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Supportare il cambiamento professionale ai tempi della pandemia: missione impossibile?

Psicologa, esperta nella consulenza psicologica per il cambiamento professionale e la transizione di carriera, si occupa di percorsi individuali e di gruppo, rivolti sia ai singoli che alle imprese, ...
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Mercato del lavoro e pandemia

Il mercato del lavoro ha subito fortemente l’impatto della pandemia Covid-19. Basti pensare che, a livello mondiale, il numero di offerte di lavoro è diminuito drasticamente nel mese di marzo 2020. E, dopo una lieve ripresa tra i mesi di maggio e luglio, ad agosto è sceso nuovamente, con il 20% in meno di ricerche pubblicate rispetto allo stesso mese nel 2019 (fonte Indeed Hiring Lab).

Cambiamento professionale in pandemia

In Italia non si registra un andamento migliore. I dati indicano un sensibile aumento della disoccupazione. Molti settori si trovano in una situazione di forte criticità che, probabilmente, sarà ancora più evidente nel 2021. In questo mercato del lavoro, pesantemente indebolito ed incerto, potrebbe sembrare assurdo iniziare a cercare un lavoro e fuori luogo pensare ad un nuovo progetto professionale.

Tuttavia, per alcuni il cambiamento professionale in pandemia potrebbe rendersi necessario, o auspicabile. Ma se già prima della pandemia, cercare lavoro significava affrontare un percorso impegnativo e complesso (a proposito, clicca qui e leggi anche il mio articolo “Il supporto dello psicologo per il cambiamento professionale”), oggi potrebbe sembrare una missione impossibile!

 

Gestire il cambiamento professionale durante la pandemia

Così, è naturale porsi alcune domande:

  • Ha senso, oggi, cercare lavoro o progettare un cambiamento professionale?
  • Se il mercato del lavoro è in forte crisi, cosa può fare un professionista specializzato in consulenza di carriera per aiutare i suoi clienti?
  • Come si può agire per ottenere risultati in questo contesto critico?

Cercare e trovare un nuovo lavoro è sempre possibile. E il supporto del consulente di carriera è tanto più utile e prezioso, tanto maggiori sono le criticità da affrontare. Infatti, in un mercato dove la disponibilità di candidati supera ampiamente i posti disponibili, è necessario acquisire metodo, strumenti e tecniche efficaci per la ricerca del lavoro. Ma è anche determinante essere supportati sul piano emotivo e motivazionale.

Le persone sanno che il mercato del lavoro è in piena crisi e l’incertezza rispetto a ciò che potrà accadere le rende insicure, spaventate, angosciate. La paura dell’insuccesso, e quindi di restare disoccupati, prevale sulla capacità di azione. E la sfiducia rispetto al futuro prevale sulla motivazione al cambiamento, innescando un pericoloso circolo vizioso che sostiene un atteggiamento di passività.
Per realizzare la ricerca del lavoro in modo efficace, soprattutto in fase di crisi, è quindi necessario predisporsi ad affrontarla con il giusto atteggiamento e con un’adeguata preparazione.

Di seguito sono descritte 5 leve che possono aiutare a gestire il cambiamento professionale in questa fase di pandemia.

 

1. Adattare le aspettative al contesto

In questo periodo va messo in conto fin da subito che cercare lavoro sarà più complicato, sia da un punto di vista pratico, che emotivo. Infatti, ci potrà volere più tempo per trovare un’opportunità e la tenuta emotiva sarà quindi messa alla prova. Ci sono meno aziende in fase di crescita e più persone in fase di ricerca; molte aziende sono in crisi e molte sono comunque caute prima di sbilanciarsi in nuovi investimenti.

Pertanto, non bisogna aspettarsi di finalizzare la ricerca in poche settimane o di intercettare decine di opportunità al mese, piuttosto, va pianificata accuratamente la ricerca, identificando il target di ruolo, di settore e di area geografica desiderati e su questa base va costruito un piano di azione mirato e a medio-lungo termine. Calibrare in modo realistico l’aspettativa e pianificare accuratamente le azioni, aiuterà a mantenere costante la motivazione, mentre aspettative sbilanciate porteranno a un crollo di motivazione nel momento in cui verranno disattese.

 

2. Abituarsi ad esplorare il mercato del lavoro

Anche in condizioni normali, sono necessari in media sei mesi per trovare lavoro. I processi di selezione possono durare settimane o mesi, non sempre si arriva in fondo al processo e, se l’obiettivo professionale lo richiede, si potrebbe aver bisogno di ulteriore tempo per acquisire le competenze richieste. Ma oggi, con le offerte che scarseggiano e con la concorrenza di candidati in aumento, il processo potrebbe essere ancora più lento, quindi è bene non perdere tempo e iniziare ad esplorare il mercato del lavoro con costanza e continuità.

E’ utile cogliere questo momento per acquisire una nuova abitudine, quella di rimanere sempre aggiornati sulle offerte di lavoro e sugli sviluppi del mercato, monitorando le ricerche aperte e tenendosi aggiornati, anche attraverso il web, rispetto all’andamento dei diversi settori e distretti presenti nella zona geografica di interesse. In questo modo, sarà più facile intercettare nuove opportunità, comprendere le richieste del mercato, identificare nuovi sbocchi possibili ed agire in modo tempestivo e proattivo.

 

3. Allenarsi a raccontare la propria storia professionale

La ricerca del lavoro, per molti aspetti, può essere paragonata ad una competizione sportiva, alla quale partecipano molti concorrenti e che sarà vinta, dopo diverse fasi eliminatorie, da chi in gara sarà riuscito ad esprimere meglio le sue capacità. Come per un atleta, non basta essere capaci e i migliori in allenamento, le capacità vanno espresse e dimostrate durante la gara. Ecco che, a parità di competenze, per una posizione professionale vincerà il candidato che meglio sarà riuscito ad esprimerle durante il processo di selezione.

E’ quindi determinante:

  • sapersi descrivere correttamente;
  • dedicare tempo ed attenzione alla stesura di un curriculum efficace e di una lettera di presentazione incisiva;
  • curare la propria immagine e presenza anche sui social;
  • allenarsi a raccontare in modo coerente e convincente la propria storia professionale, le scelte che ci hanno portato dove siamo oggi e il proprio obiettivo.

Naturalmente, alla base ci devono essere le giuste competenze per la posizione in gioco, ma la prestazione espressa durante il processo di selezione diventa determinante per “vincere”.

 

4. Gestire la rete di relazioni in una nuova modalità

La capacità di creare e mantenere una rete di relazioni mirate, è importante per realizzare qualsiasi progetto di cambiamento professionale. In quest’anno di pandemia, molte attività che da sempre favoriscono l’ampliamento e consolidamento del proprio network, sono state limitate dalle misure di sicurezza per il contenimento del contagio. E anche le occasioni di incontro si sono spostate su una modalità online, che rende più difficile l’interazione con l’altro. E che, per alcune persone, costituisce addirittura una barriera emotiva. Di fatto, la modalità online annulla la possibilità di incontrarsi o conoscere qualcuno casualmente, magari in una situazione informale, di essere presentati ad un amico o collega durante la pausa di un convegno, di intrattenersi durante un coffee break con qualcuno che non si vedeva da tempo.

Bisogna quindi adattarsi a questa nuova modalità. Almeno fintanto che le condizioni ambientali ci impediranno di tornare ad una vita di relazione più naturale, cercando di sviluppare le capacità necessarie per intrattenere e coltivare le relazioni in remoto, che richiedono maggiore programmazione, pianificazione e differenti modalità di comunicazione.

 

5. Ampliare le competenze in funzione di nuovi sbocchi professionali

La pandemia porta, indubbiamente, molti svantaggi e limiti, ma c’è anche qualche piccolo vantaggio che può essere sfruttato. Ad esempio, si può prendere in considerazione l’opportunità di partecipare a corsi di formazione online per sviluppare le competenze necessarie per raggiungere l’obiettivo professionale desiderato. Prima della pandemia, la maggior parte dei corsi erano organizzati in presenza. E le persone, se risiedevano lontano rispetto alla sede del corso, spesso erano scoraggiate ad iscriversi a causa delle trasferte necessarie per parteciparvi e per le conseguenti difficoltà organizzative.

Oggi, molti corsi sono stati trasferiti su piattaforme online, sono organizzati in modo “agile” e sono più facilmente conciliabili con la vita personale e professionale. D’altra parte, anche i ritmi per la maggior parte delle persone sono cambiati. Basti pensare che molte persone lavorano totalmente o parzialmente da casa, o hanno subito una riduzione dell’orario di lavoro. Inoltre gli spostamenti e le attività extra, in generale, si sono ridotte al minimo indispensabile, “liberando” quindi del tempo che prima era impiegato diversamente. Naturalmente, anche se online, un corso richiede sempre un investimento, economico e personale. Ed è quindi importante avere le idee chiare rispetto al proprio obiettivo, alle competenze da potenziare per facilitarne il raggiungimento e al budget che si vuole e si può investire per raggiungerlo.

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