Perché utilizzare il joining in ambito sportivo?

Luana Morgilli
Luana Morgilli è psicologa, psicoterapeuta sistemico-relazionale ed EMDR. Da diversi anni lavoro in ambito sportivo attraverso interventi formativi e informativi per corsi rivolti a tecnici di div...
joining sport

Nel suo libro “la terapia del problem solving” Jay Haley (1987) descrive la sua modalità di conduzione della prima seduta in ottica sistemica e strategica. Da queste indicazioni di conduzione è possibile acquisire degli input utilissimi anche in termini di fase di analisi della domanda quando ci troviamo di fronte alla richiesta di intervento in ambito sportivo.

In particolare, la prima fase del colloquio denominata fase di “joining” o anche fase sociale o fase di accomodamento, fa riferimento al modello della cortesia per gli ospiti, in cui tutti i membri del sistema preso in considerazione vengono salutati e messi a proprio agio.

È una fase che prevede la possibilità del cliente (ad esempio il singolo atleta oppure i componenti di una società sportiva) di accomodarsi alla nuova situazione, ma  permette anche al professionista (in questo caso lo psicologo dello sport) di conoscerne la storia, le regole, i modelli relazionali e comunicativi e di accomodarsi a questi.

Condurre un periodo di joining permette inoltre al professionista di conoscere e adeguarsi alle modalità comunicative e al linguaggio del suo nuovo cliente e in questa fase l’osservazione si rivela un aspetto fondamentale.

Nello specifico del contesto sportivo, dedicare del tempo a questa fase può risultare utile per:

  • Conoscere le caratteristiche della disciplina sportiva con cui si avrà a che fare;
  • Conoscere le routine, i tempi, le regole esplicite e implicite, i rituali e le modalità di allenamento di quella specifica società/squadra/atleta;
  • Apprendere e stabilire un linguaggio comune sia sulla base di aspetti legati allo specifico sport che allo specifico contesto;
  • Porre le basi per la costruzione di un clima di fiducia;
  • Favorire aspetti empatici e di condivisione, anche emotiva;
  • Proporsi come colui che dà una mano per il miglioramento e il perfezionamento;
  • Accomodarsi per essere accettati (diventare pian piano parte del sistema).

Allo stesso tempo, questo periodo ci permette di evitare alcuni errori a cui è invece facile incorrere nella prima fase di approccio ad un contesto nuovo come trarre conclusioni affrettate e condividere troppo presto le proprie impressioni e osservazioni; rischiare di «Patologizzare» l’atleta, la squadra o il tecnico; stravolgere le routine di allenamento, quando sarebbe più opportuno invece inserirsi per facilitarle e ottimizzarle.

Tra le mosse proposte dall’autore per facilitare il processo di accomodamento in ambito clinico troviamo il “Mantenimento” ovvero l’idea di punteggiare la sequenza gerarchica, partendo dalla persona con ruolo «più alto» come caposquadra, primo allenatore, atleta anziano, etc.

Un’altra strategia consiste nel “Seguire le tracce” ovvero seguire i temi della comunicazione proposta dai membri della società sportiva, facendo domande di chiarificazione ma senza spostare il focus su argomenti scelti dal professionista in precedenza (almeno per questa prima fase di conoscenza).

Inoltre è possibile ricorrere alla “Mimesi” ovvero impegnarsi ad adottare lo stile, le modalità affettive e comunicative, i tempi del gruppo anche al fine di aumentare il senso di affinità.

 

Per approfondire il tema dell’uso del joining in ambito sportivo, segui il corso:

Il modello sistemico relazionale applicato all’ambito sportivo

Il modello sistemico relazionale applicato all’ambito sportivo

 

Bibliografia:

Haley, J. (1987). La terapia del problem solving. Milano: Franco Angeli.

Haley, J. (1973). Terapie non comuni. Roma: Astrolabio Ubaldini Editore.

Minuchin, S. (1974). Famiglie e terapia della famiglia. Roma: Astrolabio Ubaldini Editore.

Minuchin, S. (2014). L’Arte della Terapia della Famiglia. Roma: Astrolabio Ubaldini Editore.

Tortorelli, D. (2016). Prepararsi al via. Psicologia dello sport sistemico relazionale. Milano: FrancoAngeli.

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