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La pandemia Covid-19 è anche SINDEMIA. Attesi 1 milione di nuovi casi di Disagio mentale

La pandemia Covid-19 è anche SINDEMIA. Attesi 1 milione di nuovi casi di Disagio mentale

Recentemente diverse pubblicazioni scientifiche e divulgative hanno iniziato ad utilizzare il termine “sindemia”.

L’interesse dei mass media è iniziato in seguito all’articolo COVID-19 is not a pandemic di Richard Horton, pubblicato il 26 settembre su The Lancet. L’autore sostiene che l’approccio nella gestione della diffusione, ma soprattutto della patologia, sia sbagliato. Perché l’approccio alla crisi sanitaria si è focalizzato sulla malattia infettiva, e non con un “approccio sindemico”.

E proprio di ciò ha parlato la Società Italiana di Neuro Psico Farmacologia (Sinpf) nel Convegno nazionale tenuto pochi giorni addietro.

La pandemia di Covid-19 è la tempesta perfetta. Per i suoi effetti sulla salute, le abitudini sociali e l’economia mondiale sta provocando infatti una sindemia. L’epidemia cioè non è soltanto sanitaria. Ma ha ripercussioni economiche, emotive e culturali tali da agire come un moltiplicatore senza precedenti del malessere psichico. Metà delle persone contagiate manifesta disturbi psichiatrici con un’incidenza del:

  • 42% di ansia o insonnia,
  • 28% di disturbo post-traumatico da stress
  • 20% di disturbo ossessivo-compulsivo.

Inoltre il 32% di chi è venuto in contatto col virus sviluppa sintomi depressivi. Un’incidenza fino a cinque volte più alta rispetto alla popolazione generale.

La sindemia da Covid-19 e disagio psichico riguarda anche vittime indirette del virus. Fra i familiari dei circa 86.000 pazienti deceduti, almeno il 10% andrà incontro a depressione entro un anno. La crisi economica provocata dalla pandemia incrementa a sua volta il disagio mentale in tutta la popolazione. Il rischio di depressione raddoppia in chi ha un reddito inferiore ai 15.000 euro all’anno e triplica in chi è disoccupato.

Si stima così che saranno almeno 150.000 i nuovi casi di depressione dovuti alla disoccupazione da pandemia. Ma la situazione potrebbe perfino peggiorare perché tutte le condizioni di fragilità sanitaria, emotiva, sociale che si stanno creando nel Paese non sommano, ma moltiplicano esponenzialmente le loro conseguenze negative sul benessere psicofisico della popolazione.

«Le condizioni sanitarie, economiche, sociali che si sono create a seguito della pandemia di Covid-19 hanno portato a una vera sindemia. Alla malattia connessa all’infezione si è aggiunto un impatto enorme sul benessere psichico di tutta la popolazione. Sia di chi è venuto a contatto col virus in maniera diretta, sia di chi non è stato contagiato ma vive sulla sua pelle le conseguenze della crisi in corso – spiega Claudio Mencacci, Direttore del Dipartimento Neuroscienze e Salute Mentale ASST Fatebenefratelli-Sacco di Milano.

In chi è venuto a contatto col virus la probabilità di disagio mentale è più elevata, con un’incidenza di sintomi depressivi che cresce dal 6 al 32%. Fino al 10% di chi ha perso un proprio caro per il Covid-19 andrà incontro a un lutto complicato che si protrarrà oltre 12 mesi. Anche a causa delle regole di contenimento del contagio che hanno impedito a molti di poter elaborare il dolore, rivedendo un’ultima volta il congiunto per l’estremo saluto».

«Non solo – aggiunge Matteo Balestrieri, Professore ordinario di Psichiatria all’Università di Udine –. Con il prolungarsi dello stato di emergenza e delle restrizioni alla socialità, al lavoro, alla possibilità di programmare un futuro, anche chi non è stato contagiato è sull’orlo di una crisi di nervi. Dopo una fase iniziale in cui si è fatto il possibile per resistere e si combatteva soprattutto la paura del virus, ora sono subentrati l’esaurimento, la stanchezza, talvolta la rabbia. E ciò che preoccupa è soprattutto l’ondata di malessere mentale indotta dalla crisi economica. Le condizioni ambientali e socio-economiche hanno infatti un grosso peso sul benessere psichico della popolazione. E la pandemia di Covid-19 sta creando le premesse per il dilagare del disagio».

Le stime indicano infatti una perdita del 10% del PIL per il nostro Paese e un forte incremento dell’impoverimento e della disoccupazione, elementi che agiscono letteralmente come moltiplicatori dei disturbi mentali: in Italia la probabilità di ammalarsi di depressione raddoppia fra le persone a basso reddito (<15.000 euro/anno), triplica fra i disoccupati. Oggi i disoccupati sono il 10% della popolazione, ma alcune stime prevedono un incremento fino al 17% per il 2021.

Ad alto rischio sono soprattutto le donne, più predisposte alla depressione e più toccate dalle ripercussioni sociali e lavorative del Covid-19. Più degli uomini infatti le donne lasciano l’impiego. Più degli uomini stanno sopportando il carico doppio del lavoro e della cura della famiglia durante i lockdown più o meno rigidi che si sono susseguiti nell’ultimo anno. Rischiano tuttavia anche i giovani dai 16 ai 34 anni, che hanno visto modificarsi la loro vita di relazione con la chiusura di scuole superiori e università. E patiscono gli effetti della crisi sull’occupazione e la possibilità di entrare nel mondo del lavoro. E gli anziani, più fragili di fronte a contagi e disturbi mentali.

In un articolo, pubblicato online a settembre, anche Giuseppe Costa asseriva che l’epidemia Covid-19 ha conseguenze molto disuguali tra le classi sociali, conseguenze che sono crescenti passando dal rischio di contagio a quello delle manifestazioni più gravi del virus.

 

 

 

Fonte:

https://www.panoramasanita.it/2021/01/27/covid-19-sindemia-da-1-milione-di-nuovi-casi-di-disagio-mentale/
http://www.nbst.it/822-pandemia-covid-19-%C3%A8-anche-sindemia-disuguaglianze.html

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0 thoughts on “La pandemia Covid-19 è anche SINDEMIA. Attesi 1 milione di nuovi casi di Disagio mentale

  • Francesca Scalzo says:

    Un articolo che dovrebbero leggere soprattutto i nostri politici e governanti, visto che la salute mentale non è tra i programmi di intervento sanitario…..eppure abbiamo almeno in Italia più di cento ventimila psicologi, la stessa stima che emerge da tutta Europa……si risolverebbe anche il problema della disoccupazione in questa categoria……

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