Autoregolazione e Vergogna come Mediatori di Adverse e/o Positive Childhood Experiences

autoregolazione vergogna

Le esperienze infantili avverse, ACEs, Adverse childhood experiences, sono eventi potenzialmente traumatici e stressanti che avvengono prima dei 18 anni, come abuso emotivo, fisico o sessuale o disfunzioni familiari (es.: depressione di un genitore, detenzione in carcere di un membro della famiglia, uso di sostanze illegali da parte di un membro della famiglia). Le ACE sono associate a comportamenti negativi per la salute che portano a uso di alcol, fumo e depressione.

Al contrario, la somma di fattori positivi, chiamati esperienze infantili positive (PCE, Positive childhood experiences; anche definite, in letteratura, esperienze infantili vantaggiose/benigne) si associano a tassi più bassi di depressione e stress e maggiore psicologia positiva, a prescindere dal punteggio nelle ACE.

Le PCE comprendono relazioni sane con gli altri, come la sensazione di essere al sicuro con almeno un genitore, avere buoni vicini, sentirsi apprezzati dai propri insegnanti e avere almeno un buon amico. In assenza di queste relazioni positive, si riportano livelli più alti di distress tra i giovani, ma, se presenti, le PCE potrebbero alleviare l’impatto negativo delle ACE sulla salute.

In questo studio abbiamo esaminato il ruolo di due mediatori potenziali, autoregolazione e vergogna. Essi sono stati selezionati poiché il fatto che si sviluppino in modo sano potrebbe essere influenzato dalle esperienze infantili che avvengono nel corso dell’adolescenza e poiché è noto che si associno alla psicopatologia adulta.

L’autoregolazione è la capacità di avere comportamenti orientate a obiettivi controllando il proprio comportamento, le proprie emozioni e i propri pensieri. Le ricerche mostrano che la vergogna è un aspetto dell’autoregolazione.

La vergogna è stata definita come una famiglia di emozioni quali imbarazzo, inferiorità e umiliazione che sono state interiorizzate e risultano dalle valutazioni negative degli altri.

Esperienze Infantili e Salute nella Prima Età Adulta

Sono sempre più gli studi che sostengono che le ACE dei primi 18 anni di vita aumentino i problemi di salute mentale nella prima età adulta.

Ad esempio, uno studio su una coorte di bambini nati nel corso di una settimana nel 1958 in Inghilterra, Scozia e Galles ha rilevato che le ACE (misurate a 7, 11 e 16 anni) erano predittori di problemi di salute nella prima età adulta.

Uno studio su 239 studenti universitari, con età media pari a 20 anni, che frequentano una grande università del Midwest ha evidenziato che le ACE avvenute prima dei 18 anni di età aumentavano la probabilità di sviluppare depressione o disturbo d’ansia nel corso del semestre.

Un altro studio su 1578 studenti all’ultimo anno di scuola superiore di nove scuole della zona metropolitana di Boston ha concluso che le avversità, nel loro complesso, portavano a salute mentale nettamente peggiore nella prima età adulta secondo quanto riportato dai partecipanti.

Analogamente, guardando ai 1142 partecipanti dello studio longitudinale Chicago Longitudinal Study (CLS) con età comprese tra 22 e 24 anni si è visto che i punteggi nelle ACE si correlano a salute peggiore in termini di autovalutazione e a maggiore incidenza di sintomi depressivi e abuso di sostanze nella prima età adulta.

Sono meno numerosi gli studi che hanno analizzato la relazione tra le PCE e la salute nella prima età adulta. Di quelli che si sono concentrate su questa relazione, la maggior parte ha guardato alle singole esperienze positive, non alle PCE nel complesso.

Ad esempio, ricerche svolte in precedenza ci dicono che le relazioni positive (es.: genitore-figlio) portano a migliore sviluppo cognitivo ed emotivo. Tuttavia, questi studi, nel complesso, indicano che le PCE sono fattori di protezione contro lo stress psicologico nella prima età adulta e successivamente.

Alcune ricerche suggeriscono che le esperienze adolescenziali possano essere più efficaci per prevedere la salute nella prima età adulta rispetto alle esperienze positive o avverse della prima o media infanzia. Tuttavia, gli studi sull’impatto delle ACE sulla salute della prima età adulta si sono concentrati su esperienze infantili nel periodo che va dalla nascita ai 18 anni.

Le ricerche su ACE e PCE in momenti specifici di infanzia e adolescenza sono fondamentali per capire meglio l’impatto relativo di tali esperienze a ogni stadio dello sviluppo infantile e adolescenziale. Inoltre, servono studi che spieghino il meccanismo attraverso il quale le esperienze infantili influenzano la salute nell’arco di tutta la vita.

Impatto delle Esperienze Avverse e Positive sullo Sviluppo nell’Adolescenza

Adolescenza e prima età adulta sono importanti poiché la prima costituisce un periodo fondamentale nello sviluppo sociale e cognitivo, sviluppo che prosegue nella prima età adulta, segnata da transizioni di vita come vivere da soli, iniziare a lavorare, iniziare l’università, sposarsi.

Proprio per questi grandi momenti di transizione, le problematiche di salute mentale iniziano spesso nella tarda adolescenza e nella prima età adulta. L’adolescenza è un periodo cruciale per lo sviluppo della corteccia prefrontale, che si sviluppa nei primi tre decenni di vita. La corteccia prefrontale controlla, in parte, autoregolazione e vergogna.

Per il protrarsi dello sviluppo di questa area del cervello, i fattori ambientali prossimi come le esperienze familiari nel corso dell’adolescenza sono fondamentali per lo sviluppo sano di autoregolazione e vergogna. ACE e PCE nell’adolescenza potrebbero influenzare struttura e funzionalità del cervello nonché la comunicazione neurale tra varie parti di esso associate ad autoregolazione e vergogna.

Gli studi di imaging cerebrale ci dicono che le ACE potrebbero avere un impatto negativo sullo sviluppo e sulla struttura di corteccia prefrontale, ippocampo, amigdala e altre parti del cervello che sono importanti per autoregolazione ed emozioni, mentre le PCE, ad esempio la genitorialità positiva, promuovono il normale sviluppo cerebrale, anche in presenza di ACE.

 

Autoregolazione e Vergogna come Mediatori Potenziali tra Esperienze Infantili e Salute nella Prima Età Adulta

Nel contesto di questo studio, l’esposizione dell’individuo a forme di abuso o maltrattamento nell’adolescenza, potrebbe avere un impatto modesto sullo sviluppo delle capacità di autoregolazione e la gestione della vergogna.

Livelli elevati di vergogna e compromissione delle capacità di autoregolazione potrebbero avere un impatto negativo sulla capacità e la fiducia in sé stesso dell’adulto nel gestire le sfide della vita nonché sui primi sintomi di psicopatologia, e potrebbero portare a meccanismi di coping maladattivi, come l’abuso di sostanze.

D’altro canto, l’aver vissuto molte esperienze positive potrebbe consolidare lo sviluppo dell’autoregolazione e ridurre l’interiorizzazione di emozioni non sane associate alla vergogna. Ottime capacità di autoregolazione sono uno strumento per affrontare i cambiamenti di vita cruciali della prima età adulta, portando a esperienze più soddisfacenti in questa fase della vita, il che consente di contrastare abuso di sostanze e sintomi di ansia e depressione.

In effetti, chi vive molte PCE potrebbe essere in grado di superare l’effetto negativo dell’avversità, migliorando la salute mentale della prima età adulta a prescindere dai punteggi delle ACE.

Le ricerche esistenti sostengono questa visione e suggeriscono che autoregolazione e vergogna potrebbero mediare la relazione tra ACE e PCE nella salute mentale della prima età adulta. I punteggi più elevati nelle ACE si ricollegano a un’autoregolazione meno efficace nell’adolescenza, mentre un numero alto di PCE si associa a migliore autoregolazione.

Quest’ultima comporta meno sintomi depressivi, anche in presenza di ACE. Per quanto concerne la vergogna, l’esposizione al trauma infantile è collegata a un aumento della vergogna in molte popolazioni di adolescenti, il che aumenta il tasso di depressione nell’età adulta.

 

La Vergogna. Da cenerentola delle Emozioni a filo conduttore del lavoro sul Trauma, con Anna Rita Verardo

 

Obiettivi e Ipotesi

La letteratura esistente ci dice che le esperienze infantili hanno un impatto sull’autoregolazione e sulla vergogna e che queste ultime hanno a loro volta un impatto sulla salute nei momenti successivi della vita. Tuttavia, molti studi precedenti hanno un carattere trasversale e, per quanto di nostra conoscenza, le ricerche non hanno ancora esaminato il ruolo di mediazione della vergogna e dell’autoregolazione tra esperienze infantili e salute della prima età adulta.

Capire i meccanismi per cui le esperienze infantili vissute nell’adolescenza impattano sulla salute in un momento successivo della vita potrebbe essere importante per sviluppare interventi più efficaci. Inoltre, sono pochi gli studi ad aver esaminato sia ACE e PCE nello stesso modello come predittori di salute nella prima età adulta.

Obiettivo di questo studio è colmare questa lacuna della letteratura esaminando le vie per cui, potenzialmente, vergogna e autoregolazione mediano tra PCE e ACE in termini di salute nella prima età adulta.

La nostra ipotesi è che sia vergogna che autoregolazione siano mediatori della relazione tra ACE e PCE con depressione, ansia, abuso di sostanze.

Nello specifico abbiamo previsto che:

  1. le ACE riducono l’autoregolazione e aumentano la vergogna,
  2. le PCE aumentano l’autoregolazione e riducono la vergogna,
  3. l’autoregolazione efficace protegge da problemi di salute e
  4. la vergogna aumenta i problemi di salute.

 

Discussione

Scopo di questo studio era determinare se l’autoregolazione e la vergogna mediassero la relazione tra ACE e PCE con la salute mentale nella prima età adulta. Le ricerche precedenti dicono che i punteggi più elevati nelle ACE portano a salute peggiore secondo le misure di autovalutazione, maggiore prevalenza dei sintomi depressivi e abuso di sostanze.

Tuttavia, sappiamo meno dei meccanismi attraverso i quali le esperienze infantili hanno un impatto sulla salute nella prima età adulta. La nostra ipotesi era che le esperienze infantili operassero tramite vergogna e autoregolazione per impattare sulla salute mentale nella prima età adulta.

I risultati di questo studio confermano ampiamente la nostra ipotesi. ACE e PCE sono predittori dell’autoregolazione nella direzione attesa, con l’autoregolazione a mediare le relazioni tra le ACE e le PCE con l’ansia e tra le ACE e l’abuso di sostanze. Le PCE, ma non le ACE, sono state predittori della vergogna; la vergogna ha mediato la relazione tra PCE e depressione.

I risultati dello studio sono coerenti con la letteratura esistente sull’influenza delle esperienze infantili sullo sviluppo di vergogna, autoregolazione e salute mentale in fasi successive della vita. Vergogna e autoregolazione si sviluppano nello stesso momento in cui avvengono molte esperienze adolescenziali positive o negative fondamentali.

Una spiegazione per cui le ACE sono predittori di minore autoregolazione e le PCE sono associate a meno vergogna e maggiore autoregolazione risiede nel fatto che avversità o elementi positivi nell’adolescenza potrebbero influenzare le connessioni create dai neuroni nel cervello, impattando così sulle capacità di autoregolazione ed espressione della vergogna.

Le nostre conclusioni sono coerenti con le scienze cognitive che indicano che le ACE hanno un impatto sulla struttura cerebrale, anche in termini di crescita di corteccia prefrontale, ippocampo, amigdala e regione superiore parietale del cervello. Al contrario, le PCE individuali – genitorialità positiva per fare un esempio – promuovono lo sviluppo sano dell’amigdala, e della corteccia prefrontale, soprattutto in momenti di avversità.

Poiché le PCE promuovono lo sviluppo cerebrale sano, chi vive più PCE sviluppa un’autoregolazione migliore e meno vergogna, il che significa che controlla più efficacemente pensieri, comportamenti ed emozioni, migliorando la salute nell’età adulta, con tassi inferiori di malattia mentale e uso di sostanze.

Al di là delle scienze cognitive, è importante discutere dell’influenza di autoregolazione e vergogna sulla salute mentale successiva. Alla luce delle transizioni fondamentali che avvengono nella vita degli individui che entrano nell’età adulta e dell’aumento degli stressor di fronte alle esigenze di vita in questa fase, vergogna e capacità di autoregolazione potrebbero essere molto importanti nella gestione della salute mentale.

In questo studio, si è visto che la vergogna è predittore di depressione solo quanto l’autoregolazione si associa a meno depressione, ansia e abuso di sostanze. La vergogna comprende varie autovalutazioni negative che portano a emozioni negative molto più acute, come l’auto-disprezzo, che sono largamente associate a maggiore depressione e sintomi di ansia. Sorprende che non abbiamo trovato un’associazione tra vergogna e ansia.

In parte ciò potrebbe essere dovuto alla maggiore importanza relativa dell’autoregolazione. Poiché l’autoregolazione comprende il controllo di emozioni, comportamenti e cognizioni, i deficit di autocontrollo portano a livelli inferiori di autocontrollo e superiori di impulsività che si collegano a comportamenti a rischio come uso di sostanze, soprattutto tra individui con una storia di maltrattamenti.

Le capacità di autoregolazione non sono importanti solo nei comportamenti di esternalizzazione come l’uso di sostanze, ma anche nell’aiutare la regolazione di emozioni e cognizioni, comprese distorsioni cognitive associate alla psicopatologia. Pertanto, è molto importante tenere in considerazione l’autoregolazione quando esaminiamo l’influenza delle esperienze infantili sulla salute mentale in fasi successive della vita.

È importante notare che nelle correlazioni a due a due evidenziate dal presente studio, le PCE hanno mostrato un’associazione più forte con autoregolazione e vergogna rispetto alle ACE. Inoltre, nei modelli finali, le PCE sono state associate alla depressione attraverso la vergogna, mentre le ACE non hanno mostrato alcun effetto diretto o indiretto sulla depressione.

Tuttavia, le ACE, ma non le PCE, hanno mostrato un’associazione indiretta con l’uso di sostanze. Per cui le PCE potrebbero avere un impatto maggiore sui sintomi di internalizzazione, come la depressione, nella prima età adulta rispetto alle ACE. Tuttavia, i sintomi di esternalizzazione come l’abuso di sostanza potrebbero essere un modo, per le persone, di gestire il trauma esperito.

Implicazioni per la Pratica

Queste conclusioni implicano conseguenze importanti per la pratica clinica. Prevenire le ACE dovrebbe essere sempre un obiettivo di salute pubblica. Tuttavia, vista la prevalenza elevata di alcune ACE (es.: salute mentale dei genitori e separazione/divorzio) non è sempre possibile prevenirle.

Quindi, dovrebbe essere presa in considerazione l’ipotesi di aumentare le PCE infantili, cosa importante ai fini dello sviluppo e del mantenimento delle capacità cognitive, come la regolazione di comportamenti ed emozioni, per migliorare la salute nel corso della vita. I programmi orientati a mindfulness e autocompassione potrebbero aiutare nel ridurre la vergogna.

Sono vari gli interventi che si sono mostrati efficaci per aumentare l’autoregolazione potenziando le esperienze positive nella media infanzia e nell’adolescenza. Ad esempio, il Family Check-Up ha dato risultati nell’aumentare l’autoregolazione negli adolescenti, il che implica una diminuzione dell’incidenza di abuso di sostanze, depressione e problemi comportamentali nonché maggiore coinvolgimento nelle attività scolastiche. Analogamente, il programma Student Success Skills Program migliora l’autoregolazione in ambito scolastico.

Punti di Forza e Limitazioni

È importante notare alcune limitazioni di questo studio. Abbiamo usato misurazioni delle ACE e delle PCE che sono state usate anche in ricerche precedenti e si avvicinano molto alle domande delle scale tradizionali per ACE e PCE, ma, per quanto i concetti siano sovrapponibili, è importante usare prudenza nel mettere a confronto le nostre conclusioni con i risultati di studi che hanno usato le scale di ACE e PCE originarie.

Inoltre, abbiamo usato la vergogna come misura generale, senza soffermarci su tipologie specifiche come vergogna interna o esterna. La mancanza di relazione tra ACE e vergogna potrebbe essere dovuta alla mancanza di specificità nella misurazione della vergogna. Inoltre, una misurazione più focalizzata della vergogna potrebbe aiutare a rendere più specifico il meccanismo, legato alla vergogna stessa, per cui le esperienze infantili influenzano la salute in fasi successive della vita.

Pertanto, si raccomandano ulteriori ricerche sui vari aspetti della vergogna. Il Flourishing Families Project si è focalizzato su partecipanti adolescenti e non siamo stati in grado di valutare ACE e PCE intervenute prima dell’adolescenza. I nostri risultati evidenziano l’impatto delle esperienze infantili intervenute nel corso dell’adolescenza, periodo molto importante dal punto di vista evolutivo, su autoregolazione e vergogna.

ACE e PCE nella prima e media infanzia potrebbero avere un impatto di vario tipo sullo sviluppo cerebrale.  Pertanto, i meccanismi attraverso i quali le esperienze infantili della prima e media infanzia impattano sulla salute nella prima età adulta potrebbero essere diversi da quanto evidenziato nel nostro studio. Inoltre, non abbiamo dati su vergogna, autoregolazione o esiti di salute mentale prima dell’adolescenza e la temporalità delle associazioni del nostro modello finale non è definitiva.

Malgrado queste limitazioni, lo studio mostra vari punti di forza. In generale, i sondaggi relative a ACE e PCE sono somministrati in età adulta, molti anni dopo gli eventi stessi, il che porta a un bias di ricordo per le esperienze infantili. In questo studio, gli adolescenti hanno riportato con cadenza annuale le proprie esperienze, il che ha diminuito la probabilità di bias di memoria.

Inoltre, alcune misurazioni sono state operate sulla base di risposte date sia da adolescenti che da genitori, il che le rende più solide.  Questo studio colma una lacuna della letteratura poiché esamina i meccanismi attraverso i quali le esperienze avverse e quelle positive hanno un impatto sulla salute in un periodo sensibile di sviluppo sociale e cognitivo (adolescenza) usando i dati di uno studio longitudinale decennale.

Conclusione

Le ricerche precedenti indicano un legame tra ACE e problemi di salute in età adulta, nonché tra le PCE e salute migliore. Sappiamo meno dei meccanismi attraverso i quali le esperienze infantili che avvengono specificatamente nell’adolescenza impattano sulla salute mentale nella prima età adulta. Questo studio ci dice che le ACE potrebbero essere predittori di minore autoregolazione, il che porta a depressione e sintomi di ansia nonché a un aumento dell’abuso di sostanze.

Al contrario, anche in presenza di ACE, le PCE dell’adolescenza sono predittori di migliore autoregolazione e minore vergogna, il che porta a meno depressione e ansia nella prima età adulta. L’autoregolazione e la vergogna sono, entrambe, meccanismi attraverso i quali le esperienze infantili impattano su depressione, ansia e abuso di sostanze in età adulta, per quanto sia in particolare l’autoregolazione a rivelarsi fondamentale per la salute mentale nella prima età adulta.

 

Articolo liberamente tradotto da “Self-Regulation and Shame as Mediators Between Childhood Experiences and Young Adult Health” by Elizabeth Mathews Rollins and AliceAnn Crandall – Front. Psychiatry, 16 April 2021, Sec. Child and Adolescent Psychiatry, Volume 12 – 2021

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