Il maladaptive daydreaming (sogno a occhi aperti maladattivo) è stato al centro di una serie di studi. Somer e colleghi hanno riscontrato che il maladaptive daydreaming è caratterizzato da un’intensa attività di sogno a occhi aperti che occupa molte ore al giorno, causa distress in misura significativa e interferisce con il funzionamento. Inoltre, è accompagnato da comorbidità in misura consistente.
Che cos’è il maladaptive daydreaming e le sue forme di comorbidità
Può essere differenziato dal normale sogno a occhi aperti sia tramite questionari di autovalutazione sia con un’intervista strutturata che integra i criteri diagnostici proposti per il disturbo. Il sogno a occhi aperti comporta un mondo interiore complesso con molti personaggi e trame elaborate. Il sogno a occhi aperti ha un aspetto di dipendenza o compulsivo, ma la persona si rende conto che si tratta di un mondo interiore e di fantasia e non confonde tale dimensione con la realtà esterna.
In uno studio, le forme di comorbidità più frequentemente associate al maladaptive daydreaming sono state il disturbo da deficit di attenzione e iperattività (76,9%), i disturbi d’ansia (71,8%), il disturbo depressivo maggiore (56,4%) e il disturbo ossessivo-compulsivo (OCD; 53,9%). Al momento gli autori non hanno una teoria che spieghi perché queste siano le forme più comuni di comorbilità.
Dal punto di vista clinico, sembra che il maladaptive daydreaming sia spesso una via di fuga da circostanze di vita deprimenti e ansiogene, e il sogno a occhi aperti è spesso descritto come di natura compulsiva. Forse, in un sottoinsieme di individui che riportano maladaptive daydreaming, il disturbo da deficit di attenzione e iperattività è una conseguenza della grande attenzione rivolta ai sogni a occhi aperti e al mondo interiore.
Studi attuali sul maladaptive daydreaming
Per le conoscenze odierne, si tratta semplicemente di osservazioni e riflessioni cliniche, non di teorie formali. Ad oggi, nessuno studio ha analizzato le relazioni reciproche tra il maladaptive daydreaming e i disturbi in comorbidità con esso:
Quanto è frequente il maladaptive daydreaming in campioni di individui con vari disturbi del DSM-5?
È importante conoscere la frequenza della comorbidità tra due disturbi in entrambe le direzioni. Questo perché il disturbo A potrebbe essere comunemente associato al disturbo B, mentre il disturbo B potrebbe accompagnare raramente il disturbo A. Le percentuali relative di comorbidità possono aumentare l’indice di sospetto per l’altro disturbo più in una direzione che nell’altra. Inoltre, se il disturbo A è comunemente in comorbidità con il disturbo B, ma B è raramente in comorbidità con A, questo influenzerà la necessità di misurare entrambi i disturbi nella ricerca, a seconda che la ricerca si focalizzi su A o B. Per comprendere appieno le relazioni tra due disturbi è necessario conoscere i tassi di comorbidità in entrambe le direzioni.
Nello studio di Somer e colleghi, la frequenza dei disturbi dissociativi nel campione caratterizzato da maladaptive daydreaming era del 12,8%. Sulla base della nostra esperienza clinica, tuttavia, abbiamo pensato che il maladaptive daydreaming potesse essere abbastanza comune nel disturbo dissociativo dell’identità. Il disturbo dissociativo dell’identità e il maladaptive daydreaming hanno caratteristiche in comune, ma anche differenze di fondamentale importanza. Nonostante le chiare differenze tra i due disturbi, in alcuni casi di disturbo dissociativo dell’identità con molti stati dell’identità, la complessità e l’elaborazione dei personaggi interiori e le loro interazioni possono somigliare a quelle del maladaptive daydreaming.
Per questi motivi e per il nostro interesse clinico nei confronti dei disturbi dissociativi, abbiamo scelto di intervistare un campione di pazienti altamente dissociativi ricoverati in un Trauma Program ospedaliero specializzato in traumi e dissociazione. Abbiamo usato un questionario di autovalutazione e un’intervista strutturata per il maladaptive daydreaming insieme a un questionario di autovalutazione e un’intervista strutturata per i disturbi dissociativi. Inoltre, abbiamo incluso anche un questionario di autovalutazione per il disturbo ossessivo compulsivo per diversi motivi:
- il disturbo ossessivo compulsivo è una comorbidità comune nel maladaptive daydreaming;
- non sono stati riportati in precedenza punteggi di questionari di autovalutazione per i sintomi ossessivo-compulsivi in individui che riportano maladaptive daydreaming;
- per determinare quanto sia forte la sovrapposizione o la relazione tra il maladaptive daydreaming e il disturbo ossessivo compulsivo in questo campione;
- perché i soggetti con maladaptive daydreaming spesso riferiscono che il sogno a occhi aperti ha un aspetto compulsivo, intrusivo e involontario.
Infine, abbiamo pensato che sarebbe stato utile disporre di dati psicometrici per riflettere sulle relazioni tra il maladaptive daydreaming e una delle sue comorbidità più comuni. Per indagare la relazione tra il disturbo dissociativo dell’identità e il maladaptive daydreaming, abbiamo formulato una serie di ipotesi specifiche:
- I sintomi di maladaptive daydreaming saranno comuni nei soggetti con disturbo dissociativo dell’identità
- Gli individui con disturbo da maladaptive daydreaming riporteranno livelli di dissociazione molto più elevati rispetto a quelli che non ne sono affetti
Queste ipotesi guardano alla dissociazione come sintomo e si concentrano sulla forma più grave di dissociazione, il disturbo dissociativo dell’identità. Allo stesso modo, guardano al maladaptive daydreaming come sintomo e si concentrano sulla sua forma più grave, quella cioè che soddisfa i criteri per un disturbo. Ci aspettavamo di trovare una correlazione o una relazione tra la dissociazione e maladaptive daydreaming sia a livello di sintomi, sia a livello di disturbi diagnosticabili.
Trauma Model Therapy, con Colin Ross
Metodi
Campione
Il campione consta di 100 pazienti ricoverati in un ospedale psichiatrico privato Trauma Program specializzato nei disturbi dissociativi. I partecipanti sono stati intervistati usando misurazioni di dissociazione e maladaptive daydreaming. I partecipanti erano 21 uomini e 79 donne con un’età media di 36,4±27,5 anni. Gli intervistatori hanno organizzato i colloqui con i partecipanti al di fuori delle loro sedute di terapia di gruppo e individuale al fine di spiegare loro lo studio e chiedere se volessero partecipare prima di ottenere il consenso informato. Nessuno degli intervistatori della ricerca ha svolto terapia di gruppo con nessuno dei partecipanti.
Uno degli intervistatori è stato il terapeuta, in seduta individuale, di un piccolo numero di partecipanti. Non abbiamo registrato il numero esatto, ma si trattava di meno di 10 persone. Tutti i partecipanti hanno dato, per iscritto, il consenso informato e lo studio è stato approvato dal personale medico dell’ospedale, che funge da Comitato etico per l’ospedale. Come parte della procedura di raccolta del consenso, i partecipanti sono stati informati per iscritto del fatto che potevano ritirarsi dallo studio in qualsiasi momento e che il ritiro o la mancata partecipazione non avrebbero avuto alcun effetto sul loro trattamento. Il consenso è stato ottenuto e lo studio è stato condotto secondo le procedure approvate dal Comitato etico.
Misurazioni
Tutti i partecipanti hanno compilato una serie di questionari di autovalutazione e si sono sottoposti a interviste strutturate che comprendevano tutte le misurazioni usate nello studio.
La Scala Maladaptive Daydraming Scale (MDS‐16) a Sedici Voci
La MDS ha una buona validità rispetto al criterio e una buona affidabilità test-retest. La sensibilità e la specificità rispetto alla rilevazione di maladaptive daydreaming sono pari, rispettivamente, al 95% e all’89%. La MDS-16 è stata sviluppata, negli ultimi dieci anni, in Israele ed è stata testata su campioni ottenuti da gruppi di supporto online per il maladaptive daydreaming e da richieste di partecipazione a studi di ricerca pervenute via Internet e via e-mail agli sviluppatori della scala. È stata anche somministrata a un gruppo di controllo non clinico e a campioni clinici di pazienti con altri disturbi. Si ritiene che il punteggio pari a 50 sia il cutoff per la diagnosi di maladaptive daydreaming.
L’Intervista Clinica Strutturata per il Maladaptive Daydreaming (SCIMD)
La SCIMD integra i criteri diagnostici individuati per tale disturbo. E’ l’unica misurazione somministrata dagli intervistatori nell’ambito di questo studio, poiché per il resto hanno fatto affidamento su questionari di autovalutazione. La SCIMD è stata rivista dagli intervistatori prima dell’inizio dello studio. E’ di facile somministrazione, le domande sono lette ad alta voce e, ai fini della valutazione, non è richiesto l’intervento di un valutatore. Per le misurazioni sono state fornite indicazioni scritte a uno degli intervistatori, che ha inserito i risultati in un foglio di lavoro.
Come nel caso dell’MDS-16, la SCIMD è stata sviluppata in Israele negli ultimi dieci anni ed è stata testata su campioni ottenuti da gruppi di supporto online per il maladaptive daydreaming o a seguito di richieste pervenute via e-mail o internet agli sviluppatori della scala ai fini della partecipazione a studi di ricerca. L’intervista è stata effettuata anche con i partecipanti non clinici e con il campione clinico interessato da altri disturbi. La SCIMD consente di effettuare diagnosi dicotomiche di maladaptive daydreaming o assenza di maladaptive daydreaming a seconda dei criteri diagnostici proposti per il disturbo. Consente di formulare anche la diagnosi di disturbo di maladaptive daydreaming non specificato.
La Scala Dissociative Experience Scale (DES)
La DES è una misurazione a 28 voci il cui punteggio complessivo va da 0 a 100. È stata usata in centinaia di studi pubblicati. Il punteggio del taxon della DES (DES-T) dà luogo a una categoria dicotomica di appartenenza, o meno, al taxon dissociativo. Ciò significa che l’individuo riporta, o non riporta, dissociazione patologica. La DES è stata sviluppata a metà degli anni Ottanta negli Stati Uniti ed è stata testata su individui con disturbi di personalità multipli, altri disturbi di salute mentale e su gruppi di confronto non clinici.
L’Intervista Dissociative Disorders Interview Schedule, Autovalutazione (DDIS‐SR)
La DDIS è un’intervista strutturata di 131 voci che è stata utilizzata in molti studi. La versione della DDIS utilizzata nel presente studio prevede l’autovalutazione e contiene le stesse domande della versione somministrata dall’intervistatore. In uno studio precedente, la DDIS ha registrato un buon tasso di accordo con un intervistatore clinico, il DES-T e l’intervista clinica strutturata per i Disturbi Dissociativi secondo DSM-IV in termini di presenza di un disturbo dissociativo dell’identità o di un disturbo dissociativo non altrimenti specificato rispetto a nessun disturbo dissociativo in un campione di pazienti psichiatrici adulti ricoverati. Il kappa di Cohen era superiore a 0,70 per questi tre tassi di accordo.
In uno studio condotto su 100 pazienti psichiatrici ricoverati in un programma specifico per il trauma, non sono state riscontrate differenze significative tra le frequenze delle diagnosi formulate dall’intervista strutturata e i risultati ottenuti con il DDIS e il DDIS-SR. Non esistono dati pubblicati sull’affidabilità test-retest del DDIS-SR. Oltre a diagnosticare i disturbi dissociativi, la DDIS-SR diagnostica anche il disturbo depressivo maggiore, altra comorbidità comune nel maladaptive daydreaming. Il DDIS-SR consente anche di formulare una diagnosi di disturbo borderline di personalità basata su una versione letterale dei criteri del DSM-5, ma non ci sono dati sul tasso di accordo tra la DDIS-SR e altre misure diagnostiche per il disturbo borderline di personalità.
La DDIS è stata inizialmente sviluppata nella seconda metà degli anni ’80 in Canada ed è stata testata su pazienti con disturbo di personalità multipla, altri disturbi di salute mentale e su campioni non clinici della popolazione generale. La DDIS-SR è stata sviluppata negli Stati Uniti negli ultimi dieci anni e il suo tasso di accordo con la DDIS è stato testato su pazienti psichiatrici ricoverati in un programma specifico per il trauma specializzato in traumi psicologici e disturbi dissociativi.
L’Obsessive Compulsive Inventory (OCI)
L’OCI è un questionario di autovalutazione a 42 voci, con una scala Likert a cinque punti che va da 0 a 4. L’OCI è stato sviluppato negli Stati Uniti negli anni Novanta ed è stato testato su pazienti ambulatoriali.
Tutte queste misurazioni hanno un’affidabilità e una validità da buone a eccellenti per gli scopi indicati, come dimostrato dai rapporti pubblicati sulle loro proprietà statistiche.
Risultati
Diagnosi e Storie di Trauma
I risultati della DDIS-SR sono stati:
- 33 soddisfacevano i criteri per il disturbo dissociativo dell’identità;
- 56 soddisfacevano i criteri per altri disturbi dissociativi specificati;
- 72 soddisfacevano i criteri per il disturbo borderline di personalità;
- 95 soddisfacevano i criteri per l’episodio depressivo maggiore;
- 97 soddisfacevano i criteri per il disturbo da sintomi somatici;
- 52 riferivano un disturbo da uso di sostanze;
- 86 partecipanti hanno riferito di aver subito abusi sessuali;
- 81 di aver subito abusi fisici, in entrambi i casi nell’infanzia;
- 93 hanno riportato di aver subito abusi fisici e/o sessuali nell’infanzia.
Maladaptive Daydreaming, Dissociazione, Sintomi Ossessivo-Compulsivi e altri Cluster di Sintomi
I partecipanti hanno riportato livelli elevati di dissociazione secondo la DES; 50 di loro sono rientrati nel taxon di dissociazione della DES-T. I punteggi dei 23 partecipanti con maladaptive daydreaming non specificato erano a metà tra quelli dei partecipanti che riportavano maladaptive daydreaming e quelli che non lo riportavano. Dei 49 partecipanti che soddisfacevano i criteri dell’MD secondo la SCIMD, 24 hanno ottenuto punteggi al di sotto del cutoff di 50 sulla MDS-16; 10 hanno ottenuto un punteggio inferiore a 35. Dei 28 individui che non soddisfacevano i criteri per l’MD o per il maladaptive daydreaming non specificato, solo uno ha ottenuto un punteggio superiore a 50 sulla MDS-16. Riguardo le tre sottoscale della DES, il Gruppo con maladaptive daydreaming ha ottenuto punteggi significativamente maggiori del Gruppo senza maladaptive daydreaming per ognuna delle voci.
Correlazioni tra Maladaptive Daydreaming e Altri Sintomi
Le correlazioni tra l’MDS-16 e le sottoscale del DES sono state: assorbimento/coinvolgimento immaginativo, depersonalizzazione e amnesia. Tutte queste correlazioni sono state significative. Le correlazioni tra le caratteristiche secondarie del disturbo dissociativo dell’identità sulla DDIS-SR e le sottoscale della DES sono state: assorbimento/coinvolgimento immaginativo, depersonalizzazione e amnesia. Tutte queste correlazioni sono state significative. Nessuna delle correlazioni tra le sottoscale della DES e l’MDS-16 era significativamente diversa dalle altre. Lo stesso vale per la sezione delle caratteristiche secondarie della DDIS-SR.
Maladaptive Daydreaming e Dissociazione nei Partecipanti con Disturbo Dissociativo dell’Identità e nei Partecipanti senza DDI
I 33 partecipanti che rientravano nei criteri per il disturbo dissociativo dell’identità sulla DDIS hanno ottenuto punteggi medi sulla DES di 51,6±20,0 rispetto a 9,2±6,0 per gli 11 partecipanti che non rientravano nei criteri di alcun disturbo dissociativo. I 33 partecipanti con disturbo dissociativo dell’identità hanno riportato punteggi medi sull’MDS-16 di 36,4±24,3 rispetto a 7,1±10,3 per gli 11 partecipanti senza disturbo dissociativo.
Certificazione DBR (Deep Brain Reorienting) nel Trauma, nei Disturbi Dissociativi e di Personalità
Discussione
Conclusioni Generali e Ipotesi Fondamentali
Le nostre ipotesi sono state confermate dai dati:
- gli individui con disturbo dissociativo dell’identità hanno riportato punteggi medi sulla MDS-16 di 36,4 rispetto a 7,1 per quelli senza tale disturbo;
- gli individui con maladaptive daydreaming hanno riportato un numero significativamente maggiore di sintomi di dissociazione nella DES e nelle caratteristiche secondarie del disturbo dissociativo dell’identità nella DDIS rispetto a quelli senza il disturbo. Questo risultato è rimasto significativo dopo la correzione per confronti multipli, mentre gli altri cluster di sintomi non dissociativi non sono risultati significativi dopo la correzione per confronti multipli;
- nella nostra matrice di correlazione, la più alta correlazione con i punteggi del maladaptive daydreaming sull’MDS-16 era con i punteggi della dissociazione sulla DES. Questa relazione è stata confermata dalla regressione stepwise con i punteggi della MDS-16 come variabile dipendente; il primo sintomo a entrare nell’equazione è stato la dissociazione nella DES. Complessivamente, la relazione tra il maladaptive daydreaming e la dissociazione era più forte rispetto a qualsiasi altra forma di comorbidità.
Conclusioni sulle Sottoscale della DES
I punteggi complessivi della DES erano molto più alti nei partecipanti con disturbo dissociativo dell’identità rispetto a quelli senza. Allo stesso modo, i punteggi complessivi della DES erano molto più alti nei soggetti con disturbo da maladaptive daydreaming rispetto a quelli senza. Per quanto riguarda le sottoscale della DES, i modelli erano simili nel confronto tra individui con e senza disturbo da maladaptive daydreaming e individui con e senza disturbo dissociativo dell’identità.
I punteggi della sottoscala assorbimento/coinvolgimento immaginativo erano leggermente più alti rispetto alle sottoscale amnesia e depersonalizzazione in entrambi i confronti. Inoltre, le correlazioni tra la sottoscala assorbimento della DES e l’MDS-16 erano leggermente più alte rispetto alle altre due sottoscale. Questo vale anche per le correlazioni tra le sottoscale della DES e le caratteristiche secondarie del disturbo dissociativo dell’identità nella DDIS-SR. Tuttavia, nessuna di queste differenze nelle correlazioni tra le sottoscale della DES e l’MDS-16 o le caratteristiche secondarie del disturbo dissociativo dell’identità era statisticamente significativa. Abbiamo ritenuto che questo risultato fosse importante perché escludeva la possibilità che la relazione tra il maladaptive daydreaming e la dissociazione potesse essere spiegata interamente dall’assorbimento.
In studi precedenti, i punteggi della sottoscala di assorbimento della DES sono stati più alti rispetto alle altre due sottoscale. Sia nelle popolazioni cliniche sia nella popolazione generale. I punteggi più alti della sottoscala di assorbimento della DES rispetto alle altre due sottoscale nel nostro gruppo con disturbo da maladaptive daydreaming sono tipici dei risultati di studi condotti su popolazioni cliniche e non cliniche. Non sono specifici del disturbo da maladaptive daydreaming. Da questi risultati concludiamo che l’assorbimento/coinvolgimento immaginativo è una componente del disturbo da maladaptive daydreaming, ma anche altre forme di dissociazione svolgono un ruolo significativo. In altre parole, non possiamo spiegare il maladaptive daydreaming interamente con l’assorbimento.
Anche altre componenti sono elementi chiave del disturbo, tra cui:
- la capacità di visualizzazione interiore vivida
- gli aspetti di dipendenza e/o compulsività del disturbo
- le sue funzioni di evitamento comportamentale.
In generale, la letteratura suggerisce che il maladaptive daydreaming consente l’evitamento non solo degli effetti di un grave trauma, ma anche dello stress generale, dei conflitti, della solitudine e di molte forme di disforia.
Sintomi Ossessivo-Compulsivi e Sintomi di Maladaptive Daydreaming
La natura ossessivo-compulsiva del maladaptive daydreaming nel nostro campione è coerente con i punteggi dell’OCI. Il punteggio medio dell’OCI era vicino al punteggio medio dei pazienti con disturbo ossessivo-compulsivo. La correlazione tra i punteggi dell’OCI e dell’MDS-16 è stata significativa e i punteggi dell’OCI sono stati significativamente più alti nei soggetti con disturbo da maladaptive daydreaming rispetto a quelli senza.
Questo è il primo studio che riporta i punteggi dell’MDS-16 e una misura dei sintomi ossessivo-compulsivi. Dunque, riteniamo che la relazione tra i due debba essere esplorata in studi futuri, nonostante i risultati della correzione per confronti multipli. Se guardiamo all’assorbimento, gli aspetti ossessivo-compulsivi del disturbo da maladaptive daydreaming non possono rendere conto o spiegare tutte le sue caratteristiche. Anche se, forniscono la prova che si tratta di un disturbo e non solo di una variazione della normalità.
Molte forme di comorbidità sono più frequenti nei soggetti con disturbo da maladaptive daydreaming che in quelli senza. I soggetti affetti soffrono chiaramente di una serie di problemi di salute mentale e di alti livelli di comorbidità. Per loro, il maladaptive daydreaming non è semplicemente un fenomeno normale, perché genera un distress soggettivo e interferisce, di per sé, con il funzionamento. Come tutte le forme di sintomatologia psichiatrica, e in linea con le indicazioni del DSM-5, esso si verifica su un continuum che va dalla normalità alla patologia, ma diventa un disturbo all’estremità del continuum.
Relazione tra Maladaptive Daydreaming e Sintomi in Comorbidità
A nostro avviso, la relazione tra il maladaptive daydreaming e altri cluster di sintomi e disturbi è complessa e multidirezionale. Per esempio, una forma grave di maladaptive daydreaming potrebbe costituire una via di fuga dall’ansia e dalla depressione. Tuttavia, potrebbe essere ciò che scatena o esacerba la depressione. Ciò, a sua volta, aumenterà la motivazione a sognare a occhi aperti con maggiore frequenza. A nostro avviso, il maladaptive daydreaming può essere considerato fondamentalmente una strategia per disconnettersi o dissociarsi da circostanze interne ed esterne angoscianti. Pertanto, lo possiamo considerare una strategia di coping dissociativa che può operare in assenza o in presenza di un disturbo dissociativo diagnosticabile.
Implicazioni del Maladaptive Daydreaming per il Disturbo Dissociativo dell’Identità
Che si guardi al maladaptive daydreaming come a un’attività sotto-soglia o come un disturbo di salute mentale, esso ha delle implicazioni sulla comprensione clinica e sul trattamento psicoterapico del disturbo dissociativo dell’identità. In uno dei testi fondamentali sul disturbo da personalità multiple, pubblicato nel 1989, hanno riconosciuto che alcuni pazienti riportano di avere centinaia, se non migliaia, di personalità o stati dell’identità:
La cosa fondamentale è capire che le personalità alter non sono persone. Sono parti frammentate di una persona, ma c’è una e una sola persona.
Nell’MPD complesso, di solito, sono sette, massimo otto, le personalità principali che hanno gestito il fardello dell’esperienza di vita e che svolgono gran parte del lavoro in terapia … Nell’MPD poliframmentato potrebbero esserci centinaia di stati con nomi ed età diverse … Quando i frammenti sono a centinaia, il processo potrebbe non essere lo stesso della formazione degli alter … è importante non illudersi del fatto che ci siano centinaia di personalità dentro la singola persona in questi casi. Pensarla così vorrebbe dire non ritenere l’MPD un disturbo grave e significherebbe portare il termine ‘personalità’ ben oltre ogni suo limite di significato.
Forse, studiare il maladaptive daydreaming può fornire indicazioni sulla psicologia del disturbo dissociativo dell’identità poliframmentato. Forse, ci sono due meccanismi o processi all’opera in questi casi. Qualunque siano i meccanismi per la creazione di personalità alter pienamente formate, si verifica poi un secondo processo più simile al maladaptive daydreaming. Questo potrebbe essere vero anche se, nella nostra esperienza clinica, la maggior parte delle persone con disturbo dissociativo dell’identità poliframmentato considerano tutte le loro parti come vere e proprie personalità alter e non pensano che nella loro psiche siano all’opera due processi distinti.
Questa prospettiva potrebbe avere importanti implicazioni cliniche. Potrebbe ridurre l’incredulità degli scettici nei confronti del disturbo dissociativo dell’identità, perché fornisce una spiegazione plausibile del motivo per cui alcuni pazienti riferiscono di avere centinaia di personalità alter. Questi pazienti non riescono a distinguere tra il loro numero limitato di personalità alter e una vasta collezione di personaggi interiori che assomigliano più a quelli del maladaptive daydreaming che alle personalità alter del disturbo dissociativo dell’identità. Inoltre, potrebbe avere implicazioni per la psicoterapia.
Negli anni Novanta abbiamo maturato esperienza clinica con pazienti affetti da disturbo dissociativo dell’identità il cui trattamento è proseguito fino all’integrazione stabile utilizzando le tecniche standard di terapia descritte negli anni Ottanta. Tuttavia, alcuni di questi soggetti presentavano anche alterazioni della personalità. Tuttavia, alcuni di questi individui avevano anche mondi interni elaborati con paesaggi e personaggi fantastici. Nessuno di questi personaggi interiori è mai stato trattato in terapia. Quindi, essi e il loro paesaggio si sono dissolti senza un’attenzione specifica mentre la terapia era completata con un piccolo numero di personalità alter completamente formate. Gli approcci terapeutici per questi due settori del mondo interiore erano nettamente diversi e i risultati clinici per l’intera persona erano eccellenti. Uno di questi individui è riuscito a funzionare bene come medico nel corso del trattamento, per esempio.
Limiti dello Studio
Sono vari i limiti di questo studio. La dimensione del campione di 100 partecipanti potrebbe essere insufficiente. I partecipanti erano tutti ricoverati nello stesso ospedale. I dati raccolti erano trasversali e di natura autovalutativa e i partecipanti potrebbero non essere rappresentativi di tutti gli individui con disturbi dissociativi complessi. Non è possibile trarre conclusioni sulla causalità da dati trasversali. Tuttavia, i punteggi dei partecipanti sulla DES e sulla DDIS erano simili a quelli di campioni precedenti, quindi non differivano molto da altri campioni.
Un altro limite dello studio è rappresentata dal fatto che, per meno di 10 partecipanti, l’intervistatore della ricerca era il loro terapeuta individuale. Ciò potrebbe aver portato un bias o un errore non rilevato nelle risposte dei partecipanti, che potrebbero essersi sentiti obbligati a partecipare. Non sono state esercitate pressioni palesi, ma questo possibile effetto su un piccolo sottoinsieme di partecipanti non può essere escluso. Dovrebbero essere intraprese ulteriori ricerche sul maladaptive daydreaming in individui con disturbi dissociativi complessi. Si dovrebbe riflettere e discutere sulle implicazioni del maladaptive daydreaming per la psicoterapia del disturbo dissociativo dell’identità e di altri disturbi dissociativi specifici.
Solo la metà (24 su 49) degli individui per i quali era formulata una diagnosi di MD secondo la SCIMD avevano punteggi superiori al punteggio di cutoff raccomandato di 50 sull’MDS-16. Dunque, sono necessarie ulteriori ricerche sul tasso di accordo tra la SCIMD e l’MDS-16 e sul punteggio di cutoff ottimale dell’MDS-16 in popolazioni altamente dissociative. Solo 10 individui con MD secondo SCIMD hanno ottenuto punteggi inferiori a 35 sull’MDS-16.
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Conclusioni
In sintesi, le nostre due ipotesi sono confermate. Si è osservata una forte relazione tra la dissociazione e il maladaptive daydreaming sia come sintomi che a livello di disturbi diagnosticabili in questo campione di individui con alti livelli di trauma e dissociazione. Il maladaptive daydreaming è accompagnato e correlato a molte forme di comorbidità. Tuttavia, la relazione con la dissociazione è risultata più significativa rispetto a qualsiasi altra forma di sintomi in comorbidità misurati.
Sosteniamo un modello di relazione tra il maladaptive daydreaming e la dissociazione che è simile al recente dibattito sulla relazione tra PTSD complesso e disturbo borderline di personalità da parte di Hyland e colleghi. Infatti, il PTSD classico, come definito nel DSM-5, e il disturbo borderline di personalità possono essere differenziati l’uno dall’altro come disturbi discreti sia dal punto di vista clinico sia da quello statistico. Tuttavia, si presentano, entrambi, come elementi del PTSD complesso, nel qual caso sono sottodomini di una categoria complessiva, non disturbi distinti.
Allo stesso modo, ci è chiaro dal punto di vista clinico che ci sono casi di disturbo dissociativo dell’identità che non presentano elementi di maladaptive daydreaming e viceversa. Tuttavia, nelle popolazioni con alti livelli di trauma e dissociazione, come il nostro campione attuale, essi si presentano insieme e il maladaptive daydreaming è fortemente legato alla dissociazione. Ciò risulta vero sia a livello di disturbi diagnosticabili sia a livello di sintomi misurati dall’MDS-16 e dalla DES.
Nel complesso, tuttavia, nel maladaptive daydreaming, sono altre le forme di comorbidità che sembrano essere più comuni della dissociazione. Le future ricerche dovrebbero tenere in considerazione le relazioni di cui sopra. E’ probabile che ci sia una relazione più forte tra il maladaptive daydreaming e la dissociazione in alcuni gruppi clinici rispetto ad altri. Le nostre ipotesi sulla nostra popolazione sono confermate dai dati raccolti.
Fonte articolo: Ross, C. A., Ridgway, J., & George, N. (2020). Maladaptive daydreaming, dissociation, and the dissociative disorders. Psychiatric Research & Clinical Practice, 2(2), 53–61.