Cambiare stile di vita: un lavoro da psicologi

Psicologa, psicoterapeuta cognitivo comportamentale, giornalista. Membro del Center for Mindful Eating, istituzione fondata da Jean Kristeller e colleghi per la diffusione della cultura e delle tecnic...
Cambiare stile di vita un lavoro da psicologi

Le hanno provate tutte: campagne promozionali, consigli degli esperti, rimproveri dei familiari con i loro presagi di morte… a nulla è servito.

Benché la salute ci stia a cuore e tendenzialmente rifuggiamo malattie e sofferenze, continuiamo a lasciarci guidare dalle nostre abitudini, anche quando queste minano la nostra salute o la nostra sicurezza.

E questo non è meno vero per chi di un cambio di rotta ne ha davvero bisogno e con una certa urgenza. È il caso di quelle persone che, a causa di condizioni come il diabete, l’ipertensione arteriosa o la celiachia, ad esempio, hanno bisogno di modificare alcuni comportamenti, in primis quello alimentare.

Per molti non è semplice e una buona fetta di queste persone si rende conto che è “un fatto di testa”. Detta in altri termini, nonostante la buona volontà, viene a mancare la forza di volontà.

E i familiari lo sanno bene: nonostante gli sforzi e i bagni di parole, nonostante le prescrizioni mediche e i presagi di morte, l’effetto sul cambiamento di stile di vita risulta marginale e probabilmente l’unico risultato osservabile è un aumento delle tensioni nelle relazioni familiari e una certa quota di irritabilità del diretto interessato.

Perché è così difficile cambiare stile di vita?

Perché “comodo è meglio”. In altre parole, siamo degli esseri “a risparmio energetico”, che tendono a percorrere le strade già percorse, a mantenere lo status quo a meno che non sia più possibile farlo e a scegliere l’opzione più rapida. Perché riflettere, lasciarsi “scomodare” e cambiare in qualsiasi campo richiede uno sforzo, una mobilitazione di energia alla quale, per natura, siamo resistenti. È una sorta di inerzia. È così che un piacere immediato di solito ha la meglio su ricompense future, quale può essere un beneficio sulla salute, che, ovviamente, non è percepibile nell’immediato.

Alcuni studi esemplificativi

Ci sono vari studiosi che hanno approfondito questa nostra tendenza, come Thaler e Sunstein, padri del nudging o Walter Mischel, divenuto famoso per l’esperimento dei marshmallow e tutti hanno messo in evidenza questa difficoltà nell’attendere la ricompensa e a preferire il risultato immediato a fronte di uno sforzo che, fra le altre cose, non siamo certi porterà i suoi frutti.

Questo è anche il motivo per cui le campagne promozionali, i consigli dei medici e i rimproveri dei familiari non sortiscono l’effetto desiderato.

Qual è l’alternativa?

Anche l’Organizzazione Mondiale della Sanità mette in evidenza che questa non è la strada giusta per favorire un cambiamento nelle persone, ma che, non potendo nell’immediato agire su una modifica dell’ambiente in modo che risulti più sano (ad esempio, rendendo meno disponibili di quanto lo siano oggi i cibi altamente calorici o carichi di additivi e grassi saturi), l’inversione di marcia deve avvenire dentro di noi, con un lavoro sulla consapevolezza. È per tale motivo che l’OMS ha promosso come strumenti elettivi per il self care tecniche mutuate dal modello cognitivo comportamentale, che sono ad appannaggio degli psicologi, i quali molto possono fare per aiutare le persone a cambiare stile di vita, attraverso un’analisi più profonda dei loro comportamenti e la stimolazione delle scelte consapevoli.

Quali tecniche risultano efficaci?

Fra gli strumenti che uno psicologo deve possedere per aiutare le persone a cambiare stile di vita, compaiono il diario per l’analisi degli episodi disfunzionali (l’ABC di Ellis o l’RP di Beck), il training sull’assertività, gli esercizi di mindfulness e mindful eating e l’esposizione graduata in vivo (giusto per citarne alcuni). In base alla mia esperienza, inoltre, non di rado succede che richieste su un campo specifico della vita (“Non riesco a mangiare in maniera più salutare”, ad esempio), si traducano naturalmente in un lavoro più ampio.

In partenza il corso online dedicato

Il corso online L’intervento psicologico sul comportamento alimentare di persone celiache, diabetiche e/o cardiopatiche fornisce agli psicologi la cassetta degli attrezzi adatta a rispondere alle esigenze di persone che non riescono a cambiare abitudini malsane, nonostante una condizione organica peculiare lo richieda.

A chi si rivolge il corso?

Il corso è rivolto a Psicologi, Dottori in Psicologia e Studenti di Psicologia che:

  • intendono proporsi sul proprio territorio in maniera distintiva rispetto agli altri colleghi che si occupano di clinica ed alimentazione;
  • intendono ampliare il proprio raggio di intervento con l’utenza a cui già si rivolgono;
  • intendono proporsi ai medici in quanto collaboratori alla pari, nell’intervento su pazienti che presentano patologie organiche ed alterazioni del comportamento alimentare connesse;
  • intendono formare un’equipe di professionisti, che si occupa specificatamente di disordini afferenti all’area alimentare.

Come si svolge il corso?

Il corso è composto da 8 ore di lezione sincrona online, suddivise in quattro moduli didattici, uno a settimana. Ciascun corsista avrà, inoltre, accesso H24 a Moodle, piattaforma di e-learning, dove potrà scaricare i materiali didattici di approfondimento e svolgere le esercitazioni e le attività, che verranno poi corrette dalla sottoscritta. Le lezioni in “diretta” vengono registrate, non è quindi necessaria la presenza negli orari indicati. Le registrazioni saranno disponibili a partire la sera stessa del corso, nell’aula virtuale Moodle e per tutta la durata del corso.

 

Per maggiori informazioni sul programma del corso e i costi, consulta la pagina del corso al seguente link:

 

Dott.ssa Teresa Montesarchio
Psicologa e Psicoterapeuta Cognitivo Comportamentale
Lifetime member The Centre for Mindful Eating

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