Resilienza allo stress durante la pandemia da Covid-19

Resilienza allo stress durante la pandemia da Covid-19

L’epidemia del del nuovo coronavirus SARS-CoV-2 che causa l’infezione da COVID-19 si è prima espansa nella regione di Wuhan in Cina. Si è poi diffusa rapidamente in Europa e nel resto del mondo (Zhou et al., 2020 ). La diffusione del Coronavirus è un’emergenza sanitaria globale con diverse conseguenze gravi per le vite delle persone e la loro salute mentale. In questo articolo, discuteremo del bisogno urgente di un focus sulla resilienza durante questa pandemia da Covid-19.

La resilienza è vitale per resistere allo stress e alla necessità di mantenere un equilibrio.

Fattori di stress legati al Covid-19

Le notizie riguardo la pandemia da coronavirus sono allarmanti con un numero incredibile di casi e morti ogni giorno. I governi hanno istituito delle misure dure di distanziamento sociale, quarantena, lockdown, e chiusura delle attività. Questo evidenzia l’impatto negativo inevitabile e a lungo termine sull’economia e sulla salute. Inoltre, le stime precise dei danni finanziari per il COVID-19 sono ancora non accurate in Europa. Tuttavia, le analisi preliminari già mostrano che il calo del PIL nel continente sarà molto profondo (Fernandes, 2020).

Senza dubbio, sono tempi stressanti. In particolare dato che il fattore di stress è nuovo, l’assenza di segnali d’allarme ha precluso la preparazione o un preadattamento. Non ci sono attualmente vaccini o antidoti disponibili, e le implicazioni sociali e sanitarie a lungo termine non sono chiare. Non si sa quanto la pandemia potrà influenzare il nostro stile di vita futuro e quando e se potremo tornare alle nostre vite normali.

Questa incertezza continua rende difficile pianificare il futuro e questo aggiunge ulteriore stress psicosociale. L’orizzonte delle nostre vite sociali, la nostra possibilità di viaggiare e interagire liberamente sono stati improvvisamente limitati. L’ansia e l’angoscia sono delle risposte normali a queste circostanze estreme. I nostri sistemi di stress sono evoluti per rispondere in modo altamente adattivo, permettendo agli uomini di gestire queste sfide (de Kloet et al., 2005).

La resilienza durante la pandemia da Covid-19

Mentre molti di noi sono preoccupati dalla pandemia, tutti noi stiamo provando ad adattarci a questa nuova realtà. Tuttavia, non tutti riescono con successo a gestire lo stress e ad adattarsi alle nuove circostanze. L’attuale pandemia colpirà alcuni più di altri.

I fattori di incidenza includono:

  • le condizioni di vita,
  • la povertà,
  • l’accesso al sistema sanitario,
  • l’analfabetizzazione,
  • l’incertezza sul futuro (es. il rischio di disoccupazione),
  • il background genetico,
  • le precedenti esperienze di vita e di supporto sociale (Southwick and Charney, 2012).

Perciò, l’impatto dell’attuale pandemia sulla gravità e l’incidenza dei disturbi correlati allo stress sarà molto eterogenea. Gli scienziati e i medici che lavorano nel settore della resilienza allo stress hanno l’opportunità di sviluppare un programma di ricerca per esaminare la resilienza allo stress nella popolazione generale e nei pazienti di diverse culture durante questa nuova crisi globale. Inoltre, hanno anche l’obbligo di condividere ciò che già si sa sulla resilienza allo stress e quali le raccomandazioni basate su prove per migliorare la resilienza mentale possono aiutare a gestire la pandemia da coronavirus (Holmes et al., 2020).

Lo stress come risposta normale alla pandemia di coronavirus

Va sottolineato che angoscia e ansia sono reazioni normali a una situazione tanto minacciosa e imprevedibile quanto la pandemia di coronavirus. Possibili reazioni legate allo stress in risposta alla pandemia di coronavirus possono includere cambiamenti nella concentrazione, irritabilità, ansia, insonnia, ridotta produttività e conflitti interpersonali. Questo può essere vero per la popolazione generale, ma in particolare si applica ai gruppi più direttamente interessati (ad esempio il personale sanitario).

Oltre alla minaccia del virus di per sé, non c’è dubbio che le misure di quarantena, che sono in vigore in molti paesi, hanno anche effetti psicologici negativi, aumentando ulteriormente i suddetti sintomi legati allo stress. La gravità di questi sintomi dipenderà almeno in parte dalla durata e dall’estensione della quarantena, dai sentimenti di solitudine, dalla paura di essere infettati, da informazioni (in)adeguate e dallo stigma (Brooks et al., 2020).

Affrontare la crisi da Covid-19: i consigli dalla letteratura sulla resilienza

Per aiutare l’adattamento agli effetti sulla salute mentale legati alla pandemia da Covid-19, sono disponibili diversi consigli dalla letteratura sulla resilienza. Promuovere la connessione sociale è della massima importanza poiché la solitudine e l’isolamento sociale sono ciò che rende questa crisi diversa rispetto a molte altre. Inoltre, pianificare le attività quotidiane di routine e promuovere la cura di sé (Kalisch et al., 2017).

Inoltre, dovrebbe essere prestata maggiore attenzione al ruolo potenziale dell’esercizio e della nutrizione nella promozione della resilienza (Foster et al., 2017). Oltre a mantenere comportamenti sani, l’OMS consiglia anche di fare pause regolari dai social media (Organizzazione mondiale della sanità (OMS), 2020).

Uno dei risultati più riproducibili nella ricerca sullo stress e sulla resilienza è che maggiore è la controllabilità di una situazione di stress, e meglio si sentono le persone che affrontano questa situazione. Nella crisi attuale, è quindi di assoluta importanza aiutare le persone ad essere in grado di esercitare il controllo della situazione il più possibile. Esistono molte misure individuali e basate sull’evidenza che è possibile adottare per ridurre il rischio di infezione e minimizzare la diffusione della malattia. Questo è un esempio di come le persone si impegnano a riprendere il controllo della loro situazione. Sebbene queste strategie generali funzioneranno per gran parte della popolazione, alcuni individui sono più suscettibili ed esposti allo stress di altri.

Rischio elevato per persone con disturbi psichiatrici

Ad esempio, i gruppi più vulnerabili includono persone con disturbi psichiatrici, operatori sanitari e persone con uno stato socioeconomico basso.

Lo stress che emerge dalle interruzioni sociali e dalle minacce legate alla salute nella pandemia di coronavirus può essere particolarmente impegnativo per le persone con disturbi psichiatrici. L’incertezza generale, la minaccia per la salute individuale e le misure di quarantena possono esacerbare condizioni preesistenti come depressione, ansia e disturbo da stress post-traumatico. Inoltre, il rischio di trasmissione della malattia può intensificare le paure di contaminazione nei pazienti con disturbo ossessivo-compulsivo e ipocondria. Oppure in individui con una storia di ideazione paranoide.

Covid-19 e ricadute sulla salute mentale

Anche se le misure di quarantena proteggono dalla diffusione del coronavirus, comportano isolamento e solitudine che infliggono un forte stress psicosociale e possono eventualmente innescare o esacerbare la malattia mentale (Vahia et al., 2020). A questo proposito, un’attenzione particolare dovrebbe essere riservata alle persone anziane poiché sono le più vulnerabili e tenute più rigorosamente isolate rispetto al resto della comunità. I sentimenti di solitudine nella popolazione anziana possono essere aggravati dal digital divide, ovvero il divario tra le generazioni che hanno familiarità con la tecnologia dell’informazione e quelle che non lo sono. L’incapacità di interagire tramite smartphone e computer riduce il mantenimento della connessione sociale.

Inoltre, l’accesso abituale alle cure standard per la salute mentale è stato significativamente interrotto nella maggior parte dei paesi, riducendo potenzialmente l’adesione ai trattamenti farmacologici e psicologici. Anche se da questa pandemia possono derivare conseguenze sulla salute mentale a lungo termine, non si sa se la situazione attuale avrà un effetto negativo sulle persone con un disturbo psichiatrico esistente.

Resilienza degli operatori sanitari che lavorano nella pandemia da Covid-19

Va riconosciuto che molti operatori sanitari sono in prima linea nell’epidemia di coronavirus. Come riportato di recente, non dovremmo perdere di vista i nostri colleghi che lavorano in ambienti di emergenza o di terapia intensiva che devono affrontare un carico di lavoro più pesante e stressante del solito (Chen et al., 2020). Questi colleghi sono esposti a separazione dalla famiglia, situazioni insolite, maggiore esposizione al coronavirus, paure di contagio e sentimenti di fallimento di fronte a prognosi sfavorevoli e mezzi tecnici insufficienti per assistere i pazienti.

Per gli operatori sanitari, sarà difficile rimanere mentalmente sani in queste situazioni in rapida evoluzione e ridurre il rischio di depressione, ansia o burnout. Inoltre, sono particolarmente a rischio di “danno morale” quando si affrontano le sfide etiche della pandemia di coronavirus, come lavorare in condizioni con risorse insufficienti, situazioni di triage, cure palliative inadeguate e non essere in grado di supportare i parenti dei pazienti terminali adeguatamente (Greenberg et al., 2020). Sono disponibili diverse risorse per gli operatori sanitari e diverse strategie consigliate, che includono il supporto del team, il monitoraggio dello stress, la cura di se stessi, le pause regolarmente e il collegamento con gli altri.

I dati provenienti dalla Cina hanno dimostrato che gli interventi sociali e psicologici potrebbero migliorare significativamente il benessere degli operatori sanitari durante l’epidemia di COVID-19 (Chen et al., 2020).

La necessità di resilienza a livello sociale

È importante rendersi conto che la resilienza non esiste solo a livello individuale, ma anche a livello di comunità. In qualsiasi ecosistema sociale, esiste un certo livello di resilienza condivisa necessario per essere in grado di superare lo stress della pandemia di coronavirus e tornare a livelli normali di funzionamento. Questa resilienza condivisa è vitale per affrontare insieme le sfide attuali. Non solo a livello nazionale, ma anche a livello europeo e globale. Tutti i paesi dovrebbero svolgere un ruolo di supporto cruciale coordinando le collaborazioni transfrontaliere. Al contrario, il nazionalismo e l’unilateralismo aumenteranno probabilmente la vulnerabilità di una società all’attuale coronavirus e al suo impatto correlato allo stress.

È fondamentale essere consapevoli della gestione dello stress a livello sociale. Dato che parti della popolazione con uno status socioeconomico inferiore sono probabilmente più inclini a esiti negativi legati allo stress, possono beneficiare di specifici interventi di rafforzamento della resilienza a breve e lungo termine a livello sociale, compresa la garanzia dell’accesso all’istruzione e alle informazioni online, fornendo un accesso adeguato alle infrastrutture economiche e sanitarie, stimolando le comunità ad organizzarsi e prendendo iniziative a livello locale (Lazzarino et al., 2014).

Comunità, comunicazione, Covid-19 e resilienza

Come comunità, possiamo trarre forza dal fatto che siamo tutti nella stessa situazione generale e possiamo agire per superare questa situazione, dandoci così un certo livello di controllo. Allo stesso tempo, i governi, i politici e i responsabili delle decisioni dovrebbero sottolineare il fatto che non siamo esposti a una minaccia incontrollabile, né per quanto riguarda la salute, né da un punto di vista economico. Un buon esempio è l’approccio di grande successo adottato dal governo sudcoreano, in cui le esperienze negative di precedenti pandemie hanno guidato azioni rapide ed efficaci, portando a un controllo più efficace dell’attuale pandemia.

I governi dovrebbero fornire informazioni rapide e accurate che possano essere interpretate facilmente e in modo affidabile da tutti gli individui della comunità, non solo dagli esperti. Il processo di comunicazione è quindi fondamentale per promuovere la comprensione dei potenziali rischi e delle strategie per evitarli. Ciò aumenterà il controllo percepito e probabilmente ridurrà lo stress psicosociale imposto dall’epidemia di coronavirus. Esistono anche misure immediate, dirette e potenti che possono essere adottate per contrastare gli effetti negativi della pandemia di coronavirus per la salute mentale. Garantire una comunicazione chiara e coerente da parte di enti governativi, organizzazioni scientifiche e fornitori di servizi di salute mentale e fornire fondi a quegli individui della popolazione generale senza lavoro potrebbe aiutare. Queste misure sono essenziali per affrontare attivamente la crisi, aumentare la resilienza individuale e della comunità e ridurre al minimo l’impatto negativo del Covid-19 sulla nostra società.

Resilienza in tempi di pandemia da Covid-19: una via da seguire

Rimangono molte domande su quanto possiamo essere resilienti di fronte alla pandemia di coronavirus. Non esiste una risposta definitiva. Ma prevediamo che la scienza fornirà una guida in un momento in cui sono assolutamente necessarie informazioni scientifiche valide (Holmes et al., 2020). Sono state avviate diverse iniziative per ottenere maggiori informazioni sull’impatto psicosociale a breve e lungo termine della pandemia COVID-19 nella popolazione generale, nei pazienti con psicopatologia e nel personale sanitario, inclusi questionari dettagliati in tutta Europa.

Incoraggiamo i consorzi in tutto il mondo a combinare le proprie risorse e l’approccio strategico per ottenere e condividere dati validi e significativi sui fattori ad alto rischio e sui meccanismi di resilienza relativi alla salute mentale in questa crisi. Ciò contribuirà a guidare i nostri approcci alla prevenzione e al trattamento per vari gruppi. Sarà anche importante ottenere dati sull’impatto psicosociale nei pazienti affetti da COVID-19 acuti e guariti e nei loro parenti su come mitigare al meglio gli effetti negativi. Tali studi permetteranno l’identificazione dei fattori associati alla resilienza, in base al contesto di vita, alle strategie di coping, alla storia personale e, se possibile, alle caratteristiche biologiche come il background genetico. Ciò fornirà una piattaforma da cui sviluppare interventi comunitari e personalizzati. L’obiettivo è quello di migliorare la resilienza e ridurre il rischio di psicopatologia nelle crisi attuali e simili nelle sfide future dello stress.

In conclusione, non solo sosteniamo una maggiore attenzione alla salute mentale durante la pandemia. Ma evidenziamo anche l’urgente necessità di aumentare la nostra attenzione sulla resilienza, soprattutto durante la crisi da Covid-19, e alle strategie per migliorarla.

Poiché la resilienza è fondamentale per far fronte allo stress imposto dall’epidemia di questo virus a livello individuale e sociale.

 

 

Articolo liberamente tradotto e adattato. Fonte: Christiaan H. Vinkers, Therese van Amelsvoort, Jonathan I. Bisson, Igor Branchi, John F. Cryan, Katharina Domschke, Oliver D. Howes, Mirko Manchia, Luisa Pinto, Dominique de Quervain, Mathias V. Schmidt, Nic J.A. van der Wee (2020).
Stress resilience during the coronavirus pandemic, European Neuropsychopharmacology, Volume 35,
Pages 12-16, ISSN 0924-977X, https://doi.org/10.1016/j.euroneuro.2020.05.003

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