Il lutto prenatale riguarda le esperienze in cui la gravidanza si interrompe durante qualsiasi epoca gestazionale mentre il lutto perinatale si riferisce alla morte del feto dalla 28 settimana di gestazione fino al primo mese dopo la nascita[1]. Nel 2015 a livello mondiale ci sono stati 2,6 milioni bambini nati morti dopo le 28 settimane di gestazione. Il 98% per cento di questi decessi si ĆØ verificato nei paesi a basso e medio reddito[2]. In Italia (Istat 2013) lāincidenza di morte intrauterina ĆØ di 3,5 su 1000 bambini nati vivi, per un totale di circa 2000 casi. Le perdite della prima metĆ della gravidanza sono invece quasi 200.000 (incluse quelle per interruzione terapeutica di gravidanza).
La perdita perinatale per aborto spontaneo, morte endouterina o neonatale ĆØ unāesperienza luttuosa drammatica e di significativa criticitĆ nellaĀ vitaĀ delle donne e delle coppie che la subiscono. Lāinvestimento affettivo e il legame di attaccamento si va costruendo tra i genitori e la loro creatura spesso giĆ a partire dal desiderio, dalla scelta e dal concepimento, per questo, indipendentemente dallāepoca gestazionale in cui la perdita sopraggiunge, i genitori vivono un vero e proprio terremoto emotivo che sconquassa lasciando rovine e ferite profonde. Si vive un trauma che frantuma le aspettative e la sicurezza personale. Si crea una spaccatura nella continuitĆ percepita del SĆ©, si spezza la proiezione nel futuro immaginato e progettato.
Un corto circuito: la mente si confonde quando la morte e la vita si sovrappongono e non ĆØ possibile appoggiare la propria comprensione dellāevento agli abituali schemi di pensiero. In quei momenti e nei mesi successivi, il rapporto con il tempo muta e la temporalitĆ non sembra piĆ¹ una dimensione dellāesistenza.
Quando il lutto ĆØ trauma, lāincredulitĆ investe la mente, la derealizzazione e il desiderio di annullare lāaccaduto sono un bisogno impellente che trattiene i genitori in uno stato di sospensione oscillante tra il prima e il dopo, tra passato e futuro, nella difficoltĆ di vivere il momento presente, soprattutto se non accompagnatinel qui e orain modo sensibile ed empatico da personale sanitario competente e da psicologhe/i esperte/i.
Il cordoglio per la perdita di un figlio o di una figlia in fase perinatale ĆØ fisiologico, non ĆØ una malattia ma le sue caratteristiche specifiche possono renderlo di difficile elaborazione. Eā un lutto che sconvolge lāordine naturale delle cose, molte volte inspiegabile, spesso senza un corpo su cui piangere e da seppellire. I ricordi condivisi mancano o sono troppo pochi. E la relazione con il/la figlio/a attesi ĆØ asimmetrica: il genitore sente la responsabilitĆ della vita della prole, il bisogno di proteggerla, con tutto il portato di colpa e inadeguatezza che la morte del figlio o della figliapuĆ² quindi suscitare.
Parlare di lutto perinatale significa parlare di piĆ¹ perdite contemporaneamente: ĆØ il lutto per il figlio atteso, per lāinterruzione brusca del progetto e del processo di genitorialitĆ e del legame di attaccamento in costruzione; ĆØ una ferita identitaria e un attacco allāautostima; ĆØ un trauma e un tabĆ¹. Come non esiste un nome per indicare i genitori che perdono i figli in epoca perinatale cosƬ ĆØ ancora troppo scarso il riconoscimento del vissuto di lutto, manca uno spazio mentale/culturale in cui questa esperienza possa essere pensata collettivamente e quindi resa pensabile individualmente.
Eā una morte senza riti condivisi e quasi del tutto priva di sostegno sociale per chi resta. Non di rado a causa del tabĆ¹ socioculturale e dellāinsufficiente informazione e formazione sul tema, Ā gli operatori sanitari ma anche i familiari e gli amici non accompagnano o si ādifendonoā dal dolore col distacco, spingendo la coppia genitoriale a negare il lutto, ad āessere fortiā e a superare in fretta se possibile con unāaltra gravidanza. Per elaborare la perdita di un āoggetto dāamoreā al contrario bisogna poter āstareā in contatto in modo soggettivo e autentico con le emozioni suscitate dallāevento luttuoso, poter piangere la mancanza di quello specifico figlio insostituibile per i suoi genitori.
Eā necessario un lavoro psicologico personale che richiederĆ un ālassoā di tempo[3], cioĆØ un tempo non stabilito ma il proprio tempo per attraversare il cordoglio, indice del valore di quel legame affettivo, per ripensare e rivivere i ricordi condivisi o costruirne. Aspetto questāultimo drammaticamente problematico per i genitori in lutto perinatale perchĆ© le memorie sono scarse o assenti e mancano i āmattoniā psicologici del ponte simbolico tra il mondo con e il mondo senza, importanti per trasformare la relazione con il /la figlio/a morto/a. PerchĆ© di questo si tratta, non di disinvestire o di dimenticare ma di modificare in modo creativo e costruttivo la relazione interna con il figlio/a defunto. I passi di questo percorso non sono semplici o immediati e la via non ĆØ corta.
La teoria dellāattaccamento[4][5] descrive un percorso psicologico non lineare nĆ© progressivo ma in cui si procede a proprio modo e con i propri tempi: dallāincredulitĆ dello shock emotivo, alla realizzazione della realtĆ della perdita subita, dal conflitto tra protesta ansiosa e rabbiosa per lāaccaduto al desiderio di ricongiungersi con lāaltro che ci manca, dalla disperazione del vuoto e della perdita di senso, alla possibilitĆ di prendersi cura delle ferite ma anche della relazione affettiva simbolica con il figlio, della costruzione di uno spazio e di unāimmagine interna del figlio morto e della relazione con lui/lei carica di affetto, tenerezza e nostalgia. Spesso lāelaborazione del lutto ĆØ per i genitori unāesperienza di crisi esistenziale che puĆ² aprire ad una crescita personale post-traumatica, ad una nuova comprensione di sĆ© e del mondo e ad uno sguardo nuovo sulle cose. Come ogni lutto, anche il lutto perinatale se non adeguatamente elaborato puĆ² trasformarsi nel tempo in ālutto complicatoā o patologico (sintomatologie ansioso-depressive, Depressione, disturbo post traumatico da stress DPTS)e rappresentare un fattore di rischio che mina il benessere delle gravidanze successive (fobie, preoccupazioni e ansie versus distacco/disinvestimento; ipercontrollo e ipermedicalizzazione gravidanza e parto, difficoltĆ di allattamento) eĀ condizionare lo stile di attaccamento genitore/bambino nato dopo la perdita(distacco o iperprotezione; lutto irrisolto nel genitore si associa ad uno stile di attaccamento del bambino/a disorganizzato). Le donne e le coppie che subiscono la morte perinatale hanno bisogno, come chiunque perda qualcuno a sĆ© caro, di sensibilitĆ e accompagnamento da parte di altri che fungano da figure di attaccamento. E possono avere bisogno di sostegno psicologico esperto, adeguato e competente, per attraversare il dolore e compiere il lavoro di elaborazione rivolgendosi a psicologhe/i e psicoterapeute/i.
A tale proposito, ĆØ ancora scarsissima la formazione specifica sulla psicologia perinatale e sul lutto, nĆ© tanto meno sul lutto perinatale e sulle sue specifiche caratteristiche.
Eppure conoscere quali sono i fattori di rischio/protettivi sulla salute psicologica delle persone colpite da un lutto perinatale (personali, situazionali-relazionali, socioculturali), conoscere quali sono i criteri per differenziare la fenomenologia di un percorso di fisiologica elaborazione della perdita da manifestazioni psicopatologiche depressive, stati dissociativi o sintomi clinici di stress post-traumatico ĆØ dirimente ai fini di un sostegno psicologico o di una psicoterapia appropriata ed efficace. In assenza di formazione, cāĆØ il rischio reale che le modalitĆ in cui i genitori in lutto cercano di costruire un proprio percorso elaborativo possano essere scambiate e confuse per complicazioni o problematiche psicopatologiche con tutti i danni iatrogeni che ciĆ² comporta in termini di effetti negativi sulla loro salute psicologico-emotiva a breve e a lungo termine.
La cura e il sostegno psicologico adeguato alle coppie in lutto possono davvero rappresentare un fattore protettivo e preventivo rispetto a complicazioni dellāelaborazione delle perdite perinatali. Un approccio integrato alla cura che valorizzi e includa la care assistenziale di base e il sostegno psicologico come strumenti fondamentali viene raccomandato e promosso anche dallāOrganizzazione Mondiale della SanitĆ che considera tale aspetti una delle tre pietre miliari nellāambito dellāiniziativa EveryNewborn Action Plan (ENAP)[6].
[1]http://www.who.int/mediacentre/news/releases/2016/stillbirths-neonatal-deaths/en/
[2]Ā«Prevenire le morti in utero evitabiliĀ», estratto dalla serie di The Lancet, gennaio 2016, traduzione a cura dellāAss. CiaoLapoOnlus.
[3]Freud S. (1915), Lutto e melanconia, OSF, vol. VIII
[4]A.Onofri, C. La Rosa, 2015 , āIl Luttoā, Giovanni Fioriti Editore
[5]Bowlby J., (1980), Attaccamento e perdita. 3: La perdita della madre, Torino, Boringhieri, 1983
[6]http://www.who.int/mediacentre/news/releases/2016/stillbirths-neonatal-deaths/en/
Carmen Rizzelli
Psicologa Psicoterapeuta, Terapista EMDR
Responsabile Demetra Dar voce al silenzio Servizio Psicologico per lāelaborazione del lutto perinatale
presso il Melograno-Centro Informazione MaternitĆ e Nascita di Roma
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One thought on “Il lutto perinatale”
Laura Bulleri says:
Articolo interessante, analizza con sensibilitĆ il tema del luto perinatale.
Conosce il mio libro LE MADRI INTERROTTE, (F. Angeli) che affronta proprio il tema da lei sviluppato?
Saluti,
Laura Bulleri