Oltre 46 milioni di persone sono affette da demenza in tutto il mondo, e il numero è destinato a triplicarsi entro il 2050.
L’Italia è uno dei paesi europei più anziani (età uguale o superiore a 65 anni) e quasi il 17% della popolazione, per un totale di 9,5 milioni, ha superato i 65 anni di età. Sono pertanto in aumento tutte le malattie croniche, in quanto legate all’età, e tra queste le demenze.
In Europa, secondo dati ISTAT al 1° gennaio 2013, l’Italia si colloca al secondo posto dopo la Germania, con un numero di anziani, di età uguale o superiore ai 65 anni, di 12.639.000, pari al 21,2% della popolazione totale.
Le proiezioni demografiche mostrano una progressione aritmetica di tale indicatore fino a giungere nel 2051 per l’Italia a 280 anziani per ogni 100 giovani.
Un nuovo studio pubblicato su Neurology su larga scala, suggerisce che persone con modelli di sonno prolungati possono avere un aumentato rischio di sviluppare demenza.
Lo studio evidenzia che le persone che dormono costantemente più di nove ore alla notte hanno un rischio doppio di demenza in 10 anni, rispetto ai partecipanti che dormono al massimo 9 ore. I ricercatori hanno esaminato dati provenienti dal Framingham Heart Study (FHS), un importante studio epidemiologico per coorte, condotto dal 1948 nella cittadina statunitense di Framingham (Massachusetts), con l’obiettivo di stimare il rischio delle patologie cardiovascolari.
Dallo studio che raccoglie dati per 10 anni, emerge che gli individui che avevano dormito più di nove ore per notte erano stati più a rischio del 50 per cento di sviluppare la demenza.
Chi aveva dormito normalmente per più di nove ore per oltre 13 anni, non era a rischio di demenza.
Tuttavia, i ricercatori hanno anche scoperto che coloro che recentemente avevano iniziato a dormire più di nove ore per notte avevano un volume più piccolo del cervello.
Secondo gli autori l’inizio della demenza potrebbe rendere la persona più stanca, necessitando di più ore di sonno, questa tendenza improvvisa a dormire per più di nove ore a notte sarebbe un indicatore precoce di demenza. Mentre i modelli di sonno insoliti sono comuni per le persone affette da demenza, questo studio suggerisce che i cambiamenti nel sonno potrebbero essere evidenti ben prima dell’inzio dei sintomi della demenza
Matthew Pase PhD, coautore dello studio afferma:
“La durata auto-riferita del sonno può essere uno strumento clinico utile per aiutare a prevedere le persone a rischio di progressione verso la demenza clinica entro 10 anni. Può quindi essere utile eseguire una valutazione delle persone che riferiscono un tempo lungo di sonno e monitorare i problemi del pensiero e della memoria”
Futuri studi potrebbero essere focalizzati nell’individuare specifici elementi del sonno che diventano anormali prima che insorga la patologia stessa.
Prolonged sleep duration as a marker of early neurodegeneration predicting incident dementia. AJ Westwood, A Beiser, N Jain, JJ Himali, C DeCarli… – Neurology, 2017 – AAN Enterprises