Sbloccare le Memorie Corporee con il DBR

Con l’espandersi delle frontiere della nostra comprensione neurologica, aumenta anche la ricchezza della nostra cassetta degli attrezzi e delle nostre competenze nell’ambito del lavoro clinico.

La presentazione del dottor Frank Corrigan sul concetto di Deep Brain Reorienting (DBR) e sulla neuroanatomia che ne è alla base aiuta a capire come le scoperte scientifiche possano essere applicate praticamente nella pratica quotidiana.

La neurobiologia evidenzia l’aspetto somatico del lavoro sul trauma e sostiene l’importanza della consapevolezza corporea nella psicoterapia del trauma.

Essere consapevoli della struttura e del funzionamento del cervello consente ai terapeuti di perseguire un approccio basato sull’evidenza, poiché il lavoro clinico sarà sostenuto da considerazioni neurologiche comprovate. Inoltre, dà ai pazienti la certezza che la terapia che stanno seguendo ha una solida base di principi scientifici.

Memorizzazione del trauma somatico

Corrigan ha spiegato che la “consapevolezza corporea degli stati di memoria del trauma” è un concetto comune a tutte le modalità terapeutiche basate sul corpo. La risoluzione del trauma coinvolge l’elaborazione talamocorticale, che lega insieme memoria, sensazioni viscerali, pensieri e altre componenti delle esperienze traumatiche.

L’importanza clinica dell’elaborazione di tutte queste componenti e dei sintomi viscerali/somatici in particolare non può essere sottovalutata, poiché i ricordi traumatici non sono necessariamente completamente accessibili al richiamo verbale. In altre parole, non prestare attenzione ai segnali somatici potrebbe non risolvere completamente il trauma. Questo rende l’EMDR o la Psicoterapia Sensomotoria unici rispetto ad altre psicoterapie in cui le parole e il linguaggio sono molto importanti.

La corteccia prefrontale (PFC) esegue valutazioni del rischio quando il pericolo è lontano; questo può aiutare la persona a pianificare e organizzare la risposta al pericolo imminente. Tuttavia, il grigio periacqueduttale PAG prende il sopravvento quando la minaccia è vicina. Il grigio periacqueduttale (PAG) può innescare una risposta affettiva e organizzare una difesa (sotto forma di risposta di lotta, fuga o congelamento).

Questo coinvolgimento affettivo è complesso; si estende oltre la semplice paura e include rabbia, vergogna, abbandono e angoscia. I terapeuti devono esserne consapevoli ed essere pronti a sostenere il paziente nella gestione di emozioni complesse e confuse. È importante ricordare che i pazienti possono accedere a questi nuovi sentimenti per la prima volta durante il lavoro sul trauma e che ciò può essere difficile e potenzialmente destabilizzante.

Applicazione nel trattamento

L’EMDR provoca cambiamenti neurofisiologici e, man mano che si accede alle diverse componenti del trauma e le si elabora, entrano in gioco diverse parti del cervello. L’intrinseco potere di guarigione del cervello spiega in parte come l’EMDR possa talvolta avviare questo processo e consentire di continuare ad assimilare e dare un senso al trauma tra una seduta e l’altra.

Durante l’elaborazione del trauma, vi è una trasmissione di segnali dalla corteccia cingolata posteriore a quella anteriore. L’asse PFC-PAG svolge un ruolo importante nell’organizzazione della risposta alla minaccia e l’EMDR fa leva su di esso.

Qualsiasi spostamento dell’attività dalla PFC alla PAG può causare turbamento emotivo, abreazione e dissociazione. Questo meccanismo è alla base dell’importanza del lavoro preparatorio, del grounding e del mantenimento dell’elaborazione entro la finestra di tolleranza degli affetti.

Assicurarsi che il paziente sia radicato a terra significa che è nel presente e quindi ha meno probabilità di dissociare o sperimentare sopraffazione.

Anche il collicolo superiore (SC) e le sue interazioni svolgono un ruolo cruciale nell’elaborazione dei traumi. Gli strati superficiali del SC interagiscono con il pulvinar del talamo. Questa interazione crea un percorso veloce e rileva qualsiasi minaccia visiva (come un volto arrabbiato o un serpente).

Gli strati intermedi dello SC sono coinvolti nella percezione degli stimoli uditivi e somatosensoriali. Gli strati più profondi aiutano a prepararsi alla minaccia e sono coinvolti nel tono muscolare della fronte, del collo e dei muscoli oculari.

Lavorare DBR-informed

La Deep Brain Reorienting (DBR) sembra offrire ai terapeuti una modalità più dolce per entrare nel lavoro sul trauma e ridurre il rischio di sopraffazione emotiva.

La percezione del pericolo spinge l’individuo a prepararsi al movimento. Prima che il movimento possa avere luogo, c’è un modello di tensione pre-movimento; questo può accadere anche prima che venga generato un affetto.

Questo “rinforzo pre-affettivo” è lo shock che colpisce prima che vengano provate le emozioni in risposta a un evento traumatico; avviene prima che possa essere montata una risposta di difesa e può essere difficile da cogliere. Può assumere la forma di una sensazione fisica (farfalle nello stomaco, oppressione al petto, dolore, ecc.) e di solito è una risposta unica per ogni individuo. Come terapeuti, è quindi importante esserne consapevoli e cercare attivamente questi segnali.

La “tensione orientativa” associata è il fulcro del Deep Brain Reorienting (DBR) e con l’allenamento e la pratica può essere possibile riconoscerla. L’approccio protegge dal travolgimento emotivo e dalle commutazioni dissociative, poiché l’approfondimento della consapevolezza della tensione orientativa fornisce un’ancora. In questo modo il paziente si radica e si protegge dalla deviazione dal presente.

Essere in grado di parlare ai pazienti delle basi neuroanatomiche e di metterle in relazione con il lavoro clinico li aiuterà nel loro viaggio verso la guarigione e la crescita.

 

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Fonte:

Abrar Hussain, https://etq.emdrassociation.org.uk/2021/06/28/deep-brain-reorienting-unlocking-body-memory/

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