Nel contesto sportivo coinvolgere i genitori ĆØ un fattore fondamentale per i piccoli atleti in fase di sviluppo. In questo articolo la dott.ssa Morgilli, Psicologia dello Sport, spiega come conoscere il contesto dell’individuo tramite l’applicazione della teoria strutturale, possa essere uno strumento importante nell’intervento sui genitori di piccoli e grandi atleti.
Buona Lettura!
Gli psicologi e le psicologhe con formazione sistemico relazionale sono a conoscenza di quanto sia importante allargare il campo di osservazione dal singolo individuo con il quale si sta lavorando alle persone coinvolte nelle relazioni che lo circondano, in particolare ai legami familiari.
Gli psicologi e le psicologhe che lavorano nel contesto sportivo, anche se a volte rischiano di sottovalutarlo, sono sempre piĆ¹ consapevoli che il coinvolgimento dei genitori degli sportivi ĆØ indispensabile nella vita di un individuo che aspira a diventare un atleta ad alto livello, ma non solo.
RodrĆguez e GarcĆa (2010) affermano che i genitori sono il primo e piĆ¹ importante contesto sociale per i figli. Infatti, le prime interazioni nel contesto familiare rappresentano la prima esperienza interpersonale e sociale per ciascun essere mano e gli schemi e le modalitĆ di comunicazione e comportamento appresi in questo contesto vengono facilmente traslati in tutti gli ambienti in cui l’individuo interagisce successivamente.
Alla luce di questo, nel lavoro con gli atleti e con le atlete, ĆØ interessante osservare come anche i modelli di comportamento che vengono in prima istanza sperimentati e assimilati nel contesto familiare vengono riproposti in altri contesti come la scuola e, appunto, il contesto sportivo. Pensiamo, ad esempio, ai modelli di riferimento per il successo e lāinsuccesso che vengono appresi in famiglia ed applicati in diversi contesti a partire da quello scolastico per arrivare poi a quello accademico, lavorativo e anche al contesto sportivo.
L’influenza familiare sul bambino nel contesto sportivo
Solitamente, l’influenza della famiglia ĆØ piĆ¹ significativa nei primi anni di vita e quindi anche nei primi anni di pratica motoria e sportiva, ovvero quando l’atleta inizia a generalizzare le modalitĆ comportamentali e relazionali conosciute, applicandole allāambito specifico di riferimento.
Durante l’infanzia le strutture cognitive ed emotive sono allāapice del processo di sviluppo e maturazione, pertanto tutto ciĆ² che si apprende in questo periodo ĆØ piĆ¹ facilmente e velocemente trasmesso alle diverse altre aree di sviluppo.
Ć importante tenere conto che in etĆ scolare, i bambini e le bambine iniziano a sviluppare interesse e motivazione per la pratica sportiva ed ĆØ proprio in questo periodo che le famiglie possono prendere varie posizioni rispetto agli interessi e alle attivitĆ dei propri figli.
Possono verificarsi diverse situazioni: alcune famiglie potrebbero avere interessi e obiettivi diversi da quelli del bambino e questo puĆ² comportare il rischio, nel tempo, di influenzare negativamente il livello di motivazione dei giovani atleti e delle giovani atlete attraverso una mancanza di incoraggiamento.Ā Allāestremo opposto, possono verificarsi situazioni in cui lāinteresse dei genitori per lāattivitĆ sportiva dei propri figli puĆ² risultare eccessiva, tanto che le vite di questi genitori rischiano di essere totalmente assorbite dalla carriera sportiva del loro bambino o bambina.
Per questo ĆØ importante considerare e strutturare modalitĆ di lavoro con i genitori, evitando di improvvisare il lavoro con loro, anzi approfondendo gli aspetti specifici connessi al loro ruolo attraverso lo studio e la formazione specifica per questo determinato aspetto.
Infatti, per il proseguimento dellāattivitĆ sportiva, il sostegno continuo e coerente puĆ² essere ciĆ² che fa la differenza.
La teoria strutturale di Minuchin applicata al contesto sportivo
Lāottica sistemico-relazionale ci offre una visione ampia delle famiglie che permetta di chiarire alcune dinamiche relazionali presenti tra i componenti della famiglia. In particolare, la teoria strutturale di Minuchin (1974) descrive la famiglia come un sistema caratterizzato da unaĀ strutturaĀ ben definita, laddove per struttura si intendeĀ ālāinvisibile insieme di richieste funzionali che determina i modi in cui i componenti della famiglia interagisconoā.
Un sistema per essere definito āfunzionaleā dovrebbe essere sufficientemente flessibile per adattarsi ad eventuali richieste evolutive e ambientali, oltre ad avere una struttura sana sulla base diĀ due aspetti fondamentali, ovvero:
- La gerarchia che rappresenta la struttura del potere e in particolare lāespletamento delle competenze genitoriali;
- I confini che sono intesi come lāinsieme di regole che definiscono il passaggio di informazione da un membro a un altro e da un sottosistema ad un altro. Sono importanti per il loro scopo protettivo nei confronti dei bambini I confini disfunzionali sono i confini diffusi e i confini rigidi: i primi lasciano passare troppe informazioni, e i problemi di uno sono i problemi di tutti, i secondi non permettono la comunicazione, e non ci si sente visti, accolti e ascoltati.
Sulla base di questi due aspettiĀ lāautore offre una classificazione in famiglie invischiate, famiglie disimpegnate, famiglie scisse e, nel migliore dei casi, famiglie funzionali. Ciascuna di queste tipologie di famiglia ha delle caratteristiche particolari e molto differenti tra loro in termini di comunicazione, regole e comportamenti.
Conoscere e osservare queste caratteristiche puĆ² rivelarsi uno strumento in piĆ¹ per lāintervento nel lavoro con i genitori degli atleti, soprattutto nelle situazioni in cui risulta piĆ¹ difficile un loro coinvolgimento nelle nostre attivitĆ .
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Dott.ssa Luana Morgilli
Psicologa dello sport
Psicoterapeuta sistemico-relazionale e EMDR
Bibliografia
Hoffman, L. (1981). Principi di terapia della famiglia. Roma: Astrolabio Ubaldini Editore.
Minuchin, S. (1974). Famiglie e terapia della famiglia. Roma: Astrolabio Ubaldini Editore.
RodrĆguez, P.L., GarcĆa, E. (2010). Importancia de la formaciĆ³n de los padres para unaĀ mejora de la participaciĆ³n de las familias en la escuela. EFDeportes.com Revista Digital, 15, 146.
Tortorelli, D. (2016). Prepararsi al via. Psicologia dello sport sistemico relazionale. Milano: FrancoAngeli.