Embodiment riparativo e l’arte della mappatura corporea

Cathy A. Malchiodi, PhD, ATR-BC, LPCC, LPAT, REAT, è un'arteterapeuta espressiva e arteterapeuta che ha trascorso oltre 30 anni lavorando con persone con stress traumatico e studiando come le arti su...
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L’embodiment riparativo si concentra sul corpo come risorsa per sostenere e rafforzare il senso interno di resilienza. Invece la mappatura corporea è una forma di terapia artistica espressiva che sfrutta il corpo per catturare e narrare le esperienze vissute. Quindi la mappatura del corpo è un processo di embodiment a più livelli che integra immagine e storia.

L’embodiment riparativo, a differenza di altre terapie somatiche, è ciò che centralizziamo nella terapia artistica espressiva. Il nucleo degli approcci espressivi si fonda sulla partecipazione attiva a nuove esperienze che riconquistano gli individui con curiosità, giocosità, efficacia e piacere (Malchiodi, 2022). L’embodiment non è definito solo come lo sviluppo della consapevolezza fisica ma anche come un’espansione della capacità di abitare il proprio corpo e la propria mente in modi calmanti, rinvigorenti e rigeneranti.

Movimento, ritmo, suono, rappresentazione e gioco sono tutte forme di embodiment che hanno il potenziale per sanare il corpo, la mente e lo spirito.

In cosa consiste la mappatura corporea?

Nella terapia artistica espressiva, esistono molti approcci che si concentrano direttamente sul corpo per supportare il recupero attraverso strategie e suggerimenti specifici. Uno di questi approcci è chiamato “body mapping”, cioè la mappatura corporea. È un processo guidato di esplorazione visiva e narrativa attraverso la creazione di un ritratto corporeo a grandezza naturale.

La mappatura corporea è una forma di terapia artistica espressiva che sfrutta il corpo come tema per narrazioni di esperienze vissute. Esiste una lunga tradizione di questo approccio con individui che hanno subito traumi psicologici e malattie mediche potenzialmente letali, tra cui l’HIV/AIDS e il trapianto di organi. Queste strategie si concentrano sull’immagine corporea non solo come registrazione storica di eventi significativi, ma anche come fonte somatica per l’esplorazione dell’autoefficacia, della capacità e della resilienza.

A Jane Solomon si riconosce il merito di aver formalizzato un processo chiamato “mappatura corporea”, applicandolo al lavoro con donne che convivono con l’HIV/AIDS e gli immigrati. Altri professionisti e persino artisti lo hanno utilizzato per individui che hanno subito procedure mediche per malattie potenzialmente letali. Con questi individui, il processo serve come un modo per esplorare la malattia, come una forma di eredità e, per alcuni, come preparazione alla morte.

Mappatura corporea come esperienza di embodiment

Sebbene la mappatura del corpo sia un processo a più livelli che integra immagine e storia, è essenzialmente un’esperienza di embodiment. Il disegno, la pittura, il collage o altri materiali vengono utilizzati per rappresentare storie che parlano di se stessi, nonché esperienze o ricordi somatici specifici.

La vernice viene tradizionalmente fornita come parte dell’approccio di mappatura del corpo. Le espressioni artistiche possono includere anche impronte di mani e piedi. Colori e simboli sono dipinti sopra o attorno al contorno del corpo in risposta a domande specifiche sulla propria vita, inclusi eventi, sfide e punti di forza. Però la creazione di immagini può essere impegnativa per alcuni. Perciò spesso si può modificare il processo introducendo una scatola di collage di varie immagini e parole, frasi e citazioni per i partecipanti che ritengono che il linguaggio esprima al meglio le loro esperienze.

In genere, la mappatura del corpo è un processo direttivo. In altre parole, coloro che facilitano il trattamento utilizzano una varietà di suggerimenti per guidare il processo, a seconda dell’individuo o del gruppo. Ciò include focalizzare l’espressione su:

  • scegliere una postura corporea per rappresentare se stessi;
  • concentrarsi sulla storia personale, incluso “da dove vengo” e “dove sto andando” (come obiettivi o aspirazioni);
  • raffigurare immagini o simboli sul corpo per rappresentare sfide, eventi o ostacoli che sono stati superati o sono in procinto di essere superati (spesso chiamati “segni di resilienza”);
  • includere motti personali, citazioni, slogan o simboli che sono fonti di forza (risorse);
  • rappresentare persone ed entità (animali domestici, comunità o credi) che hanno fornito supporto (con foto, simboli o impronte);
  • condividere messaggi o conoscenze apprese attraverso le esperienze vissute.

 

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La mappatura del corpo come esperienza relazionale

La mappatura del corpo è un approccio relazionale. Perciò molto spesso avviene all’interno di un gruppo per trarre vantaggio dal sostegno reciproco, dall’ispirazione e dal rituale come parte del processo riparativo. Per questo motivo il completamento può richiedere diverse riunioni nel corso dei giorni. La guida originale alla mappatura del corpo di Solomon (2002) raccomanda di concedere almeno cinque giorni o circa 30 ore per completare una mappa del corpo. Viene riservato del tempo ai membri del gruppo per riunirsi e condividere osservazioni, un processo guidato dai consulenti o terapeuti. Il loro scopo è quello di aiutare le persone non solo ad acquisire conoscenze, ma anche ad esprimere le proprie esperienze vissute attraverso storie e immagini.

Il processo di creazione di una mappa corporea a grandezza naturale è complesso. Per questo il terapeuta aiuta le persone a scegliere e a creare elementi e simboli. La sicurezza, la struttura e il ritmo per realizzare questo tipo di esplorazione profonda delle sfide personali e della resilienza storica (eventi della vita, risultati, relazioni e impatti sociali durante tutto l’arco della vita) sono fondamentali per il processo.

L’embodiment e la mappatura del corpo come recupero

L’embodiment è un processo somatico di scoperta di sé. Allo stesso modo, la mappatura del corpo è un processo specifico progettato per migliorare la scoperta del sé somatica in presenza di un terapeuta e di partecipanti al gruppo. È un’esperienza che aiuta a riconoscere la capacità di crescita esplorando il modo in cui le sfide della vita hanno influenzato il proprio corpo nel tempo.

Il processo riparativo della mappatura corporea è essenzialmente duplice. In primo luogo, il processo di espressione visiva attentamente guidato attraverso un ritratto corporeo enfatizza la resilienza come elemento centrale per il ripristino del sé. La seconda parte riguarda il potere della narrazione attraverso la rappresentazione e la condivisione delle esperienze vissute dal corpo in immagini e narrazioni.

Nel recupero dal trauma, Judith Herman (1992) sottolinea l’importanza sia del racconto della propria storia sia del ritorno alla comunità come chiave per la riparazione personale e il ripristino del sé. Queste forme di trasformazione vengono catturate nel processo multistrato di mappatura del corpo, un modo per catturare queste storie esprimendo la consapevolezza del corpo e testimoniando la sua saggezza interiore.

 

Articolo liberamente tradotto e adattato. Fonte: Cathy Malchiodi, Restorative Embodiment and the Art of Body Mapping, Psychology Today (2023)

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