle sia importante per il suo sviluppo.”

Il primo autore, la dott.ssa Laura Jones (UCL Neuroscience, Physiology & Pharmacology) ha detto: “I cervelli dei neonati hanno un alto grado di plasticità, in particolare quelli nati prematuramente, e il loro sviluppo dipende fortemente dalle interazioni con i loro genitori. I nostri risultati possono fornire nuove informazioni su come i bambini imparino ad elaborare le minacce, poiché sono particolarmente sensibili ai segnali materni”.

La coautrice della dott.ssa Judith Meek (University College London Hospitals) ha affermato: “I genitori e i medici sanno da molti anni quanto sia importante il contatto pelle a pelle per i bambini in terapia intensiva neonatale. Ora siamo stati in grado di dimostrare che questo ha una solida base neurofisiologica, ed è una scoperta entusiasmante”.

Articolo liberamente tradotto e adattato. Fonte: “The impact of parental contact upon cortical noxious‐related activity in human neonates” by Laura Jones, Maria Pureza Laudiano‐Dray, Kimberley Whitehead, Judith Meek, Maria Fitzgerald, Lorenzo Fabrizi, Rebecca Pillai Riddell. European Journal of Pain.

 

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