L’insonnia in gravidanza è un fenomeno diffuso tra le donne, tanto che si stima che ne siano interessate più del 90% delle donne gravide.
Premessa
L’insonnia è il più comune tra i Disturbi del Sonno. E’ quella condizione che ci rende faticoso dormire (addormentarsi, restare addormentati, avere un riposo davvero ristoratore…). E disturba anche le nostra attività della veglia, rendendoci difficile concentrarsi, memorizzare, portare pazienza…
La sua variante a carattere psicofisiologico è la più diffusa nella popolazione generale: mediamente riguarda 1 adulto su 10 in modo sporadico, mentre 3 persone su 10 ne sono affette in modo cronico ed invalidante. Si tratta di un disordine “democratico”, infatti lo si riscontra spesso nelle diverse fasce d’età, fasce sociali e di reddito, a differenti latitudini, puro ed in associazione ad altre patologia sia psichiche che organiche.
Solo una variabile mostra un netto sbilanciamento a sfavore, purtroppo, del genere femminile. L’insonnia è donna. Gli individui di sesso femminile sono infatti più facilmente e frequentemente colpiti da questo problema, circa il doppio rispetto agli uomini. Diversi i fattori associati, in primis la ciclicità ormono-dipendente che caratterizza la vita della donna nelle sue diverse fasi: menarca, pubertà, gravidanza e menopausa.
Quindi, se in generale possiamo affermare che le donne sono più colpite dal problema, in particolare lo sono le donne gravide, per le quali è particolarmente importante riflettere sui presidi di cura e getione più efficace e meno dannose, anche a tutela della salute del feto.
In gravidanza
Proprio sulla gravidanza vorremmo riflettere in questo nostro articolo. Sulla gravidanza e sui fattori che in questo periodo così delicato della vita, espongono la donna a sviluppare o esacerbare l’Insonnia, comportando peraltro una riduzione dei presidi di intervento clinico disponibili: sappiamo bene infatti che la terapia farmacologica è stata a lungo considerata quella elettiva per chi non riesce a dormire, ma da qualche anno, sappiamo anche che ipnoinducenti, ansiolitici, antidepressivi, benzodiazepine (spesso controindicati soprattutto in gravidanza), non sono più la prima ed unica scelta per l’Insonnia Psicofisiologica.
Dal mondo anglosassone è approdato anche in Europa centrale e meridionale il Protocollo CBT-Insomnia: strumento evidence based di diagnosi e trattamento a carattere psicologico e di derivazione Cognitivo-Comportamentale, quale approccio elettivo, breve e privo di effetti collaterali specifico proprio perl’Insonnia Psicofisiologica. E’ facile comprendere come un presidio validato di diagnosi e terapia, a carattere esclusivamente psicologico, in 8 colloqui e privo di effetti collaterali possa venirci in aiuto quando l’insonne è una donna incinta, che spesso non può (o non vuole) assumere farmaci psicoattivi.
Ma cosa succede al sonno in gravidanza? Quali fattori entrano in gioco? Quali ormoni? E, inoltre, soffrire di insonnia in gravidanza espone la mamma e il bambino a qualche problema? Come la CBT-I può aiutarci?
Innanzitutto la componente ormonale: un ruolo chiave in gravidanza è giocato da estrogeni e progestinici.
Tali fattori concorrono in modo significativo ad incidere sull’architettura del sonno in gravidanza, ad esempio con un aumento percepito della sonnolenza diurna, soprattutto nel primo trimestre. Oltre a questo Lee e coll.[1] evidenziano, nel primo trimestre rispetto al periodo pre-gravido, un sonno avvertito come meno profondo ed una minore efficienza del sonno.
E’ ormai noto[1] inoltre come l’Insonnia, in particolare se già presente nel periodo pre-gravido, aumenti progressivamente nel corso dei tre trimestri della gestazione, divenendo spesso un disagio clinico significativo e non soltanto una fastidiosa miscela di sintomi disturbanti. I maggiori problemi nel sonno sono lamentati soprattutto durante il terzo trimestre, quando la crescita del bambino impone all’organismo riassestamenti, con dolori muscolo scheletrici, affanno alla respirazione, senso di schiacciamento, limitazione nei movimenti e sensazioni particolari dovute ai movimenti del feto stesso. Altri elementi di distrubo al sonno in gravidanza sono rappresentati dal reflusso gastroesofageo, l’aumentato bisogno di minzione notturna e le oscillazioni di ferro ed acido folico che possono favorire le comparsa della Sindrome delle gambe senza riposo [3]. Il Disturbo fondamentale e più documentato rimane comunque l’insonnia che ha un incremento progressivo durante la gravidanza con il più alto grado nel terzo trimestre, intorno al 70% [1].
Fattori di rischio per l’insonnia in gravidanza
Un fattore di rischio importante per l’Insonnia in gravidanza è l’indice di massa corporea della donna nel periodo precedente e, non a caso, tra le regole CBT-I per una buona igiene del sonno è raccomandata l’indicazione di fare regolare e moderata attività fisica.
Altri fattori documentati in letteratura e che possono predisporre ad un’insonnia in gravidanza sono: età superiore ai 20 anni e presenza di depressione, consumo di tabacco ed ipertensione[1].
Insonnia in gravidanza come Fattore di rischio
Ma l’Insonnia stessa può rappresentare un fattore di rischio per la donna in gravidanza ed anche per il feto, fino a favorire[1]:
– Ipertensione e gestosi in gravidanza
– Diabete mellito gestazionale
– Depressione
– Parto pre-termine
– Cesareo non programmato
Quali trattamenti?
Appare dunque evidente come il problema dell’inquadramento, della prevenzione e del trattamento del sonno e dell’insonnia in gravidanza debba essere tenuto in attenta considerazione. Quali sono dunque gli strumenti che possiamo utilizzare? Una ricerca sembra suggerire che tra i trattamenti disponibili (CBT-I,farmaci e agopuntura) sia preferito dalle donne il primo approccio, dunque la Terapia Cognitivo-Comportamentale specifica, breve e priva di effetti collaterali. Non solo per efficacia e mantenimento dei risultati, ma anche perché considerato il trattamento meno rischioso e più affidabile. Le ricerche[2] evidenziano inoltre la correlazione, per gradimento ed efficacia, con i trattamenti a carattere psicologico anche per Ansia
e Depressione in gravidanza, disturbi della sfera affettiva e caratteriale spesso in comorbidità con l’Insonnia [2].
In particolare sembra che, sia in ottica preventiva sia in ottica terapeutica, un approccio di psicoeducazione e“relazione” risulti particolarmente indicato per aiutare una donna in gravidanza con Insonnia psicofisiologia, perché considerato più efficace e gradito rispetto all’approccio farmacologico o di medicina alternativa.
E’ importante in tal senso sviluppare nei clinici una particolare sensibilità per il tema del Sonno e dei suoi disturbi, dei nuovi trattamenti psicologici disponibili e delle loro declinazioni alle diverse tipologie di pazienti. Parlare del Sonno fisiologico e patologico in gravidanza può aiutare a comprendere meglio le difficoltà delle nuove mamme, prevenendo a trattando con efficacia e senza rischi possibili problemi della donna e del bambino.
Gloria Ragno
Psicologo Clinico, Psicoterapeuta Integrato, Esperto CBT-I
Bibliografia:
1. Eur J Obstet Gynecol Reprod Biol. 2018 Feb;221:70-75. doi: 10.1016/j.ejogrb.2017.12.007. Epub 2017 Dec 7. Factors associated with insomnia in pregnancy: A prospective Cohort Study. Román-Gálvez RM1, Amezcua-Prieto C2, Salcedo-Bellido I3, Martínez-Galiano JM4, Khan KS5,
Bueno-Cavanillas A3.
2. J Obstet Gynecol Neonatal Nurs. 2017 May – Jun;46(3):e95-e104. doi: 10.1016/j.jogn.2017.01.005. Epub 2017 Mar 24. Insomnia Treatment Preferences During Pregnancy. Sedov ID, Goodman SH, Tomfohr-Madsen LM.
3. Chest. 2018 Apr 18. pii: S0012-3692(18)30570-1. doi: 10.1016/j.chest.2018.04.005. [Epub ahead of
print] Sleep in women across the lifespan. Pengo M1, Won C2, Bourjeily G3. Author information
4. “Curare l’insonnia senza farmaci. Metodi di valutazione e intervento cognitivo-comoprtamentale”, di A. Devoto C. Violani, Ed. Carocci Faber
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