Nell’ultimo decennio è cresciuto notevolmente l’interesse accademico nei confronti dei genitori e di quale possa essere il loro ruolo nello sport giovanile, fornendo spunti interessanti sui fattori di stress, sulle esperienze e sui comportamenti positivi e negativi associati alla genitorialità (Holt and Knight, 2014).
Il genitore, che lo voglia o no, fa sempre un investimento sul figlio in termini di emozioni e aspettative, e convive anche lui con una serie di fattori stressanti che possono condizionarlo nell’esperienza sportiva del figlio, se non gestiti bene. La consapevolezza di sé e delle proprie capacità è un elemento fondamentale sia nella carriera di un atleta che in quella del genitore, soprattutto se stiamo parlando di giocatori in fase giovanile.
Molti lavori hanno cercato di spiegare quale ruolo abbia il genitore all’interno del contesto dello sport, dimostrando che il suo supporto e interesse sia cruciale perché i figli continuino a giocare, così come una buona parte dello stress che condiziona il gioco dei giovani atleti sia causato dai genitori stessi, danneggiando non solo la prestazione ma anche la relazione genitori-figli.
Ruolo dei genitori nello sport: perché è importante
Diverse ricerche (vedi Harwood e Knight, 2015) hanno scoperto che il sostegno e l’incoraggiamento dei genitori sono positivamente associati alla competenza, al divertimento, alla motivazione e all’autonomia dei bambini. Tuttavia, i genitori hanno anche un impatto potenzialmente negativo producendo ansia da prestazione, attraverso la critica verbale, comportamenti conflittuali e manifestazioni di rabbia durante le competizioni.
Tuttavia, sebbene si sia tentati di concludere che certi comportamenti dei genitori siano in assoluto negativi, il loro coinvolgimento è molto più complesso. Ad esempio, alcuni comportamenti (presenza, consigli, incoraggiamento, supporto emotivo) possono avere un effetto positivo durante la prima infanzia, ma successivamente portare a conflitti con l’allenatore e/o con gli atleti (Lauer et al., 2010), sentendo mancanza di autonomia (Deci e Ryan, 2002).
Concludendo, dato l’impatto che i genitori possono avere sulle esperienze sportive e di crescita dei loro figli, diventa fondamentale progettare un programma per aiutarli a capire e gestire il loro ruolo, il modello aspettativa-valore e l’importanza dell’intelligenza emotiva (Horn e Horn, 2007; Harwood e Knight, 2015).
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Bibliografia
Harwood, C. G. and Knight, C. J. (2015). Parenting in youth sport: A position paper on parenting expertise. Psychology of Sport & Exercise, 16, 24–35.
Holt, N. L. and Knight, C. J. (2014). Parenting in youth sport: From research to practice. London, England: Routledge.
Horn, T. S. and Horn, J. L. (2007). Family influences on children’s sport and physical activity participation, behavior, and psychosocial responses. In G. Tenenbaum & R. C. Eklund (Eds.), Handbook of sport psychology (3rd ed., pp. 685–711). Hoboken, NJ: Wiley.
Lauer, L., Gould, D., Roman, N., and Pierce, M. (2010). Parental behaviors that affect junior tennis player development. Psychology of Sport and Exercise, 11(6), 487–496.
Ryan, R. M., and Deci, E. L. (2002). Overview of self-determination theory: An organismic-dialectical perspective. In E. L. Deci & R. M. Ryan (Eds.), Handbook of self-determination research (p. 3–33). University of Rochester Press.
Sergio Costa
Psicologo dello Sport
PhD in Neuroscienze, Imaging e Scienze Cliniche
Preparatore Mentale FIT